Italia ancora in deflazione, ma prezzi in aumento
Italia ancora in deflazione, ma prezzi in aumento
A dicembre indice nazionale dei prezzi al consumo in crescita dello 0,3% su base mensile, mentre su base annua c'è un calo dello 0,1% contro il -0,2% di novembre. Confcommercio: “l’anno si chiude in deflazione".
Nel dicembre scorso, secondo la stima preliminare dell’Istat, l'indice nazionale dei prezzi al consumo è aumentato dello 0,3% su base mensile e sceso dello 0,1% su base annua (era -0,2% nel mese precedente). L'Inflazione resta così negativa per l'ottavo mese consecutivo, a causa per lo più dei prezzi dei Beni energetici (-7,7%, da -8,6% del mese precedente). La "inflazione di fondo", al netto degli energetici e degli alimentari freschi, e quella al netto dei soli beni energetici accelerano entrambe a +0,7% (rispettivamente da +0,4% e da +0,6%). L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) aumenta dello 0,2% su base mensile e diminuisce dello 0,3% su base annua (come a novembre). La variazione media annua del 2020 è pari a -0,1% (era +0,6% nel 2019).
Se si guarda all’intero 2020, spicca il fatto che per la terza volta dal 1954 l’Italia ha chiuso un anno in deflazione. In media, infatti, i prezzi al consumo registrano una diminuzione pari a -0,2% (da +0,6% del 2019).
Confcommercio: "l'anno si chiude in deflazione"
"Nonostante il moderato incremento rilevato in termini congiunturali (+0,3%), leggermente superiore a quanto previsto (+0,1), nel confronto annuo a dicembre permane la situazione di deflazione che si protrae da otto mesi. L’anno che si è appena concluso registra la terza variazione negativa dei prezzi dal 1954, dopo i casi del 1959 e del 2016. Anche escludendo la principale determinante deflazionistica dovuta agli energetici, l’inflazione di fondo resta comunque allo 0,5%, ben lontana dagli obiettivi della BCE. Stante il permanere di una situazione eccezionalmente critica, non solo nel nostro Paese, è difficile immaginare impulsi sui prezzi in grado di riportare l’inflazione su valori prossimi all’1% prima dell’estate": è il commento dell’Ufficio Studi di Confcommercio su i dati Istat.
"Da rilevare - continua la nota - che la filiera della distribuzione alimentare ha retto egregiamente l’urto dell’incremento di domanda dovuto alla diversione degli acquisti dalla ristorazione all’alimentazione domestica che interessa più direttamente i negozi al dettaglio. Non si sono verificate tensioni inflazionistiche, sostenendo così il potere d’acquisto delle famiglie".
Se sei interessato all'argomento "occupazione" ti suggeriamo di consultare la pagina di approfondimento realizzata da Confcommercio e dedicata ai dati Istat con in più i commenti utili per intrepretarli.
Trovi la pagina a questo link: Focus Istat