Il Governo lavora alla manovra, nuove misure per il lavoro

Il Governo lavora alla manovra, nuove misure per il lavoro

Poche le risorse a disposizione, che saranno concentrate su poche priorità, a partire dai giovani. Ma sul piatto ci sono anche l'aumento da 85 euro per gli statali e il rifinanziamento degli incentivi 4.0, oltre ai circa 7 miliardi per sterilizzare completamente gli aumenti di Iva e accise previsti con le clausole di salvaguardia.

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15 settembre 2017

Risposte concrete all'emergenza giovani, incentivando il lavoro stabile. E' il principale obiettivo che il governo si pone con la prossima manovra, l'ultima prima della fine della legislatura, che dovrà ancora una volta cercare un punto di equilibrio in quello che il ministro Pier Carlo Padoan ama definire il "sentiero stretto" tra consolidamento dei conti pubblici e spinta alla crescita. Grazie agli sforzi fatti negli ultimi tre anni, sottolinea da Corfù il premier Paolo Gentiloni, l'Italia ha guadagnato sia un andamento dell'economia più sostenuto di quanto non ci si attendesse solo ad aprile, sia una credibilità in Europa che ha consentito di strappare una via libera (ancora però non ufficiale) a un nuovo sostanzioso sconto sull'aggiustamento del deficit strutturale. Uno sconto che vale circa 9 miliardi (lo 0,3% anziché lo 0,8% indicato nel Def di aprile) e che quindi consente di guardare alla legge di Bilancio con meno apprensione di qualche mese fa. "Quanto saremo coraggiosi nella legge di bilancio - ha detto il premier accanto al primo ministro greco Alexis Tsipras - sarà il tema centrale in Italia nel prossimo mese e mese e mezzo, un punto è già evidente. Senza rompere alcuna regola, grazie ai sacrifici degli italiani abbiamo dei margini molto diversi da quelli che avevamo ipotizzato un anno fa o otto mesi fa". Questo non significa, ha osservato il ministro dell'Economia davanti alla platea di Confindustria, che il lavoro sia finito e che si possano allentare gli sforzi delle riforme. La nota di aggiornamento al Def, che il governo varerà il prossimo 21 settembre, conterrà comunque un deficit in discesa (almeno all'1,7-1,8%) e buone notizie anche sul fronte del debito "in un contesto di spazi di crescita migliori". Il Pil, rispetto alle previsioni dell'1,1% di aprile potrebbe essere portato fino all'1,5%, come indicano i principali previsori. Le scarse risorse a disposizione andranno quindi concentrate su poche priorità, a partire, appunto dai giovani. Ma sul piatto ci sono anche l'aumento da 85 euro medi per gli statali e il rifinanziamento degli incentivi 4.0, oltre ai circa 7 miliardi per sterilizzare completamente gli aumenti di Iva e accise previsti con le clausole di salvaguardia. Sul fronte dell'occupazione per i più giovani il governo, come ha ribadito alla Camera anche il ministro Giuliano Poletti, sta studiando un nuovo sgravio, permanente, per sostenere le assunzioni. Si tratta del dimezzamento dei contributi per i primi 3 anni di contratto stabile per i neoassunti, con un tetto che probabilmente sarà fissato a circa 4mila euro. Anche l'asticella dell'età oscilla ancora tra i 29 e i 32 anni. La definizione della misura dipenderà appunto dai fondi effettivamente a disposizione. L'intervento più circoscritto costerebbe circa 900 milioni il primo anno per arrivare a circa 2 miliardi a regime. Sul tavolo ci sarebbe ancora anche l'ipotesi di introdurre una riduzione strutturale del cuneo fiscale - si è parlato di 3 punti da far seguire al bonus giovani oppure di 1 punto per tutti. Ma anche questa misura deve fare i conti con i vincoli di bilancio. 

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