Intervento del Presidente Rapari alla presentazione del Manifesto per l'Innovazione

Intervento del Presidente Rapari alla presentazione del Manifesto per l'Innovazione

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12 maggio 2010

Parte prima: benvenuto, cornice e reason why

Per Confcommercio e per Assintel è un momento molto importante: possiamo concentrare l’attenzione su uno fra i temi più decisivi per il futuro del nostro Paese: l’Innovazione. E possiamo farlo avendo tra noi uno fra gli interlocutori più autorevoli, il Ministro per l’Innovazione e la Pubblica Amministrazione.

Al Ministro, alle Istituzioni, al Sistema imprenditoriale e a tutti voi presenti oggi presenteremo il Manifesto per l’Innovazione, che la Commissione Innovazione tecnologica e Sviluppo d’Impresa che presiedo ha elaborato. E firmeremo un protocollo d’intesa per aprire un Tavolo strategico di sostegno all’Innovazione, soprattutto rivolto alle micro e piccole imprese.

Mi preme, ora, darvi una breve cornice che contestualizzi questo lavoro, presentandovi le ragioni e gli obiettivi che ci hanno guidato. Ho sintetizzato tutto ciò nella premessa al Manifesto: non saprei trovare qui parole migliori, quindi vorrei che la leggessimo insieme.

Perché un manifesto per l’Innovazione?

La sensazione che sia indispensabile ripartire, per chiudere al più presto fuori dalla portai brutti ricordi di un lungo periodo di crisi economica, è forte e ormai generalizzata.

Ma c’è anche un’altra sensazione, che segue la prima sottotraccia e non sempre è chiaramente distinguibile: è la consapevolezza che non basta chiudere la porta a doppia mandata e riprendere la strada dove la si era lasciata. Perchè questa crisi ha scoperchiato quello che tutti sapevamo ma che preferivamo non vedere: la vecchia e lustra parabola della dolce vita made in Italy ha raggiunto il punto di flesso, di non ritorno. Quella stessa parabola che ci ha permesso finora di “vivere di rendita”, di restare ancorati a logiche superate senza investire nel futuro, di seguire un tenore di vita pari a quello dei maggiori Paesi sviluppati senza sostenerci con strutture altrettanto sviluppate, ora ha cominciato a flettere verso il basso.

E su questa traiettoria in declino non è più possibile contare.

È, a ben vedere, una criticità che tocca in primis la dimensione culturale, che parla linguaggi obsoleti e tocca meccanismi profondi, come l’avversione innata al cambiamento e l’ancoraggio al passato piuttosto che il lancio al futuro.

È il linguaggio del digital divide, per cui l’Innovazione non è percepita come un investimento strategico per il business ancora da enormi sacche di imprenditori in tutto il territorio; e per cui quasi il 30% delle micro imprese non ha nemmeno un PC per la semplice ragione che non ne vedono l’utilità.

È il linguaggio del mercato del lavoro, che parla ancora di “salari” e di “industria”, come se non si sapesse che siamo ormai un’economia del Terziario, costituita per la stragrande maggioranza da micro e piccole imprese che producono servizi.

È il linguaggio della burocrazia, il Grande Elefante che sembra esistere unicamente per ostacolare l’attività delle nostre aziende. (Ma su questo punto sappiamo che il Ministro Brunetta è allineato, e ne apprezziamo gli sforzi...)

Ed infine, è il linguaggio della Politica, che non ha ancora un vero piano strategico nazionale di sviluppo dell’Innovazione, che preveda finanziamenti strutturali per le imprese, azioni capillari di formazione e sensibilizzazione, ampliamento delle infrastrutture tecnologiche, politiche di sviluppo delle filiere attraverso l’ICT, in definitiva governance del cambiamento.

Questa crisi ha messo al centro della riflessione globale il tema della Global Networked Society, cioè dell’interconnessione a matrice dei sistemi socio-economici, di cui il web – e le tecnologie che su quella piattaforma si sviluppano – sono l’elemento comune.

Vincere o perdere, nella nuova arena competitiva, dipende allora dalla capacità delle singole realtà – individui, aziende, Stati – di essere “update” in un contesto di estremo e continuo cambiamento: la variabile che acquisisce un’importanza senza precedenti è la velocità. Che è, in definitiva, stare al passo con la continua Innovazione, diventata paradigma della nuova società. Attenzione però a non farsi fuorviare dal termine: più che di prodotti, stiamo parlando di processi. La competitività si gioca sulla razionalizzazione e l’ottimizzazione di organizzazioni, procedure, sistemi; e l’ICT è lo strumento per raggiungere questi obiettivi.

Per queste ragioni è stato deciso di presentare un Manifesto: per stendere una road map che ci consenta di riguadagnare terreno e riorganizzarci strutturalmente alla luce del paradigma dell’Innovazione.

Già un’edizione fu presentata nel 2007, non sull’onda di una crisi economica ma di una ricerca, peraltro allarmante, da noi condotta sul divario digitale nella micro e piccola impresa. Il problema culturale fu rilevato allora e permane oggi, tuttavia aggravato dal fattore velocità e dal progredire delle interconnessioni dei sistemi. Gli interventi che allora auspicammo sono stati solo in parte presi in considerazione, in modo incompleto e non tempestivo. Oggi la crisi ha messo sul piatto non solo i nodi ancora irrisolti, ma anche i nuovi fattori che nel frattempo sono emersi.

È allora risultato ineludibile ripartire là dove ci eravamo fermati e fare un nuovo punto della situazione, per sollecitare i responsabili ad agire.

Questo Manifesto si rivolge in primo luogo al Governo e al Legislatore. Ma anche a tutti gli altri Stakeholder, Isitituzioni, Enti locali, Associazioni, Imprenditori, Società civile.

Confcommercio-Imprese per l’Italia e la sua Commissione per l’Innovazione e lo Sviluppo d’Impresa sono pronte a collaborare per non lasciare cadere nel vuoto delle parole questa occasione, e contribuire ad avviare un vero e stabile Rinascimento nel nostro Sistema-Paese.

Parte seconda: Anticipazioni Assintel Report 2010 & presentazione ITEM del Manifesto

Il mercato IT nel primo trimestre 2010

  • Ad integrazione dello scenario dipinto dal collega di Between, vorrei condividere con tutti voi uno sguardo sull’andamento attuale del mercato IT, come è appena emerso dalle Anticipazioni dell’Assintel Report 2010. Capire lo stato di salute del settore è importante, per due ragioni.
  • Innanzitutto, se il mercato IT cresce, significa che le aziende e il Paese stanno investendo in innovazione.
  • In secondo luogo, investire in innovazione è segnale dell’esistenza di quel circolo virtuoso che rende l’IT anticiclica rispetto all’andamento economico generale. Investire in IT, infatti, significa rendere più efficienti i processi, e questi a loro volta contribuiscono a migliorare la competitività delle imprese.
  • Se leggiamo i dati a chiusura del primo trimestre 2010, lo stato di salute del mercato IT è tale da spingermi a chiamare il 118, se ne esistesse uno che facesse al caso nostro. –7,7% rispetto all’ultimo trimestre 2009 e –25,8% se confrontato con il primo trimestre di un anno fa: queste sono le cifre.
  • Lievi spiragli di ripresa se ne vedranno a partire dal terzo trimestre, mentre solo negli ultimi tre mesi dell’anno si creeranno i presupposti per una stabeile inversione di tendenza.
    Il punto però è un altro: questa crisi sta portando ad una radicale ridefinizione sia dell’Offerta, sia della Domanda di Information Technology, tanto che, quando lo tzunami sarà definitivamente passato, il sistema si riposizionerà verso quella che abbiamo definito una “nuova normalità”, a cui tutti dovremo adattarci.
  • A livello di segmenti di mercato, restano pesantemente negativi l’Industria (-12%) e il Commercio (-8%), mentre recuperano il segno positivo le Banche e le Telecomunicazioni. La PA, gli Enti locali e la Sanità restano su valori modesti ma sempre positivi, dato che sono tradizionalmente anticiclici. Manca, però, quella spinta propulsiva all’Innovazione che tanto gioverebbe al mercato in generale.
  • Questi dati mi suggeriscono una riflessione politica, che mi è utile anche per introdurre il nostro Manifesto per l’Innovazione. Quanto sia importante l’Information technology per il rilancio competitivo di tutto il Paese è ormai un fatto noto, e gli slogan da tempo si sprecano. Ma tutto ciò resta drammaticamente uno slogan, tanto inflazionato quanto privo di azioni concrete. È per questa ragione che abbiamo ritenuto fosse il tempo di chiamare a raccolta tutta la Confederazione, per affermare a gran voce i nostri timori, e per stringere da subito con il Governo un link concreto per mettere in campo quelle misure prioritarie per il sostegno dell’Innovazione nelle imprese.

Il Manifesto per l’Innovazione: le principali proposte

L’ICT nelle micro, piccole e medie imprese

Le micro imprese – oltre 4 milioni, di cui circa l’80% costituite da 1 o 2 addetti – rappresentano il settore numericamente maggioritario dell’intero Paese. Un terzo di queste a tutt’oggi non possiede ancora un PC (e di conseguenza non si connette a Internet); solo il 57% ha un accesso a banda larga. Sono da considerare varie tipologie di interventi:

  • Azioni di carattere fiscale e finanziario per incentivare gli investimenti in ICT:
    • Applicazione del credito d’imposta per progetti e attrezzature ICT
    • Detassazione/defiscalizzazione degli investimenti delle aziende in PC, Hardware, Software e Servizi ICT (es. rendendoli assimilabili a quelli fatti in ricerca e sviluppo)
    • Applicazione di IVA agevolata per gli acquisti di PC, Software e assistenza tecnica da parte delle imprese e delle famiglie
  • Incentivi alle aziende per la rottamazione del Software e dell’Hardware desueto
  • Creazione di un “contenitore” ad hoc per la diffusione di best practices ICT sviluppate a livello territoriale, con il coinvolgimento delle Istituzioni centrali e locali.
  • Creazione di un “tavolo permanente della formazione”, per la realizzazione di un progetto nazionale di formazione e alfabetizzazione informatica dei dipendenti e del management delle micro, piccole e medie aziende, utilizzando i molteplici canali disponibili (fondi interprofessionali, finanziamenti regionali, provinciali, comunali, programmi europei, ecc.)
  • Applicazione massiva del lavoro a distanza (telelavoro) come principio di inclusione, tramite una legislazione che finalmente includa queste attività nel contesto dei contratti di lavoro

Internet a banda larga

In Italia la UE ha rilevato che lo sviluppo di Internet a banda larga è in notevole ritardo: il Paese risulta quart’ultimo nella classifica, con un tasso di penetrazione del 42% rispetto alla media europea del 60%. Questi i primi passi per raggiungere i valori medi europei:

  • Avvio di un piano di infrastrutture in fibra ottica caratterizzato da un'elevata modularità, nel periodo 2010-2013, che possa essere efficacemente strutturato negli anni. Nel 2010 si dovrebbe prevedere un investimento di 800 Mln. di Euro
  • Definizione di una normativa che preveda per tutte le nuove costruzioni la predisposizione del cablaggio verticale della fibra ottica a patire dal 2011
  • Sviluppo di una strategia a livello territoriale, in sinergia con gli Enti locali, che consenta alle imprese collocate nei c.d. centri commerciali naturali e nei distretti produttivi di poter sviluppare rapidamente una domanda di accesso aggregata e facilitata ai servizi innovativi legati alla banda larga
  • Valutazione, a livello governativo, della possibilità di un efficiente uso del dividendo digitale disponibile dal passaggio dalla rete di trasmissione analogica alla tv digitale terrestre. È necessario un coordinamento nazionale per definire quanto del dividendo digitale sia da utilizzare a tale scopo e un’armonizzazione a livello europeo sull’utilizzazione delle frequenze liberate, peraltro auspicata anche dalla Commissione UE
  • Sostegno economico alle micro e piccole imprese che forniscono servizi di connessione alternativa (Wireless, Wi-fi): la loro attività permette infatti di affrontare il digital divide in zone non redditizie per le grandi aziende di TLC
  • Sviluppo del WiMAX nelle aree di difficile accesso, attraverso una fluidificazione del mercato: sburocratizzazione, calmieramento dei costi delle licenze ovvero sostegno economico ai piccoli operatori che vi investono sul territorio

E-Government

L’innovazione digitale nella P.A. può generare una vera e propria rivoluzione sia nell’organizzazione interna della Pubblica Amministrazione centrale e locale, sia nella proposizione di nuovi e migliori servizi verso imprese e cittadini. Questi i punti principali da considerare:

  • Carta dei servizi: definitiva realizzazione della CNS per l’identificazione e l’autenticazione sicura
  • Dematerializzazione: avvio concreto dei processi documentali totalmente informatizzati entro il 2010 ed in particolare:
    • Casella elettronica di posta certificata per i cittadini, le amministrazioni pubbliche, le imprese e i professionisti
    • Fatturazione elettronica vs. la P.A. a partire dal 2010
    • Trasparenza: consentire ai cittadini di poter accedere agli iter di avanzamento delle pratiche e effettuare pagamenti on-line
  • Utilizzo dei servizi on–line come dialogo di base tra P.A. e cittadino
  • Scuola e Università: connessione di tutte le scuole in rete entro il 2012, con dotazione di strumenti e servizi tecnologici avanzati per la didattica e le relazioni con le famiglie
  • Giustizia: realizzazione della digitalizzazione e riorganizzazione degli uffici giudiziari; processo civile telematico in funzione a partire dal 2012
  • Sanità: realizzazione entro il 2011 a livello nazionale di:
    • Fascicolo Sanitario elettronico a livello di territorio e del paziente
    • Messa in rete dei medici, ad iniziare da quelli di base, per pervenire (prescrizioni, certificazioni, prenotazioni on-line)
    • Tracciabilità dei farmaci attraverso la connessione di medici di base – farmacie – case farmaceutiche
    • Reale avvio di progetti di telemedicina
  • Ambiente & energia: definizione standard per Green IT da applicare in capitolati pubblici.

Alfabetizzazione e formazione ICT

È essenziale puntare all’innalzamento della produttività e della competitività del Paese attraverso un programma di formazione capillare. È necessaria una riflessione su:

  • Utilizzo dei voucher formativi per le micro e piccole imprese
  • Creazione di un tavolo di concertazione per la formazione tra Confcommercio, il Ministero dello Sviluppo economico e Ministero per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione, al fine di identificare percorsi formativi ad hoc per le micro, piccole e medie imprese, in particolare del Terziario, basati sull’accrescimento di competenze
  • Avvio di programmi di formazione a distanza a livello territoriale, con il coinvolgimento degli Enti locali:
    • Creazione di aule virtuali con lavagne multimediali
    • Identificazione di percorsi formativi specialistici con il coinvolgimento delle Università
    • Messa in rete di testi e libri elettronici, da affiancare a quelli tradizionali
    • Formazione e riqualificazione del personale di aziende pubbliche e private, e di personale che ha perso il lavoro
  • Realizzazione di corsi organizzati dalle Associazioni a livello territoriale, con accordi con gli Enti locali, in base alle specifiche esigenze del territorio
  • Certificazione dei corsi ICT, affinché costituiscano punteggio utile per i concorsi pubblici e privati
  • Utilizzo massivo delle strutture scolastiche ed altre esistenti per corsi di alfabetizzazione e formazione ICT rivolti a categorie specifiche (persone che hanno perso il lavoro, anziani, ecc.)

Ambiente e ICT

L’ICT può essere di grande supporto per affrontare le enormi sfide ambientali che abbiamo di fronte. I principali interventi da valutare sono:

  • Inserimento negli appalti pubblici di criteri di “Green procurement” per tutti gli acquisti della P.A.
  • Incremento significativo degli incentivi della P.A. locale per lo sviluppo di progetti che prevedono l’uso di energie alternative e il risparmio energetico
  • Maggiore focalizzazione a livello di territorio su corsi di formazione su Ambiente e risparmio energetico
  • Creazione presso le Regioni più virtuose, con il supporto del Ministero dell’Ambiente, di un data-base di applicazioni dell’ICT per l’ambiente e l’energia a disposizione di tutte le Amministrazioni, con il supporto delle associazioni di categoria

Sviluppo dell’e-commerce

Nella classifica europea della penetrazione dell’E-commerce, l'Italia soffre con una posizione di fanalino di coda. Per accelerare il tasso di crescita degli scambi in questo comparto, si richiedono:

  • Interventi del Ministero dello Sviluppo economico per:
    • Un pacchetto di incentivi mirati allo sviluppo dell’e-business, che sostenga le aziende italiane già penalizzate rispetto ai competitor esteri da un mercato interno meno sviluppato e da una legislazioni meno snella
    • Semplificazione degli iter e obblighi di legge per le aziende
    • Nuova legge per l’e-commerce che preveda maggiori garanzie di sicurezza per gli utenti
  • Programmi di sostegno all’internazionalizzazione on-line delle aziende, soprattutto verso quei settori interessanti per il Made in Italy come la Moda, l’Alimentare, la Salute & bellezza.

Valorizzazione del turismo e dei beni culturali

I beni paesaggistici e culturali rappresentano il più grande patrimonio di cui l’Italia dispone. Purtroppo negli ultimi anni il posizionamento dell’Italia ha subito un progressivo e netto depauperamento, a causa di infrastrutture obsolete, prezzi elevati, mancata organizzazione di sistema. Tra gli interventi da valutare:

  • Realizzazione di un sistema integrato dell’offerta turistica complessiva, che comprenda un piano strategico nazionale e articolazioni territoriali, studiato in sinergia fra il Ministero del Turismo, il Ministero dei Beni Culturali, gli Enti locali, le rappresentanze associative di settore. Questi i nodi centrali:
    • Implementazione di sistemi integrati di offerta turistica on-line, territoriali e tematici, con geo-referenziazione e valorizzazione di tutta la catena del valore: dall’accoglienza alla ristorazione, dalla produzione di prodotti tipici al commercio, dal sistema museale e dei beni culturali alle attività ricreative e artistiche
    • Stanziamento di fondi regionali e locali che contribuiscano alla costruzione della filiera e all’implementazione dei sistemi e delle tecnologie necessarie
    • Finanziamento del Ministero Beni Culturali & Ministero del Turismo di progetti per la fruizione virtuale del patrimonio di belle arti e ambientale
  • Creazione di un tavolo interdisciplinare tra amministrazioni pubbliche e mondo privato per avviare progetti pilota su servizi “in mobilità”, che possono essere offerti ai turisti-cittadini che si spostano nelle principali città italiane
  • Realizzazione di progetti pilota finanziati dalle Istituzioni preposte e dal piano Industria 2015, sia legati allo sviluppo di piattaforme tecnologiche avanzate, sia di tecnologie mobile & wireless

Interventi a carattere generale

Oltre alle azioni auspicate nelle schede precedenti, si ritengono indispensabili altri provvedimenti più generali, che hanno il preciso scopo di snellire gli oneri a carico delle aziende e fluidificare il mercato. Non solo a beneficio di chi fa tecnologia e servizi innovativi, ma di tutto il sistema legato in particolar modo alle micro, piccole e medie imprese. Qui di seguito i punti principali:

  • Eliminazione progressiva dell’IRAP
  • Raddoppio del capitale sociale minimo oltre il quale le imprese devono dotarsi di revisori e sindaci
  • Versamento dell’IVA a pagamento fattura, con innalzamento della soglia a 2,4 milioni di euro di fatturato annuo
  • Riduzione degli oneri contributivi per le aziende che assumono personale specificamente dedicato ad attività ICT
  • Rispetto dei termini di pagamento delle fatture da parte della Pubblica Amministrazione
  • Regolamentazione delle gare d’appalto pubbliche, attraverso una definizione dei limiti al ribasso delle tariffe ICT, per evitare che le piccole imprese siano sistematicamente escluse, de facto, dai bandi di gara, ovvero obbligate ad annullare la loro marginalità.
  • Creazione di un sistema del credito ad hoc per le micro, piccole e medie imprese

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