Intervento Enrico Risaliti convegno "Governare l'energia"

Intervento Enrico Risaliti convegno "Governare l'energia"

Presidente della Commissione per le politiche energetiche di Confcommercio

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16 marzo 2007

Energia ed ambiente sono le tematiche più impegnative della nostra epoca, investono le responsabilità di ogni paese, sia di quelli industrializzati, che di quelli in via di sviluppo.

Confcommercio, sensibile al problema energetico-ambientale ha voluto, per la prima volta nella storia confederale, affrontarlo nella consapevolezza della complessità del tema ma anche con la volontà e la determinazione di chi vuole contribuire in maniera propositiva alla crescita del Paese, del sistema imprenditoriale italiano e dei settori rappresentati.

Il Manifesto di Confcommercio per una nuova politica energetica che presentiamo oggi è frutto di un lavoro collegiale e di un impegno collettivo, redatto con l'attenzione dovuta per una materia così importante, e con lo spirito collaborativo di chi vuol dare un contributo di idee e di indicazioni tali da stimolare riflessioni, comportamenti e possibili attuazioni.

Il nostro paese è fortemente dipendente dall'estero nel campo dell'energia, aspetto questo che rende vulnerabile, costoso ed oggetto di difficile programmazione, l'intero sistema energetico con pesanti ricadute in termini economici. Occorre quindi pensare ad una urgente riscrittura di un piano energetico nazionale. Lo chiediamo a gran voce volendo anche non astenerci da esserne coprotagonisti insieme a tutti gli altri attori interessati. Altri soggetti sono preposti ad affrontare le linee strategiche, Governo ed istituzioni, ed ad altri ancora sono demandati gli approvvigionamenti, la trasformazione e lavorazione dei prodotti, ed infine il consumo. Le imprese del terziario rappresentano il 75 % delle PMI italiane, contribuiscono per circa il 65% del PIL e sono, insieme, tra i maggiori consumatori di energia.

Per questo riteniamo che la nostra voce abbia dignità per essere ascoltata.

Entro il 2012 è molto probabile che venga aggiornato il trattato di Kyoto, oramai superato dagli eventi. Aggiornare ed armonizzare le esperienze dei Paesi industrialmente sviluppati, di quelli in via di (rapido) sviluppo e gli aspetti sociali, economici ed ambientali non sarà impresa facile.

Eppure è certo che nei prossimi anni (entro il 2030) l'assorbimento di energia crescerà molto, più del 50%; con emissioni in termini di CO2 di almeno il 30%. La temperatura del pianeta è in aumento. Gli abitanti del globo, oggi 6,5 miliardi, raggiungeranno gli 8 miliardi.

Nel nostro Manifesto siamo partiti da una semplice ma essenziale premessa :

  1. Conservazione del pianeta ;
  2. Sicurezza e continuità degli approvvigionamenti;
  3. Costo della materia prima, e quindi binomio economicità-sostenibilità.

Entrando nel merito delle indicazioni abbiamo individuato Cinque Priorità per una riforma strutturale del sistema.

Riteniamo doverosa, innanzitutto, la revisione del sistema di approvvigionamento.

La prima priorità è quindi quella di diversificare, in termini di fonti energetiche primarie, tenendo conto che la risorsa maggiormente disponibile, ottenibile ed attuabile è costituita proprio dal risparmio energetico.

Lo enunciamo con forza non avendo il timore di essere smentiti; abbiamo fatto ricerca, diagnosi energetiche, approfondimenti e prove applicative i cui risultati hanno evidenziato economie in ragione del 20 fino al 70% rispetto ai consumi registrati prima degli interventi. Èquindi verosimile ipotizzare economie pari ad almeno un 20 – 30 % di risparmio energetico attivando le applicazioni già scientificamente provate.

Il secondo elemento da utilizzare per renderci meno dipendenti dall'estero ed al tempo stesso "nobilizzare" l'assorbimento energetico nella consapevolezza di voler essere rispettosi dell'ambiente, è costituito dall'impiego delle fonti rinnovabili (eolico, fotovoltaico, solare termico, biomasse, biocarburanti, biodiesel, bioetanolo, uso dei motori ibridi ecc ). Siamo ben ultimi in queste applicazioni, mentre sappiamo che altri paesi, ad esempio la Germania ( ma anche Francia e Spagna), già coprono ampie percentuali del proprio fabbisogno energetico da fonti rinnovabili.

La validità del ricorso alle fonti rinnovabili, se incentivate, è confermata anche dal provvedimento ministeriale emanato pochi giorni fa. Noi riteniamo che l'incentivo vada considerato un investimento non solo per il mantenimento della salute del pianeta ma per evitare che la nostra nazione sia sottoposta a pesanti e costose sanzioni che andrebbero a pesare sui conti statali molto di più rispetto a quanto concesso per incentivi /investimenti.

Confcommercio che auspica di raggiungere e superare, entro il 2010, la soglia del 20% di approvvigionamento energetico del rinnovabile, individua nell'utilizzo di queste fonti una significativa opportunità sia in termini di consumo che per le aziende promotrici di queste iniziative.

Abbiamo bisogno di petrolio, metano, carbone, fonti rinnovabili, risparmio ed efficienza energetica, ma non con l'esercizio diffuso delle" folate di vento", o tutto petrolio, o tutto gas, o tutto carbone come spesso da noi capita. Anche oggi assistiamo ad esempio alla costruzione dei rigassificatori, da niente (Panigaglia) a molti con tutte le difficoltà conseguenti. Vorremmo che all'energia derivante dalle fonti tradizionali seguissero le migliori individuazioni di un mix di prodotti che sia in grado di garantire la sicurezza di approvvigionamento, la continuità dello stesso, il costo e l'attenzione al possibile minore impatto ambientale. Siamo favorevoli alla più qualificata promozione della ricerca nel campo di tutte le energie, siamo molto più prudenti sul nucleare sia esso italiano o estero per gli effetti fortemente negativi in mancanza di annullamento nocivo delle scorie.

In secondo luogo riteniamo essenziale che vengano diffusi i necessari strumenti per promuovere l'offerta di servizi energetici per le imprese attraverso la creazione di un vero mercato dell'efficienza energetica: strumenti finanziari innovativi che possano considerare il risparmio energetico alla stregua di altre forme di garanzia e diffusione di diagnosi energetica sull'imprese private, non solo pubbliche, per aumentare la consapevolezza dei manager italiani in termini di investimenti per il risparmio energetico, in termini di progettazione di una nuova edilizia e infine in termini di ricorso a tecnologie mature ma al contempo innovative quali la cogenerazione.

Indispensabile, inoltre, è il potenziamento delle infrastrutture energetiche, nel rispetto di una loro gestione neutrale e indipendente, al fine di aumentare l'interconnessione tra zone limitrofe. L'indipendenza delle reti nei servizi infrastrutturali è il requisito base per la promozione della concorrenza e per assicurare efficienza e modernità ad un settore quale quello energetico in continua evoluzione. Incorporare in un'unica società indipendente gli asset delle infrastrutture (gas-elettricità) credo possa far scaturire nuove sinergie e agevolare la concorrenzialità del mercato stesso. Il forte legame del settore energetico con i trasporti, inoltre, impone l'adozione di misure in grado di razionalizzare e ammodernare la rete distributiva di carburanti, anche al fine di ridurre il peso del petrolio sui trasporti. In autotrazione, infatti, è possibile immaginare che la ricerca esprima risultanze di efficienza in termini di motori e di carburanti che consentano un minor consumo pari ad un 20 – 30 %. I biocarburanti (biodiesel, bioetanolo), pur nella consapevolezza che non sono competitivi se non assistiti da forti incentivi, rivestono un'importanza considerevole in considerazione, soprattutto, dell'inquinamento dell'aria nelle nostre città, specialmente quelle di grandi dimensioni. Al riguardo è possibile avviare misure correttive se fosse considerato un piano pluriennale dove consentire la circolazione a motori ibridi ovvero quei motori che al di sotto di una certa velocità funzionano automaticamente a celle combustibili o a Gpl o metano o in un prossimo futuro a prodotti ecocompatibili.

Certo comprendiamo che trovare virtù ed equilibrio fiscale è impresa non facile -soprattutto quando non si vuole rinunciare al gettito raccolto dal prelievo fiscale sui prodotti petroliferi – ma con un po' di ottimismo riteniamo non impossibile. Proprio la leva fiscale è oggi infatti il volano per ridurre l'impatto che grava sulle spese energetiche delle imprese e delle famiglie.

Concludo ribadendo con forza l'opportunità per l'Italia di essere leader in Europa di un nuovo corso per la terza rivoluzione industriale. Il nostro paese ha caratteristiche per essere "L'Arabia Saudita" delle fonti rinnovabili. Occorrerà avere volontà politica e leader illuminati, consapevoli che nei prossimi decenni la temperatura aumenterà di almeno tre gradi con conseguenze facilmente immaginabili.

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