Il Governo fa il bilancio del 2012: "ora giù le tasse di un punto"

Il Governo fa il bilancio del 2012: "ora giù le tasse di un punto"

Con una nota in otto punti pubblicata sul sito di Palazzo Chigi, Monti tira le somme dei dodici mesi del suo esecutivo. Un promemoria che guarda anche al futuro.

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2 gennaio 2013

Ridurre la pressione fiscale di un punto con un calo delle aliquote per i più deboli. Proseguire nei tagli ''selettivi'' della spending review, senza farsi influenzare dalle ''sirene delle lobby''. Attuare la riforma dell'accesso alla professione forense, frenata in Parlamento dalla presenza di molti avvocati. E poi liberalizzare i servizi locali, che cosi' non sono concorrenziali, anzi sono ''spesso
scadenti''. Il governo traccia il bilancio della propria attività, ma l'elenco delle cose fatte da Palazzo Chigi in un anno diventa lo spunto per indicare alcuni fronti su cui ancora intervenire, con una sorta di aggiunta all'agenda Monti. Ma per progettare il futuro bisogna analizzare gli ostacoli che si sono incontrati nel passato: e il governo lo fa, ricordando gli interventi che si sono arenati in Parlamento a causa delle ''sirene delle lobby'' e delle loro ''pressioni portentose''. La ''Analisi di un anno di Governo'' messa a punto da Palazzo Chigi parte dallo spread. Il governo Monti ne ricorda l'importanza: il costo degli interessi assorbe ''un montante astronomico di circa 75 miliardi di euro in tassi di interesse'' che potrebbe essere usato per ''migliorare il nostro sistema educativo o finanziare la ricerca e l'innovazione''. Certo - viene spiegato - ''il momento più drammatico della crisi'' è passato e questo ''riduce fortemente il rischio di ulteriori manovre nel futuro''. Ma il documento sembra più indicare le strade da seguire. Il primo punto è quello fiscale: ''l'obiettivo è di ridurre di un punto e progressivamente la pressione fiscale, iniziando dalle aliquote più basse per dare respiro alle fasce più deboli'', scrive Palazzo Chigi, quasi a ricordare che la Legge di Stabilità lo prevedeva, ma è poi stata modificata. Le risorse per finanziare l'abbassamento delle tasse
possono arrivare solo dalla lotta all'evasione (13 i miliardi incassati nel 2012) ma, per ''restituire ai contribuenti era necessario completare la delega fiscale e la riforma del catasto''. Il testo, dopo l'ok della Camera, si è però ''arenato al Senato'' lasciando ''una lacuna da colmare al più presto''. Dal fisco ai tagli di spesa, la spending review: ''l'azione è appena iniziata'' e ''non è ragionevole un cambiamento epocale in un tempo così ristretto''. Il governo ammonisce poi: ''non bisogna fare passi indietro e soprattutto non bisogna cedere alle sirene delle lobby e di chi non vuole rinunciare ai propri privilegi''. Il testo lamenta anche la modifica ai controlli preventivi della Corte di Conti sugli enti locali, ''alleggerito'' dal Parlamento: ''si è preferito invece un ritorno al controllo successivo alla gestione, che insiste sulla logica del recinto chiuso dopo che i buoi sono scappati'' I capitoli su cui intervenire sono tanti: la liberalizzazione dei servizi pubblici locali gestiti in gran parte in modo
diretto con un risultato ''di un servizio spesso scadente che pagano i cittadini''; la separazione tra Banco-Posta e Poste italiane; l'eliminazione dei vincoli per l'apertura di nuove pompe di benzina (riforma bloccata dal Parlamento). Il documento mette in guardia soprattutto sulla forza delle lobby, in grado di bloccare provvedimenti cruciali. E' il caso della riforma per l'accesso alla professione forense e per aprire società tra professionisti. Il governo ha tentato di farla approvare ma ''purtroppo le pressioni opposte e contrarie al tentativo di aprire ai giovani e rendere il mercato dei professionisti più aperto, meritocratico e competitivo sono state poderose''.

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