Conferenza Stampa di apertura Forum Conftrasporto di Cernobbio
Conferenza Stampa di apertura Forum Conftrasporto di Cernobbio
Benvenuti e grazie per avere accolto l'invito a seguire i lavori della quarta edizione del Forum Internazionale di Confcommercio e Conftrasporto.
Un appuntamento che testimonia sempre di più il valore e l'importanza dei trasporti e della logistica all'interno di Confcommercio che è la casa comune delle imprese del terziario di mercato.
L'economia è purtroppo entrata in una fase di rallentamento, come ha certificato anche l'Istat.
Il nostro Ufficio Studi ha corretto al ribasso le già prudenti previsioni del marzo scorso. Ora, a nostro avviso, il PIL non andrà oltre l'1,1% quest'anno e si attesterà all'1% nel 2019, con i consumi non certo brillanti a +0,9% quest'anno e ad uno 0,8% nel 2019.
Pesano certamente i difetti strutturali della nostra economia: eccesso di pressione fiscale e burocrazia, carenze logistiche e deficit di legalità.
Ci auguriamo che la manovra di bilancio realizzi quella sintesi necessaria tra le misure per la crescita economica e il rispetto delle regole della finanza pubblica.
E' una sintesi necessaria perché, da un lato si stanno indebolendo tanto il commercio internazionale, quanto il ritmo di crescita dei consumi interni e dell'economia italiana nel suo complesso.
E, dall'altro lato, gli andamenti dello spread ed il loro impatto sui conti pubblici e sul sistema bancario ci ricordano costantemente l'importanza di politiche di bilancio equilibrate in un Paese in cui il rapporto tra debito pubblico e Pil supera il 130 per cento.
Dicevo dei difetti strutturali che comprimono la produttività sistemica dell'Italia e rendono il nostro paese meno competitivo.
Tra questi, mi soffermo su quelli – ne citerò solo alcuni - che riguardano i trasporti e la logistica:
- le carenze infrastrutturali del nostro Paese ci fanno perdere circa 34 miliardi di euro all'anno, 2 punti di Pil;
- i nostri autotrasportatori subiscono la concorrenza sleale di operatori esteri;
- le nostre merci viaggiano più lentamente e con maggiori costi.
Dunque, il nostro è un paese ancora largamente disconnesso, un Paese che non è riuscito a far funzionare l'intermodalità.
Senza, peraltro, far rispettare il principio ‘chi meno inquina meno paga', principio che dovrebbe premiare con minori tasse chi usa veicoli più puliti, cosa che da noi, purtroppo, non avviene.
Per fortuna c'è anche una buona notizia: il traffico merci delle autostrade del mare nei porti italiani è cresciuto del 43% negli ultimi dodici anni.
E' evidente che in questo scenario, anche grandi opportunità di crescita per il Paese, come la "Nuova via della Seta", rischiano di trasformarsi in occasioni mancate.
Occasioni mancate che hanno reso il nostro paese e le nostre imprese meno competitive. Imprese che, nel comparto dei trasporti e della logistica, sono anche sfavorite rispetto ad una sempre più agguerrita concorrenza estera.
Cosa fare dunque?
In via generale, servono più investimenti, bisogna rimettere in moto i cantieri. E le risorse stanziate non mancano perché nell'ultimo Documento di economia e finanza c'è, per le infrastrutture, un quadro di programmazione di risorse da 110 miliardi di euro.
Una programmazione preziosa per un Paese che, nell'ultimo decennio, ha accumulato un deficit infrastrutturale pari a 60 miliardi di euro.
Le risorse, dunque, ci sono. Ma vanno semplificate le procedure previste dal Codice degli appalti, visto che in Italia servono, in media, 15 anni per realizzare un'infrastruttura strategica di trasporto.
Vanno realizzate senza tentennamenti le opere realmente necessarie.
Così come bisogna porre la giusta attenzione al tema del confronto europeo sullo scorporo degli investimenti infrastrutturali dal computo del deficit.
In una parola: bisogna confermare la volontà di connettere l'Italia e promuovere la mobilità sostenibile.
L'Italia tutta, a cominciare da Genova e dalla Liguria, continua ad avere bisogno di connessioni rapide, efficienti e sicure.
Da qui bisogna partire per evitare di perdere un intero comparto che è di fondamentale importanza per l'economia e le prospettive di crescita del Paese.
Una nuova rotta per il futuro del settore noi l'abbiamo già da tempo individuata:
- promozione dell'accessibilità dei territori quale indispensabile leva competitiva;
- riduzione del peso delle accise, contrasto all'abusivismo e conferma delle risorse per una maggiore competitività delle imprese di autotrasporto;
- una strategia uniforme d'intervento sui porti e sulla "Nuova Via della Seta" che tuteli gli interessi nazionali;
- il completamento del processo di apertura alla concorrenza nel trasporto ferroviario e l'adeguamento della rete agli standard tecnici europei.
Secondo noi questa è la strada giusta da percorrere per far viaggiare l'Italia ad alta velocità e farla crescere.
Grazie.