In Alto Adige il potere d'acquisto resta in casa

In Alto Adige il potere d'acquisto resta in casa

Secondo una ricerca dell'Istituto provinciale di statistica, il 73% dei nuclei familiari fa i propri acquisti esclusivamente in Alto Adige. Amort: "sono i vantaggi del commercio locale, la vicinanza e la consulenza individuale".

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2 aprile 2014

L'Istituto provinciale di statistica Astat ha recentemente pubblicato i risultati di un sondaggio sulle abitudini di acquisto delle famiglie altoatesine. L'Unione commercio turismo servizi Alto Adige parla di risultati positivi: "l'offerta commerciale altoatesina – sottolinea il presidente dell'Unione Walter Amort – è più che mai attrattiva e concorrenziale. La grande maggioranza dei nuclei familiari altoatesini, oltre il 73 per cento, compie infatti i propri acquisti esclusivamente in Alto Adige. Un simile radicamento in provincia del potere d'acquisto rappresenta un dato assai elevato, tenuto conto che ci troviamo in una regione di confine sottoposta alla concorrenza delle zone limitrofe". Tale valore sarebbe da attribuire in primo luogo alle molte aziende familiari. Se si analizza lo sviluppo degli ultimi sette anni, emerge che gli acquisti fatti localmente hanno sempre più importanza per le famiglie altoatesine. Se questo dato, nel 2007, era ancora al 65,9 per cento, nel 2013 è salito al 73,3 per cento. "Il consumatore – evidenzia Amort – sceglie consapevolmente di acquistare in Alto Adige. Tiene conto dei vantaggi del commercio locale, quali la vicinanza o la consulenza individuale". Fondamentale è inoltre il fatto che i consumatori riconoscano la connessione tra l'acquisto in loco, la permanenza del valore aggiunto in provincia e, di conseguenza, anche il mantenimento di posti di lavoro. E in questa direzione, commenta l'Unione, bisognerebbe compiere una maggiore opera di sensibilizzazione nei confronti delle famiglie. Per quanto riguarda il commercio online, si nota che, del totale degli acquisti, il cinque per cento è composto dalle vendite su internet, che ammontano pertanto al 20 per cento circa di tutti gli acquisti compiuti al di fuori dell'Alto Adige. Di questi, però, un numero sempre crescente ricade comunque nelle aziende locali. "Al giorno d'oggi – ricorda Amort – internet è in grado di influenzare i comportamenti d'acquisto". Di qui la decisione dell'Unione di seguire tale sviluppo grazie a iniziative di sensibilizzazione, corsi di formazione e un nuovo pacchetto di consulenza mirato alle esigenze delle piccole aziende familiari. "Le nuove forme di comunicazioni – precisa Amort – fanno emergere nuove possibilità di vendita anche per le aziende altoatesine, andando ad affiancare il commercio e i servizi di tipo tradizionale". Come noto, infatti, le nuove forme commerciali non sono solite sostituire quelle precedenti, ma vanno piuttosto a integrarle. "La qualità della consulenza personalizzata avrà un ruolo di primo piano anche in futuro – una considerazione che dimostra come anche il commercio tradizionale abbia tutte le doti per affrontare il domani".

 

L'Unione ricorda infine che la situazione concorrenziale nella quale operano le regioni di confine vale anche in senso inverso. "L'Alto Adige – spiega Amort – ha infatti un importante flusso di acquisto proveniente dall'esterno, cosa che il sondaggio Astat non ha rilevato". Il commercio altoatesino è infatti capace di attirare un notevole potere d'acquisto: grazie al turismo, nella nostra provincia fluisce una capacità di spesa doppia rispetto a quella che ne esce. "Sono moltissimi, ogni anno, gli ospiti che arrivano in Alto Adige attirati anche dalla vivacità di paesi e città ricche di un commercio storicamente cresciuto nei centri storici. Per dare un'idea credibile e rappresentativa delle correnti di consumo bisogna assolutamente tenere conto anche di questo fatto", spiega l'Unione.

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