Roadshow PMI: l'intervento alla tappa in Sardegna

Roadshow PMI: l'intervento alla tappa in Sardegna

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29 maggio 2009

Il nostro Paese possiede un patrimonio storico, artistico e culturale inestimabile e senza pari al mondo, abbiamo aree di  una bellezza paesaggistica da mozzare il fiato, ospitiamo una concentrazione di siti archeologici e di città d’arte che tutti ci invidiano, la qualità e la varietà della nostra enogastronomia sono unanimemente riconosciute.

A prima vista, quindi,  sembrerebbe inspiegabile la perdita di competitività e di terreno rispetto ad altri Paesi, nostri diretti antagonisti. Purtroppo, non è così. Ci sono, invece, molte ragioni che spiegano questo ritardo.

Certo la crisi non aiuta, e, le difficoltà per le Pmi del settore emergono anche dalla nostra indagine: circa sei imprese su dieci segnalano sia un peggioramento dell’andamento del turismo che della propria situazione economica. Tuttavia, non manca la fiducia sul superamento della crisi: si dichiarano ottimiste, infatti, sette imprese su dieci.

L’attrattività turistica di un Paese dipende da un insieme di fattori, tra i quali spiccano l’accoglienza del territorio, intesa come accessibilità, efficienza, capacità di accogliere da parte di tutti i soggetti coinvolti, ma anche la promozione su larga scala di un’immagine e di un’offerta in grado di attrarre i flussi turistici dei nuovi Paesi che si affacciano sul mercato e di interpretare le esigenze nuove e diverse dei viaggiatori contemporanei.

Sulle infrastrutture, in particolare, abbiamo accumulato un gap che, in questi ultimi anni, è addirittura cresciuto rispetto a paesi come la Spagna e la Francia. Oltralpe, ad esempio, la rete dell’Alta Velocità è più del triplo della nostra e i porti  turistici francesi dispongono di circa 50mila posti barca in più dei nostri, pur avendo la Francia metà dei nostri chilometri di costa.

Dobbiamo, quindi, cominciare a ridurre il divario che, quanto a competitività, ci tiene ancora molto lontani dai principali competitori. Dalla Spagna ci separano 17 milioni di arrivi e 13 miliardi di dollari di entrate valutarie.

Ma non esiste solo un problema di infrastrutture e di accessibilità, sarebbe troppo semplicistico ridurre tutto a questi termini. Anche il nostro studio lo mette in luce. Oltre l’80% delle imprese del settore chiede non solo la realizzazione e il miglioramento delle infrastrutture di trasporto, ma anche eventi promozionali, agevolazioni finanziarie, misure per la sicurezza e la vivibilità delle aree urbane,  interventi sul versante della fiscalità.

C’è, infatti, un problema di tariffe e di imposte che ci penalizza rispetto ad altri Paesi europei, si avverte l’esigenza di introdurre strumenti più flessibili in materia di lavoro, serve una maggiore integrazione tra servizi pubblici e privati.

In questo senso, è necessario un ruolo forte delle istituzioni pubbliche non solo o, meglio, non tanto nell’attività di promozione dei territori, quanto piuttosto nel miglioramento della qualità e dell’accessibilità dei servizi, nella riqualificazione delle aree urbane, nella garanzia di una maggiore sicurezza. Nell’assicurare, insomma, al sistema produttivo un contesto ambientale più adatto a fare impresa.

Dobbiamo anche puntare di più sugli elementi peculiari e caratteristici del nostro modo di vivere, sulle espressioni e sulle mille declinazioni del Made in Italy che si riflettono anche sul prodotto turistico e che possono contribuire a rafforzare e a distinguere la nostra offerta rispetto a quella dei diretti concorrenti.

L’integrazione dei servizi rappresenta, quindi, un’opportunità da cogliere, perché va proprio in questa direzione. Penso, ad esempio, all’importanza del commercio e al richiamo che le strade dello shopping possono esercitare sui turisti.

Così come è importante riuscire ad attrarre investimenti e operatori. Cito a questo proposto i collegamenti aerei attivati da Ryanair proprio qui a Cagliari, pensando alle opportunità che ne possono derivare non solo per la città e le zone limitrofe, ma per l’intera regione. 

E’ per tutto questo che c’è, dunque, bisogno di una politica del turismo forte e coordinata tra tutti i soggetti istituzionali, sia a livello centrale che locale, con la piena partecipazione dei protagonisti pubblici e privati del settore. Questo aspetto emerge con forza anche dalla nostra indagine dove sette imprese su dieci, da un lato, lamentano l’inadeguatezza di una politica di coordinamento nazionale per il turismo e, dall’altro, plaudono al ripristino del Ministero del Turismo.

A questo proposito, con la recente istituzione del Ministero, ci auguriamo che la governance del settore abbia finalmente trovato un punto di riferimento in grado di orientare una politica di rilancio del comparto ancora non adeguatamente valorizzato. Senza, però, dimenticare che il turismo nasce e si sviluppa sul territorio e che gli enti locali territoriali da questo punto di vista rappresentano un interlocutore fondamentale e prezioso per il nostro sistema turistico.

Le risorse e le capacità su cui puntare per tornare ad essere, rapidamente, la prima meta turistica mondiale, incrementando il contributo del settore alla formazione del Pil, non ci mancano.

Certo, l’obiettivo è ambizioso, lo sappiamo, ma è una sfida che possiamo e dobbiamo vincere.

 

Grazie.

 

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