Indice Fiducia: commercio e servizi in altalena
Indice Fiducia: commercio e servizi in altalena
L'indice destagionalizzato del clima di fiducia sale nelle imprese dei servizi, ma scende in quelle del
commercio al dettaglio. In particolare, l'indice aumenta da 82,6 a 87,3 per le prime e diminuisce da 94,0 a 92,3 per le seconde. Lo rileva l'Istat. Nei servizi migliorano le attese sull'andamento
dell'economia italiana e i giudizi sugli ordini, mentre peggiorano le attese sul livello degli ordini. Migliorano i giudizi sull'occupazione e sull'andamento degli affari e recuperano le attese sul mercato del lavoro; sale il saldo delle attese sulla dinamica dei prezzi di vendita. Nel commercio l'indicatore scende sia nella grande distribuzione (da 93,0 a 89,8), sia in quella tradizionale (da 97,4 a 96,1). Nel complesso, peggiorano i giudizi e le attese sulle vendite e sono giudicate in diminuzione le scorte di magazzino. A ottobre, la fiducia delle imprese dei servizi migliora in tutti i settori, passando da 80,0 a 91,8 nei trasporti e magazzinaggio, da 86,4 a 90,3 nei servizi turistici, da 73,8 a 81,5 in quelli di informazione e comunicazione e da 83,9 a 84,3 nei servizi alle imprese e altriservizi. Solo nel settore dei servizi turistici si registra un aumento del saldo di tutte le principali variabili rilevate nell'indagine. Gli altri settori sono caratterizzati da risultati eterogenei; in particolare, nei servizi di informazione e comunicazione migliorano sensibilmente le attesesull'andamento dell'economia in generale (da -70 a -34) mentre peggiorano, in misura piu' rilevante rispetto agli altri settori, quelle relative agli ordini (da 7 a -12). I giudizi sugli ordini recuperano dovunque, tranne che nei servizi alle imprese e altri servizi (da -12 a -13). L'indice della fiducia dei servizi cresce in tutte le ripartizioni territoriali, salendo da 83,4 a 84,3 nel Nord-ovest, da 84,5 a 89,1 nel Nord-est, da 75,5 a 88,0 al Centro e da 87,7 a 89,1 nel Mezzogiorno. I saldi dei giudizisugli ordini migliorano al Nord e soprattutto al Centro (da -6 a 12 il saldo) ma peggiorano nel Mezzogiorno; le attese sugli ordini migliorano nel Nord-est e nel Mezzogiorno. Le attese circa l'andamento dell'economia in generale, pur rimanendo su livelli ancora molto negativi recuperano in tutte le ripartizioni e soprattutto nel Centro (dove il saldo passa da -60 a -35). Nel terzo trimestre 2011, sale dal 37% al 46% la quota di imprese che percepisce l'esistenza di ostacoli all'attivita'produttiva: all'interno di tale gruppo, resta invariata all'82% la percentuale di imprese che denuncia l'esistenza di vincoli dal lato della domanda e diminuisce lievemente quella che segnala la presenza di vincoli finanziari (da 11% al 10%). Nel commercio, l'indicatore di fiducia scende sia nella grande distribuzione (da 93,0 di settembre a 89,8 in ottobre), sia in quella tradizionale (da 97,4 a 96,1). Nel primo caso peggiorano nettamente i giudizi sulle vendite correnti, ma migliorano le attese sulle vendite future (i saldi delle variabili passano, rispettivamente, da -8 a -20 e da 10 a 13). Il saldo delle risposte sul livello delle scorte sale lievemente (da 17 a 18). Nella distribuzione tradizionale, peggiorano sia i giudizi sulle vendite correnti, sia le attese su quelle future (il saldo della prima variabile scende lievemente, passando da -34 a -35; quello relativo alla seconda cala da -2 a -9); infine, scende (da 7 a 3) il saldo delle risposte riguardanti il livello delle scorte di magazzino.