Inaugurazione nuova sede Ascom Enna

Inaugurazione nuova sede Ascom Enna

Enna, 14 febbraio 2008

DateFormat

15 febbraio 2008
Macro Carrier

Intervento del Presidente

Carlo Sangalli

 

 

Inaugurazione nuova sede

Confcommercio Enna

 

 

Cari Amici,

l’inaugurazione di una nuova sede è sempre un momento importante nella vita di un’Associazione.

Lo è perché rappresenta il punto di arrivo di un percorso sindacale ed organizzativo impegnativo; ma lo è anche perché, al contempo, si tratta del nuovo punto di partenza  di un itinerario, di una storia che si confronterà con vecchie e nuove sfide e, soprattutto, con la capacità di essere, giorno per giorno e concretamente, al fianco delle imprese che rappresentiamo.

Insomma, l’inaugurazione della nuova sede della Confcommercio di Enna è â€" per usare una metafora ciclistica â€" un traguardo di tappa.

E’ giusto festeggiarlo. Ma, soprattutto, è giusto farlo in maniera non rituale.

Esattamente, cioè, come Voi â€" caro Presidente Prestifilippo, cari amici della Confcommercio di Enna â€" avete scelto di farlo.

Facendone, dunque, occasione per un confronto pubblico sui temi della legalità e della sicurezza e sul contrasto di ogni forma di criminalità.

Sono questioni che vengono da lontano e sono certamente anche questioni nazionali. Ma non vi è dubbio che, nel Mezzogiorno e qui in Sicilia, il giogo della criminalità organizzata sul circuito legale dell’economia si sia davvero configurato â€" per usare un efficace concetto del Censis â€" come una sorta di tasso di zavorramento mafioso dell’economia, che già di per se stesso sarebbe largamente in grado di dar conto del divario di crescita e di sviluppo rispetto alle altre aree del Paese.

Smantellare questo zavorramento significa, allora, recare un contributo determinante all’accelerazione del passo di crescita dell’economia meridionale e della Sicilia e, in questo modo, assicurare un contributo altrettanto determinante allo sviluppo dell’intero Paese.

Un Paese che attraversa una stagione sicuramente difficile. Perché cresce poco, troppo poco e perché crescono le fratture al suo interno: tra chi gode ancora di molte garanzie e chi, invece, si confronta, senza ammortizzatori, con il mercato e la concorrenza e, magari e per di più, si trova a farlo in quelle aree territoriali  in cui più forte è la sfida della criminalità.

Una stagione difficile. Perché è cresciuto il distacco tra i cittadini e una politica troppo e troppo spesso autoreferenziale e scarsamente capace di incidere su tutti i temi che compongono l’agenda di una storica questione meridionale, così come su quelli che definiscono una nuova questione settentrionale.

Occorre, allora, davvero impegnarsi, lavorare per una nuova stagione, che metta al centro dell’impegno politico â€" e certamente anche dell’impegno nostro, dell’impegno delle parti sociali â€" le riforme, le scelte necessarie tanto per lo sviluppo, quanto per l’equità sociale.

Oggi â€" alla vigilia di una nuova consultazione elettorale â€" si auspica, da più parti, che la prossima legislatura sia una legislatura costituente. In cui, cioè, venga portato a compimento il confronto sulle riforme istituzionali e sulla riforma elettorale per assicurare al Paese una più efficace governabilità.

E’ giusto. Ma c’è anche dell’altro. E’ necessario, infatti, che un po’ di spirito costituente spiri beneficamente su tutta l’agenda politica.

Perché, certo, il confronto tra le forze politiche sia aperto e anche giustamente competitivo. Ma anche affinché questa competizione si misuri sul merito di scelte riformatrici di grande impatto e capaci di guardare al futuro del Paese.

Sessant’anni fa, l’Italia seppe darsi una Carta costituzionale giustamente e autorevolmente definita come “presbite�, cioè pensata e scelta guardando al Paese che sarebbe venuto.

Ecco, è di questa virtuosa presbiopia che oggi abbiamo necessità. Abbiamo la necessità di sottrarci tutti â€" forze politiche e soggetti sociali â€" alla dittatura del breve termine, condividendo obiettivi ambiziosi per un futuro migliore dell’Italia.

Per un futuro migliore del Mezzogiorno e della Sicilia.

In questo quadro, davvero sul terreno del contrasto della criminalità e della tutela della sicurezza e della legalità, non possono e non devono esserci divisioni.

Molti passi avanti sono stati fatti, e di questo va dato atto e merito a tutti coloro che vi hanno contribuito.

E, per quanto resta ancora da fare, dobbiamo anzitutto far tesoro del metodo, che ha consentito di cogliere  obiettivi importanti, destrutturando parti cospicue del sistema mafioso sia sul versante dei suoi apparati “militari�, sia sul versante della sua organizzazione economica.

Questo metodo dice, sostanzialmente, della necessità di mantenere costantemente alta la tensione, la vigilanza, l’impegno, così come della necessità di far leva sulla collaborazione attiva e costante fra la magistratura, le forze dell’ordine e i cittadini, i lavoratori, le imprese.

In questi anni, la collaborazione è cresciuta e si è costruita una rete fitta di relazioni tra associazioni e istituzioni. Si è costruito un “capitale sociale� che può davvero essere determinante per sconfiggere definitivamente il sistema mafioso.

Un obiettivo non solo necessario, ma anche possibile. Oggi, anzi, più possibile.

Oggi più che mai merita dunque di essere ricordata una celebre frase di Giovanni Falcone: “La mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e avrà quindi anche una fine�.

Così è. Non possono e non devono esserci dubbi.

Ma perché così sia è davvero giunto il momento della tolleranza zero. Il momento di chiedere e di praticare â€" sempre e ad ogni livello â€" una rigorosa simmetria di diritti e di doveri.

Una simmetria di diritti e di doveri che è, poi, la sostanza concreta di una cultura della legalità diffusa e partecipata.

Il futuro è sempre nelle nostre mani, e non c’è nessun destino segnato e ineluttabile. Per quanto difficili e impegnative, non ci sono sfide che non possano essere affrontate e superate, se prevale l’unità e l’impegno di chi, ogni giorno, lavora e fatica.

Ecco, è questo â€" a mio avviso â€" il senso profondo del manifesto unitario delle associazioni imprenditoriali siciliane, tra cui Confcommercio, e del suo slogan: “Liberati dal pizzo. Denunciare oggi convieneâ€�.

Denunciare è, infatti, anzitutto un dovere giuridico e anche morale. Ma denunciare è oggi anche possibile: perché sono evidenti i crescenti risultati dell’azione dello Stato nei confronti della criminalità organizzata; perché è ormai fitta la rete dell’impegno delle istituzioni e delle associazioni per non lasciare “soli� gli imprenditori di fronte alle richieste e alle minacce delle organizzazioni criminali.

E denunciare oggi conviene perché ci sono tutte le condizioni per spezzare il giogo delle infiltrazioni dell’economia criminale a danno del circuito legale dell’economia.

Come cittadini e come imprenditori, abbiamo il diritto di chiedere l’impegno determinato di tutte le istituzioni su questi fronti. Come cittadini e come imprenditori, abbiamo il dovere di fare la nostra parte.

Denunciare, dunque, è giusto e necessario; denunciare è possibile; denunciare conviene.

Denunciare può e deve, allora, essere “normale�. Senza richiedere “eroismi� e aiutando ciascuno a fare una scelta fondamentale di libertà. La libertà dalla criminalità mafiosa. La libertà di potere fare impresa: normalmente e in un Paese normale.

Ecco, questo, anche questo è il modo in cui vogliamo oggi interpretare la nostra missione di rappresentanza delle imprese.

Con una cultura per la libertà d’impresa, per la legalità e per la sicurezza, secondo regole, diritti e doveri; con una cultura contro la criminalità e l’insicurezza, così come contro la logica dei “favori� e delle relazioni privilegiate.

Questo è il nostro impegno, e anzitutto qui, in Sicilia, lo stiamo dimostrando quotidianamente e concretamente.

Perché impresa e lavoro sono i costruttori della crescita. Ma, senza legalità, non c’è crescita stabile e duratura, non c’è sviluppo.

E, in una Sicilia e per una Sicilia che sceglie di cambiare, questo vogliono essere le imprese che rappresentiamo: costruttrici di sviluppo.

Banner grande colonna destra interna

Aggregatore Risorse

ScriptAnalytics

Cerca