Indicatore consumi Confcommercio: le turbolenze dei mercati rischiano di ridurre le gia' basse prospettive di crescita

Indicatore consumi Confcommercio: le turbolenze dei mercati rischiano di ridurre le gia' basse prospettive di crescita

Da questo mese nell'ICC anche le stime dell'inflazione: fermi i prezzi a settembre

termini tendenziali (tab. 2) e una contenuta accelerazione, in termini congiunturali, con una variazione dello 0,5% rispetto a giugno (tab. 3). Dato, quest’ultimo, che pur configurando un ulteriore graduale recupero dei livelli di consumo (fig. 2), non consente ancora di raggiungere i valori registrati alla fine del 2007 né, in termini pro capite, quelli del 2000. Insomma, per poter vedere realizzata la previsione di un consuntivo 2011 a +0,8%, nella metrica dei consumi aggregati secondo la contabilità Istat, è necessario che la migliore intonazione dei consumi osservata nel periodo marzo-luglio 2011 venga confermata anche nei prossimi mesi. Ma questo trend è oggi soggetto a forte e crescente incertezza. Inoltre, i dati qui presentati, come quasi tutto il set informativo congiunturale disponibile, si riferiscono al mese di luglio e non incorporano gli effetti sul sistema, e sui comportamenti dei diversi soggetti che operano al suo interno, derivanti dall’acuirsi delle difficoltà sul versante della finanza pubblica e delle turbolenze finanziarie registrate dalla fine di luglio in poi.

Queste difficoltà rischiano di compromettere i tentativi attuati da parte delle famiglie e delle imprese di uscire dalla crisi, tentativi che avevano prodotto risultati positivi, sia pure non particolarmente brillanti, nei primi sei mesi del 2011. Parte delle incertezze e dei possibili effetti di contenimento sulla ripresa si leggono nel peggioramento registrato ad agosto dal clima di fiducia delle famiglie che ha toccato i minimi da marzo del 2009 (fig. 1). Anche sul versante delle imprese si registra una situazione in chiaroscuro. Il clima di fiducia degli operatori si colloca su livelli decisamente inferiori a quelli registrati ad inizio anno ed in molti settori si segnalano peggioramenti nelle attese sull’andamento economico generale.

In questo contesto, qualche elemento favorevole proviene dal mercato del lavoro che da alcuni mesi segnala un lento e graduale progresso a cui si associa un ridimensionamento delle ore autorizzate di CIG. Sia pure in misura molto contenuta, il sistema produttivo sembra provare a riassorbire la forza lavoro espulsa nella fase più critica della recessione, con qualche effetto sul tasso di disoccupazione, tendenza che comincia ad interessare anche la componente giovanile.

La dinamica tendenziale dell’ICC di luglio riflette un aumento della domanda relativa ai servizi (+1,9%) ed un ridimensionamento della spesa per i beni (-0,2%).

Tra le diverse voci che compongono l’aggregato (tab. 2) risulta particolarmente negativo, nel confronto con luglio del 2010, l’andamento dei consumi per i beni e servizi per la mobilità (-9,0%) e per gli alimentari, bevande e tabacchi (-3,4%).

Per contro, emergono tanto la significativa crescita della domanda per i beni ed i servizi per le comunicazioni (+12,1%) quanto il positivo andamento dei consumi di abbigliamento e calzature (+2,8%). Per questi ultimi l’incremento, rispetto allo stesso mese dello scorso anno, è stato favorito, oltre che dalla decisa riduzione dei prezzi, dall’anticipo di alcuni giorni dei saldi estivi e non ha modificato una situazione che, nel complesso dei primi sette mesi del 2011, evidenzia una sostanziale stazionarietà dei consumi che permangono su valori contenuti. La tenuta della spesa reale per abbigliamento e calzature è stata sostenuta dalla riduzione dei margini delle aziende lungo tutta la filiera produttiva.

Permane lo stato di grave difficoltà sul versante della domanda di autovetture e motocicli da parte delle famiglie (persone fisiche), sintomo di problematiche strutturali nel mercato che prescindono dalla concessione o meno degli incentivi.

Situazioni di diffusa criticità investono anche i consumi alimentari.

LE DINAMICHE CONGIUNTURALI

I dati destagionalizzati e corretti per i valori erratici mostrano a luglio un incremento dell’ICC dello 0,5%, dato che conferma la moderata tendenza al recupero in atto da marzo 2011 (tab. 3). I tentativi di tornare sui livelli di consumo precedenti la recessione del 2008-09 sono confermati dall’andamento della media mobile a tre mesi (fig. 2).

La tendenza al miglioramento della domanda, che poteva essere alimentata dai moderati progressi registrati sul versante dell’occupazione, rischia di essere compromessa oltre che dagli interventi per il risanamento della finanza pubblica, prevalentemente incentrati su incrementi di entrate, anche dalle incertezze sulle misure che verranno realmente attuate. 

LE TENDENZE A BREVE TERMINE DEI PREZZI AL CONSUMO

Sulla base delle dinamiche registrate dalle diverse variabili che concorrono alla formazione dei prezzi al consumo, per il mese di settembre si stima una variazione congiunturale nulla dell’indice dei prezzi al consumo, dato che riporterebbe, dopo quattro anni, l’inflazione al 3,0% confermando la stima del 2,7% medio annuo per il 2011.

 

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