Da inflazione e Pil “diversi elementi di criticità”

Da inflazione e Pil “diversi elementi di criticità”

Ad aprile prezzi in calo dello 0,1% su base mensile e in aumento del 6% su base annua. Nel primo trimestre del 2022 il Pil è calato dello 0,2% rispetto agli ultimi tre mesi dell’anno precedente (su base annua crescita del 5,8%). 

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17 maggio 2022

Dopo nove mesi “sprint” rallenta ad aprile la crescita dell’inflazione che, secondo le stime definitive dell'Istat (link ai dati completi in pdf), fa segnare una diminuzione dello 0,1% su base mensile e del 6% su base annua (era +6,5% a marzo). Il leggero colpo di freno dipende essenzialmente dall’andamento dei prezzi dei Beni energetici (da +50,9% di marzo a +39,5%), sia quelli regolamentati (da +94,6% a +64,3%) che quelli non regolamentati (da +36,4% a +29,8%). In attenuazione anche l’aumento dei prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +3,3% a +2,4%), mentre continua l’accelerazione dei prezzi dei Beni alimentari lavorati (da +3,9% a +5%), di  quelli dei Beni durevoli (da +1,6% a +2,2%) e non durevoli (da +1,3% a +1,9%) e dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (da +1% a +5,1%). Su base annua, rallentano i prezzi dei beni (da +9,8% a +8,7%), mentre accelerano quelli dei servizi (da +1,8% a +2,1%).

Indici dei prezzi al consumo NIC per divisione di spesa, aprile 2022. Fonte: Istat

La "inflazione di fondo", al netto degli energetici e degli alimentari freschi, accelera da +1,9% a +2,4% e quella al netto dei soli beni energetici da +2,5% a +2,9%.

Dopo un anno la crescita torna negativa

Dopo quattro trimestri di forte crescita, nei primi tre mesi dell'anno il prodotto interno lordo è tornato a scendere. La stima preliminare dell'Istat (link ai dati completi in pdf), infatti, indica un calo dello 0,2% rispetto all'ultimo trimestre del 2021, mentre rispetto ai primi novanta giorni del 2021 c’è una crescita del 5,8%. La variazione acquisita per il 2022 è pari a +2,2%. Il calo dello 0,2% è il frutto  dell’aumento del valore aggiunto nell'agricoltura, silvicoltura e pesca, di una riduzione nei servizi e di una stazionarietà nell'industria.

 

Il commento di Confcommercio

“Il rallentamento registrato nel primo trimestre dall’economia italiana (-0,2% sull’ultimo quarto del 2021), meno acuto rispetto alla nostra stima (-1,1%) e alle valutazioni di molti istituti di ricerca, si inquadra in un contesto di generale ridimensionamento dell’economia nei principali Paesi industrializzati. Il quadro di riferimento presenta diversi elementi di criticità che rendono difficile immaginare, nel brevissimo periodo, quella svolta necessaria per raggiungere gli obiettivi di crescita superiori al 3%. Alle incertezze sulla durata e sulle conseguenze del conflitto in Ucraina si associano gli effetti sui consumi del permanere di un’inflazione elevata”. Così l’Ufficio Studi di Confcommercio, che quanto all’inflazione sottolinea che “il modesto rallentamento ad aprile, largamente atteso e legato a interventi di natura temporanea, non rassicura sulla prossima evoluzione dei prezzi. Allo stato attuale, infatti, non ci sono indicazioni di una significativa attenuazione delle tensioni a monte (materie prime e difficoltà negli approvvigionamenti) che si stanno lentamente trasmettendo all’intero sistema, come testimoniato dalla crescita dell’inflazione di fondo (+0,8% congiunturale)”.

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