In Umbria imprese del terziario schiacciate tra crisi e criminalità

In Umbria imprese del terziario schiacciate tra crisi e criminalità

Confcommercio Umbria ha presenta i risultati di una indagine tra le imprese e un "pacchetto" di iniziative in materia di sicurezza. Il presidente Amoni: "La crisi ha reso più acuto il disagio sociale da cui la criminalità trae alimento".

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10 ottobre 2013

 

"La crisi dei consumi ci ha riportato indietro di 16 anni; abbiamo un livello di tassazione tra i più alti al mondo e un sistema del credito che ha deciso di smettere di svolgere il suo ruolo di banca del territorio. A tutto questo si aggiunge per le imprese il peso di una crescente insicurezza, dato da una microcriminalità che sta usando le imprese del commercio, del turismo e dei servizi come un bancomat. Occorrono azioni concrete per dare risposte al grido di allarme delle imprese; non possiamo fermarci alle iniziative di denuncia. Noi abbiamo raccolto questo grido di allarme e messo a punto un serie di iniziative e di richieste rivolte alle istituzioni in materia di sicurezza e legalità". Così esordisce Aldo Amoni, presidente Confcommercio Umbria, nel presentare alla stampa i risultati di una indagine condotta tra le imprese del commercio, turismo e servizi, dal cui esito è scaturito quello che ha chiamato "pacchetto sicurezza".  "È chiaro, secondo le imprese contattate per la nostra indagine, il legame tra crisi e criminalità: la crisi – ha detto ancora Amoni - ha reso più acuto il disagio sociale, da cui la microcriminalità trae alimento. L'indagine che abbiamo svolto ci consegna, insomma, una situazione allarmante. Le nostre imprese vivono mediamente con la paura di subire un evento criminoso: furti, rapine e spaccate sono tra le principali cause. Ma anche scippi, spaccio e furti nelle case contribuiscono a rendere invivibili i nostri quartieri, con gravi conseguenze sociali che toccano direttamente le nostre imprese: le famiglie se ne vanno, subentrano altri "utenti". Siamo convinti che il problema della sicurezza di un quartiere passi prima ancora che per azioni repressive principalmente attraverso interventi di riqualificazione urbana e di animazione del territorio che fungono da deterrenti per il permanere dei fenomeni criminosi. Su questi fronti Confcommercio ha realizzato tantissime iniziative, puntando molto su centri commerciali naturali, marketing urbano, eventi, percorsi tematici, partecipazione attiva nella redazione dei Quadri Strategici di Valorizzazione, incoming turistico… tutte iniziative che aiutano non solo le nostre attività a fare cassa, ma anche i quartieri e le città a risollevarsi dal torpore di cui sono vittime con conseguente degrado sociale e fiorire di criminalità". "Per anni, inascolati - ha aggiunto il presidente di Confcommercio Umbria - abbiamo sostenuto che i nostri punti vendita fanno presidio del territorio e sicurezza oltre che servizio sociale, che se si spengono le insegne dei negozi si spengono le città; oggi fortunatamente non siamo più i soli a dirlo e anche la politica si è dovuta accorgere che avevamo ragione. Intorno a questa specifica consapevolezza, nuova per molti ma non per noi, invitiamo tutte le forze politiche, economiche, sociali dell'Umbria a stringere un Patto per il territorio, che abbia tra i suoi punti qualificanti anche la valorizzazione della presenza dei negozi di vicinato e di quartiere, come "sentinelle" attive, la cui scomparsa rende le nostre città e i nostri paesi più poveri di servizi e certamente meno sicuri".

 

Le azioni messe in campo da Confcommercio Umbria

Grazie al contributo delle Forze dell'Ordine, è stato elaborato un Vademecum (disponibile anche on line, sul sito www.confcommercio.pg.it) in parte finanziato con risorse delle Camere di Commercio umbre, sui comportamenti da tenere per prevenire ed affrontare alcune situazioni di pericolo. Sarà veicolato ai nostri soci Confcommercio, anche nel corso di appositi incontri sul territorio regionale. Sarà l'occasione per ascoltare ancora una volta la viva voce delle imprese e per costruire insieme percorsi di contrasto alla microcriminalità locale ed organizzata. Nell'ambito di un progetto nazionale denominato Secur Shop, validato dalla Confcommercio nazionale ed accreditato dal Ministero dell'Interno, Confcommercio Umbria sta per sottoscrivere una convenzione che permetterà di collegare i punti vendita direttamente con le centrali operative delle Forze dell'Ordine, consentendo così a queste di intervenire nei minuti susseguenti i fatti criminosi. La Prefettura di Terni ha già sottoscritto il protocollo. Presto sarà sottoscritto anche con la Prefettura di Perugia. L'argomento è stato tra quelli trattati in un recente incontro con il nuovo Prefetto di Perugia, per fare il punto sulle emergenze del territorio e iniziare un rapporto di collaborazione che appare da subito molto costruttivo. Il prossimo 11 novembre Confcommercio Umbria parteciperà, con proprie azioni sul territorio, alla mobilitazione indetta dalla Confcommerico nazionale per denunciare i fenomeni della contraffazione e dell'abusivismo commerciale, molto spesso legati alla criminalità da un legame inscindibile. Confcommercio Umbria ha attivato un Forum di discussione e denuncia "Voglio essere sicuro! – Forum delle imprese per la legalità", al quale chiunque lo desideri può portare il proprio contributo (www.confcomercio.pg.it).

 

Confcommercio Umbria chiede alle istituzioni

- Che il PUC 3 sia utilizzato non solo per sistemare qualche contenitore ma per fare politiche di riqualificazione e rivitalizzazione urbana vera, che diano un contributo concreto alla vita dei residenti e delle imprese, partendo dalle esigenze di chi nelle città vive ed investe.

- La completa attuazione della L.R. 13/2008 che prevede l'elaborazione da parte dei Comuni dei Patti Integrati di Sicurezza Urbana, spingendo affinché il finanziamento venga prioritariamente concesso a chi si concentra su azioni di inclusione sociale, riqualificazione e rivitalizzazione urbana e vigilanza del territorio, comprese le dotazioni delle sale operative delle Forze dell'Ordine. Occorre prevedere anche il coinvolgimento delle Associazioni in queste iniziative, per poter dare un contributo di idee e di azioni vista la convergenza degli obiettivi.

- Un tavolo permanente di coordinamento delle Forze dell'Ordine sotto l'egida della Regione e d'intesa con le Prefetture per evitare sovrapposizioni e concentrare gli sforzi e le risorse su obiettivi condivisi.

- Il finanziamento, in tutti i bandi di prossima uscita, di sistemi di sicurezza, videosorveglianza, antirapina, antitaccheggio, ecc. per mettere gli operatori del commercio, del turismo e dei servizi (ma anche quelli dell'artigianato e di chi opera a qualsiasi titolo nelle realtà urbane) in condizione di fare gli investimenti tecnologici necessari a contrastare la criminalità.

- Un maggior presidio del territorio attraverso l'arrivo di Forze dell'Ordine aggiuntive, richiesta da rivolgere anche congiuntamente alle forze di Governo.

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