Sergio Billè al convegno "Il nuovo Welfare, disoccupazione e previdenza"

Sergio Billè al convegno "Il nuovo Welfare, disoccupazione e previdenza"

Brescia, 11 settembre 1999 (sintesi)

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14 settembre 1999

L'Italia è un Paese che ha un forte e urgente bisogno di soluzioni su una serie di riforme. Quella elettorale sicuramente, ma la riforma più urgente, quella che si potrebbe definire della svolta, è quella del Welfare.

Una riforma verso un diverso approccio del modo di fare mercato, della conduzione dello Stato verso una maggiore libertà economica, verso una maggiore democrazia.

Bisogna abbattere tutti quegli oneri impropri che, accumulandosi sul nostro sistema di Welfare e, ancor di più su quello pensionistico, hanno portato alla creazione delle condizioni per un consenso politico o, peggio, ad una sorta di autoprotezione di intere categorie.

Con queste premesse, la soluzione del Welfare sta allora tutta nello scontro tra chi continua a difendere una cultura statalista, una cultura delle rendite improprie e chi, invece, guarda alla libertà di impresa, alla liberalizzazione delle risorse e ha voglia di competizione.

E' emblematico il caso dell'Enel la cui privatizzazione non è altro che un modo, nemmeno tanto surrettizio, di "rigirare" all'Enel stesso i proventi della dismissione degli impianti, sottraendoli, quindi, a un mercato che potrebbe invece far registrare performance più efficienti ed efficaci trovandosi a gestire una tale mole di risorse. Una conferma dunque del mantenimento di una politica statalista piuttosto che la nascita di una politica liberista.

Così come i 40 mila miliardi in più entrati quest'anno nelle casse dello Stato che dovrebbero essere "restituiti" al mercato se si vuole davvero tentare di riavviare una politica dei consumi e una politica di defiscalizzazione.

Da questo scenario il futuro pensionistico del nostro Paese sta tutto nella necessità-volontà di affrontare il tema pensioni in termini di allungamento dell'età lavorativa e, soprattutto, di allungamento dell'età contributiva. Cominciando dalle pensioni di anzianità che sono il primo problema da affrontare per raggiungere quel riequilibrio di cui parla Modigliani. Solo tra il 2000 e il 2005 si avrebbe un risparmio di oltre 40 mila miliardi con un numero di pensioni che diminuirebbe di 237 mila unità.

Già due anni fa, su questo tema, avevamo proposto delle soluzioni e le ripetiamo oggi sottolineando più che mai la necessità di non aggravare la situazione dal punto di vista contributivo consentendo ai nostri associati, ai commercianti, così come alle altre categorie, di rimanere sul mercato.

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