Imprese del terziario trevigiano annichilite

Imprese del terziario trevigiano annichilite

La Confcommercio provinciale ha presentato il “Report Covid” dell’Osservatorio Congiunturale sulle Imprese del Terziario della provincia. A fine anno potrebbero chiudere i battenti 4mila imprese.

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7 aprile 2021

è stato presentato il 7 aprile scorso, nella sede della Confcommercio provinciale, il “Report Covid” dell’Osservatorio Congiunturale sulle imprese del terziario della provincia di Treviso, commissionato da Unascom Confcommercio e realizzato da Format Research. Cinque gli ambiti dell’indagine, da cui esce un quadro a tinte fosche, in cui dominano incertezza, mancanza di fiducia e crollo della voglia di fare impresa:

  • effetti della crisi sul tessuto imprenditoriale;
  • clima di fiducia;
  • consumi e ricavi;
  •  occupazione;
  • liquidità e credito.

Il sentiment delle imprese, il quadro congiunturale provinciale e i settori

A tredici mesi dall’inizio pandemia, nella provincia più colpita dai contagi del Veneto e tra le dieci più colpite in Italia, sono sparite dal mercato 390 imprese e si registra circa il 17% in meno di iscrizioni. E a fine anno potrebbero chiudere altre 4mila circa. Nel mentre compare un nuovo fenomeno, quello delle imprese “inattive”, anche definite “zombie”: sono circa 1.500, agonizzanti e tenute in vita dai ristori, impossibilitate a chiudere per l’insostenibilità dei relativi costi.

In netto calo la fiducia degli imprenditori: il 75% considera peggiorata sia la situazione dell’economia, il 60% quella della propria impresa (circa il 60%). Per il resto dell’anno le previsioni di ripresa non appaiono rosee e sembra difficile poter recuperare il gap. I ricavi del terziario sono in calo mediamente di 16 punti su base annua, a soffrire di più sono la ricezione turistica (-66%), la ristorazione (-63%) e il dettaglio non alimentare (-44%).

Occupazione, credito e liquidità

A fine 2021 gli organici potrebbero ridursi del 18%, con punte del 40% per ristorazione e ricezione turistica. Circa 27mila i posti di lavoro a rischio, di cui quasi 10mila presso bar, ristoranti e strutture ricettive. Sul fronte del credito, almeno il 43% degli interpellati ha visto un peggioramento della situazione finanziaria, anche per i ritardi di pagamento.

Per il commissario di Unascom-Confcommercio, Tullio Nunzi, “in un contesto come questo il terziario trevigiano ha dato prova di grande resilienza e responsabilità, ma chiede di poter pianificare le aperture e di poter lavorare per tornare a competere. Ha tutto il diritto di essere ascoltato, anche perché ha dimostrato di essere in grado di poter rispettare protocolli rigidissimi. Indennizzi, moratorie, sostegni, sgravi fiscali, tax free sono gli strumenti indispensabili che vanno collocati in una strategia di riaperture. L’incertezza logora e uccide e non è più tollerabile: ha inciso pesantemente sulla voglia di fare impresa che per decenni ha caratterizzato il Nordest e in particolare questa provincia, che del Nordest è stata la locomotiva: siamo immersi in un pericoloso nichilismo diffuso, un terreno fertile per infiltrazioni e distorsioni. Il tempo della politica non è il tempo dell’impresa”.

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