Incidenti mortali: “Rendere obbligatorio il sistema che impedisce la guida in stato di ebbrezza"

Incidenti mortali: “Rendere obbligatorio il sistema che impedisce la guida in stato di ebbrezza"

Secondo il vicepresidente di Conftrasporto, Paolo Uggè, "l'esecutivo, invece di risolvere i problemi, li moltiplica con provvedimenti che abbassano il livello di sicurezza e con la mancata adozione di dispositivi tecnologici che impediscono la guida in stato di ebbrezza".

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7 gennaio 2020

Morti sulle strade: “Troppa demagogia, nessuna prevenzione”. Lo dice il vicepresidente di Confcommercio e Conftrasporto Paolo Uggè parlando dei tragici incidenti stradali avvenuti nei giorni scorsi, da Roma a Brunico, dal Veneto alla Lombardia. Uggè punta il dito contro un governo che anziché risolvere i problemi li moltiplica con provvedimenti che abbassano il livello di sicurezza - come nel caso dei monopattini elettrici – e con la mancata adozione di dispositivi tecnologici che impediscono la guida in stato di ebbrezza. “Nessuno ha il coraggio di prendere il “toro per le corna” avanzando proposte - dichiara Uggè - Anzi, in alcuni casi si peggiora la situazione, come con il recente provvedimento sui monopattini elettrici, per il quale non è difficile prevedere l’incremento dell’incidentalità. Ai troppi ciclisti che percorrono i marciapiedi delle città o le strade senza alcun riguardo per le norme si aggiungeranno questi nuovi soggetti”. “E che dire su quel tanto che non si fa? Sulla guida in stato di ebbrezza, è possibile rendere obbligatorio il sistema che impedisce la messa in moto di un veicolo a motore se il conducente si accinge a mettersi alla guida in stato di ebbrezza - afferma Uggè – Allora perché non si interviene, ma si preferisce legiferare sui monopattini?” "Altra questione è quella legata alla revisione dei mezzi pesanti e alla lentezza dovuta al fatto che non se ne delega il compito anche alle officine private. E poi, sempre sul fronte dell’autotrasporto, il vicepresidente di Conftrasporto si chiede perché non si intervenga evitando che mezzi con portate a 108 tonnellate continuino a dissestare manufatti e fondo stradale. “Piacerebbe un confronto pubblico tra rappresentanti del governo e, perché no, delle forze politiche, con esperti e conoscitori di questi principi fondamentali”, è l’invito di Uggè. “È ormai evidente che manca la competenza. Le norme, i controlli e le condizioni delle strade sono le principali cause di incidenti, alle quali si aggiunge sempre la fatalità. Escludendo l’imprevedibile, domandiamoci come mai alcune norme non vengono invece approvate rapidamente da una classe politica impreparata e impegnata ad affrontare temi più inerenti a questioni che poco hanno a che fare con la vita della gente. Invece di destinare risorse per i nulla facenti perché non si mettono le forze dell’ordine in grado di operare con personale e mezzi adeguati?”, chiede il vicepresidente di Conftrasporto. “Quando sarà che la nostra classe politica e i commentatori, anziché perdersi in disamine filosofico- sociali che durano solo per pochi giorni, inizieranno a comprendere la necessità di un coordinamento per la mobilità, istituendo una Consulta o un Dipartimento che ponga al centro del suo operare la sicurezza e le misure sulla mobilità che oggi, talvolta, vengono gestite a livello locale? - chiede ancora Uggè - La mobilità è un sistema complesso che deve essere affrontato con la necessaria conoscenza, al di là dell’appartenenza politica”.

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