Intervento del Presidente Sangalli Forum Cernobbio 2013

Intervento del Presidente Sangalli Forum Cernobbio 2013

Conferenza stampa Cernobbio, 22 marzo 2013

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22 marzo 2013

 

 
 

 

 

 

Conferenza Stampa

 

Intervento del Presidente

Carlo Sangalli

 

Cernobbio, 22 marzo 2013

 

 

Benvenuti e grazie per avere accolto l'invito a seguire i lavori della quattordicesima edizione del Forum Confcommercio-Ambrosetti di Cernobbio.

Il Direttore del nostro Ufficio Studi, Mariano Bella, ha già analiticamente illustrato il quadro macroeconomico.

Per parte mia, voglio anzitutto sottolineare il peggioramento delle previsioni di Confcommercio  per l'anno in corso: un'ulteriore caduta del prodotto interno dell'1,7 per cento ed un'ulteriore caduta dei consumi del 2,4 per cento.

Sono dati statistici di sintesi, che dicono di condizioni economiche e sociali difficilissime, sulla base delle quali è purtroppo possibile stimare una perdita netta di altre 90mila imprese del terziario di mercato nel complesso del biennio 2013-2014. Inoltre, la crisi economica si sta trasformando in crisi sociale: l'area della povertà assoluta potrebbe estendersi a oltre quattro milioni di persone nell'anno in corso.

E' come se l'orologio produttivo della nostra economia avesse riportato indietro le lancette di quasi tredici anni, fermandosi alle soglie dei primi anni duemila.

Dunque, siamo di fronte al più difficile tornante della storia economica repubblicana: i costi economici e sociali della crisi si sono sommati alla crisi dell'etica pubblica e della politica.

Rispetto a questa situazione, alla "tempesta perfetta" come viene oggi definita, la richiesta fondamentale espressa dal Paese in occasione delle elezioni è stata chiara: la politica cambi e si assuma la responsabilità del cambiamento dell'Italia.

E' una richiesta che sollecita - pur in presenza di oggettive condizioni di difficile governabilità - la definizione e l'attuazione di un  programma essenziale, che costituisca materia di comune impegno politico ed istituzionale.

I contenuti di questo programma sono, peraltro, ben noti.

Sul versante della tutela della legalità e dell'etica pubblica e del rinnovamento della politica e delle istituzioni, ne fanno parte:

  • il rafforzamento della lotta  alla corruzione;
  • le scelte di riforma e di  semplificazione amministrativa  ed istituzionale, a partire dal superamento del bicameralismo perfetto;
  • le misure per la riduzione dei costi della politica e del numero dei parlamentari;
  • l'adozione di una legge elettorale che rafforzi il rapporto tra eletti ed elettori e che concorra alla costruzione di condizioni di stabile governabilità.

Quanto al contrasto della recessione, occorre, anzitutto, la più determinata iniziativa politica a livello europeo, affinché l'Unione sia capace di mettere in campo  scelte di ampio respiro per dare impulso alla crescita, all'occupazione, agli investimenti pubblici produttivi.

In occasione dell'ultimo Consiglio europeo, sembrano essersi finalmente aperte, al riguardo, alcune opportunità.

A partire da una possibile intesa che consenta di procedere al tempestivo pagamento dei debiti delle pubbliche amministrazioni nei confronti delle imprese.

Si tratta - secondo le stime più contenute - di una cifra di oltre settanta miliardi di euro.

Un'iniezione di liquidità imprescindibile e assolutamente vitale in una fase di persistente restrizione creditizia.

Restrizione certificata, per il 2012, da una riduzione dei prestiti bancari all'economia reale di trentotto miliardi di euro.  Ma a gennaio 2013 siamo già a -42 miliardi di euro: quindi in netto e rapido peggioramento.

Contrastare la recessione e mettere in campo interventi urgenti per la crescita e l'occupazione significa, nel nostro Paese, anche rivedere le maglie troppo strette del patto di stabilità interno e mettere a frutto, in particolare nel Mezzogiorno, le risorse comunitarie.

E assolutamente necessario fare valere - nel Programma nazionale di riforma, che l'Italia dovrà presentare in Europa entro la metà di aprile - gli straordinari sforzi fatti dal nostro Paese per il contenimento del deficit pubblico.  

Si potrebbero così mettere in moto investimenti preziosi:

  • per mettere in sicurezza il territorio e per riqualificare città e servizi pubblici;
  •  per realizzare le opere necessarie all'efficienza del sistema dei trasporti e della logistica e per dare impulso all'efficienza energetica;
  • per valorizzare cultura e turismo e per sospingere le filiere del made in Italy;
  • per accompagnare innovazione ed aggregazioni di rete del tessuto delle piccole e medie imprese.

Contrastare la recessione e mettere in campo scelte per la crescita e l'occupazione significa, ancora, avanzare sul terreno della progressiva riduzione della pressione fiscale complessiva a carico dei contribuenti in regola,  attraverso una rigorosa spending review ed il contrasto e recupero  di evasione ed elusione.

Così consentendo, tra l'altro, di  "raffreddare" la prospettiva di un'estate fiscalmente rovente.

Rovente per l'acconto Imu di giugno e, a luglio, per il debutto della Tares sui rifiuti ed il possibile aumento dell'Iva dal 21% al 22%.

Aumento Iva - lo ribadiamo ancora una volta - esiziale per una domanda interna già in caduta libera da diverso tempo.

Lo ribadiamo, segnalando che, dall'inizio della crisi, cioè dalla fine del 2007, il prodotto lordo è crollato di oltre 100 miliardi di euro in termini reali.

E questo, appunto, per un "tonfo" della domanda interna superiore a 140 miliardi di euro a fronte di un contributo positivo delle esportazioni nette di circa 40 miliardi di euro.

Cifre che dimostrano, certo, l'importanza dell'export, ma che danno anche conto del fatto che, senza una più robusta domanda interna per investimenti e consumi, l'uscita dal tunnel della crisi resta un miraggio.

Su tanti temi dei quali ho fin qui fatto rapido cenno, torneremo nelle sessioni del forum.

Lo faremo discutendo di credito e di collaborazione tra banche e imprese.

Lo faremo tentando un primo bilancio dell'impatto della recente riforma del mercato del lavoro.

Bilancio che deve tenere conto di  prospettive ancora fortemente critiche per l'occupazione, che sollecitano, tra l'altro, misure di urgente rifinanziamento della cassa integrazione in deroga e di progressiva riduzione del cuneo fiscale sul costo del lavoro.

E, ancora, discuteremo del costo della provvista energetica del Paese,  e di quanto è necessario fare per estirpare la tassa "immorale ed occulta" della corruzione, per dirla con l'efficace definizione della Corte dei Conti.

Il tutto nel quadro di uno scenario economico europeo ed internazionale gravido di incertezze e rischi.

Ecco, di tutto questo discuteremo con lo spirito di chi sa che non è il momento di lamentarsi, ma di fare.

E' il momento del fare. Chi fa impresa lo sa e ne sente addosso tutta la quotidiana responsabilità.

E la politica assuma adesso, superando ogni divisione, la responsabilità di dare al paese un governo in grado di rispondere all'emergenza economica e di preservare la coesione sociale.

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