Intervento del Presidente Sangalli alla Giornata di mobilitazione nazionale "Legalità mi piace!"

Intervento del Presidente Sangalli alla Giornata di mobilitazione nazionale "Legalità mi piace!"

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11 novembre 2013

 

 

GIORNATA DI MOBILITAZIONE NAZIONALE DI CONFCOMMERCIO

 

INTERVENTO DEL PRESIDENTE SANGALLI

 

Roma, 11 novembre 2013

 

 

Cari amici della Confcommercio, buongiorno.

Un saluto alle Autorità presenti, alle tante Associazioni collegate in diretta streaming da tutta Italia e un ringraziamento particolare per aver accolto il nostro invito, al Ministro dell'Interno Angelino Alfano, al Ministro dello Sviluppo Economico Flavio Zanonato, al Generale di Corpo d'Armata della Guardia di Finanza Pasquale Debidda.

Signori Ministri, Signor Generale la vostra presenza qui con noi oggi è importante: perché – ve lo dico in modo molto diretto e accorato - le imprese del commercio, del turismo, dei servizi e dei trasporti, le nostre imprese, insomma, da Nord a Sud, sono stremate.

E purtroppo il 2014 non sarà certo l'anno di una ripresa sostanziale. Non lo sarà  anche per gli effetti di una legge di stabilità, che se non verrà corretta in Parlamento, lascerà di fatto irrisolti i problemi strutturali della nostra economia, e soprattutto non avvierà quella stagione di riforme - prima fra tutte quella fiscale – che auspichiamo da tempo. Tanti imprenditori, abituati da sempre a rimboccarsi le maniche, hanno – lasciatemelo dire – incredibilmente ancora fiducia. Non chiedono allo Stato di lavorare per loro, ma si meritano  - e noi lo  chiediamo a gran voce – una vita decisamente più facile, meno onerosa e più sicura nell'esercizio delle loro attività. 

"Dateci buona moneta e strade sicure, al resto pensiamo noi".  Così, in un famoso passaggio di Kant, il mercante rispondeva alla domanda del sovrano che chiedeva: "Cosa posso fare per voi?". E la stessa risposta, "strade sicure", sicurezza, legalità, rimane valida anche per noi oggi.

Perché l'illegalità non è mai un atto isolato, ma produce sempre una catena di effetti devastanti per l'economia del Paese. L'illegalità altera il mercato e genera una concorrenza sleale che indebolisce il tessuto imprenditoriale sano;  in tanti casi danneggia l'ambiente e mette in pericolo la salute delle persone. L'illegalità, - giorno dopo giorno, dalle piccole cose ai grandi reati -, genera quella incertezza  che soffoca la libera iniziativa e la voglia di investire.

E l'illegalità ha spesso anche un altro effetto distorsivo: il comportamento di alcuni scredita il lavoro di tanti, anche di intere categorie come quelle rappresentate da Confcommercio. 

 

Oggi è, dunque, arrivato il momento nel nostro Paese di guardare la legalità non come un "di più", ma come precondizione per la crescita e lo sviluppo, tanto più per uscire dalla crisi. Nella crisi l'illegalità trova infatti il suo terreno fertile. Penso alle due indagini Confcommercio-Format che presentiamo oggi.

Da lì emerge che oltre la metà di coloro che acquistano prodotti e servizi illegali dichiara di farlo soprattutto per una ragione economica. A discapito  anche della  salute e della sicurezza dei prodotti.

La crisi fa quindi di necessità non una virtù, ma un'arma contro i consumatori stessi, contro la società, contro le imprese.

E basta dare pochi dati per capire quanto quest'arma sia affilata. In Italia sette esercizi su cento sono abusivi. Se questa è la media nazionale nei mercati ambulanti del Mezzogiorno addirittura si arriva ad 1 abusivo su 3.  E il giro di affari complessivo derivante dall'abusivismo è pari 8,8 miliardi di euro. Ciò significa che alle imprese commerciali regolari viene sottratto il 4,9 del volume delle vendite.

Inoltre, a causa dell'abusivismo commerciale e della contraffazione il commercio al dettaglio e la ristorazione si vedono sottrarre complessivamente 17,2 miliardi di euro all'anno di fatturato.

Un fenomeno davvero impressionante che comporta il rischio concreto di perdere ogni anno 70mila imprese e circa 185mila posti di lavoro regolari.

Bisogna opporsi a questa situazione che sottrae energie all'intero Paese. E bisogna farlo tutti insieme: imprese, consumatori e istituzioni pubbliche.

E proprio allo Stato vogliamo dire che, poiché l'illegalità spesso si annida nella complessità, le imprese devono essere agevolate e non vessate dal fisco, devono essere agevolate e non ostacolate dalla burocrazia, devono essere agevolate e non ostacolate quando creano lavoro, reddito e benessere, ovvero ciò che negli altri Paesi è incentivato e premiato.

Aiutiamole ad uscire da questo meccanismo perverso. E facciamolo presto e bene perché il tarlo dell'economia malata sta corrodendo inesorabilmente l'economia sana del Paese.

Ciascuno di noi, secondo ruoli e competenze, dimostri la capacità di dare risposte urgenti ed efficaci al deficit di legalità del Paese. Per questo, oggi, Confcommercio ha voluto dare voce all'esasperazione delle nostre imprese che pretendono regole chiare, controlli maggiori e più severi, certezza delle pene.

 

Come Confcommercio, come grande Organizzazione di rappresentanza imprenditoriale, sentiamo il diritto dovere di accendere i riflettori sulle gravi condizioni delle nostre imprese.

Siamo in una situazione di allarme rosso  e chiediamo, dunque, tolleranza zero contro ogni forma di illegalità, che si annida anche nelle professioni, nei servizi e nei trasporti; per non parlare del contrabbando. Tolleranza zero, la reclamano le imprese, la esige il Paese.

Così come chiediamo una maggiore attenzione anche nelle scelte del legislatore. A fianco delle forme di illegalità più note esistono, infatti, alcune fattispecie di concorrenza sleale più subdole ma non meno  gravi.

Anche queste pratiche, una sorta di abuso di diritto nel commercio, vanno contrastate con il massimo rigore. Insomma, quello che chiediamo è in breve: stesso mercato, stesse regole, è questo il principio su cui costruire un contesto economico e sociale realmente sano, legale, concorrenziale.

Tutti noi meritiamo di vivere in uno stato di diritto, senza zone d'ombra e soprattutto, abbiamo il dovere di garantire alle nuove generazioni un futuro migliore.

Come Confcommercio cerchiamo di fare la nostra parte. Da tempo e con determinazione, infatti collaboriamo in modo articolato con le istituzioni e le Forze dell'ordine, che ringrazio per il grande lavoro che svolgono ogni giorno.

Da oggi, comunque vogliamo rafforzare il nostro impegno con l'ambizione di essere motore e promotore di una campagna di sensibilizzazione sulla legalità.

E cito, come forme di collaborazione solo a titolo di esempio il Protocollo quadro per la Legalità e la Sicurezza delle imprese firmato con il Ministero dell'Interno, attualmente in fase di rinnovo, e mi fa piacere ricordare che è allo studio un Protocollo anche con la Guardia di Finanza.

Crediamo, infatti, che la competitività del nostro Paese, il miglioramento del nostro sistema economico e sociale, il successo nella lotta contro l'illegalità che mina le fondamenta della democrazia, dipendano anche se non soprattutto dalle azioni congiunte che noi, come Associazione di categoria, riusciremo a mettere in campo con le Istituzioni, le Forze dell'ordine e tutte le parti interessate.

Perché – richiamando  quanto dicevo all'inizio – costruire "strade sicure" su cui far viaggiare la nostra economia è la migliore "moneta" su cui investire per costruire la crescita del nostro Paese e il futuro dell'Italia.

 

 

 

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