Intervento del Presidente Sangalli alla Giornata "Legalità, ci piace!"

Intervento del Presidente Sangalli alla Giornata "Legalità, ci piace!"

DateFormat

20 aprile 2021

Cara Ministro Lamorgese, Autorità, cari amici della Confcommercio in collegamento da tutta Italia, buongiorno a tutti.

Benvenuti a questa Giornata della Legalità, arrivata alla ottava edizione.

E con l’occasione ringrazio la Presidente Anna Lapini per il suo impegno.

Ottava edizione slittata in primavera in un anno a dir poco infausto, che alla crisi sanitaria ha visto aggiungersi presto quella economica e poi anche quella sociale.

Inauguriamo, quindi, un’edizione speciale di questa manifestazione, un’edizione digitale, che vede tuttavia simbolicamente in presenza, qui con noi, il Ministro e i Presidenti regionali della Confcommercio.

Quest’anno cambia dunque il format, ma rimane il senso: tenere alta la guardia sul tema della sicurezza e della legalità. Tanto più oggi: perché legalità e sicurezza sono una precondizione di “normalità”.

Grazie quindi ancora al Ministro che è voluta stare qui con noi, fisicamente, scelta che cogliamo come volontà di normalità.

Perché di normalità abbiamo bisogno, oggi più che mai. E la normalità significa innanzitutto poter lavorare, poter riaprire.

Questo stiamo chiedendo al Governo e alle Istituzioni, con proposte puntuali nelle misure di sostegno e di messa in sicurezza, con un lavoro assiduo sui provvedimenti governativi e in Parlamento.

Lo abbiamo chiesto anche nelle piazze, in tante piazze d’Italia, fino alla manifestazione di qualche giorno fa della Fipe, dimostrando come una rappresentanza d’impresa responsabile si muove nel perimetro della legalità e della civiltà, dando voce al tempo stesso alla disperazione delle imprese. 

Ci sembra oggi che la decisione del Governo vada in questa direzione sulle aperture, a partire dal metodo, quello cioè della programmazione, con un calendario definito. 

Per quanto riguarda il merito, cara Ministro, ci permettiamo di ricordare che le aperture per le sole attività all’aperto rischiano di penalizzare almeno la metà delle imprese che non possono usufruire di questa possibilità. E va detto che è anche una doppia penalizzazione per le imprese dei pubblici esercizi della montagna, considerate le stesse condizioni climatiche.

Chiediamo quindi due ulteriori accorgimenti: da una parte, favorire una sensibilizzazione nei confronti delle amministrazioni locali nel permettere di utilizzare nuovi spazi pubblici, così da assicurare maggiore vivibilità delle nostre città e territori; dall’altra parte, sarebbe importante anticipare prima possibile le aperture anche all’interno, con distanziamento e protocolli di sicurezza.

Perché l’emergenza economica non è alle spalle.

Oggi sono a rischio 300mila imprese e 200mila professionisti.

Per questo il focus di questa edizione della Giornata della Legalità riguarda un fenomeno antico, ma che nei momenti di crisi diventa una vera e propria piaga sociale: il tema dell’usura.

Basta guardarsi intorno per capirne le ragioni. Nel 2020, le imprese del commercio, alloggio e ristorazione hanno subito una drammatica riduzione del volume di affari e oltre un terzo si è trovato stretto in un combinato disposto pericolosissimo, cioè la mancanza di liquidità combinata con una difficoltà sostanziale di accesso al credito.

Ed è per questo che senza sosta in questi mesi abbiamo chiesto non solo indennizzi adeguati e tempestivi, ma anche moratorie fiscali e creditizie ampie ed inclusive, la sospensione e la rateizzazione degli impegni fiscali e possibilità più ampie di accesso al credito.

Senza fatturato, senza liquidità, senza credito, e con i costi da pagare, è facile capire quanti imprenditori rischiano infatti di essere facili prede per la criminalità organizzata e le pratiche di usura.

Come emerge dai nostri dati, infatti, dal 2019 ad oggi la quota degli imprenditori che ritiene aggravato il fenomeno è aumentata di 14 punti percentuali. E sono ad immediato e grave rischio di usura circa 40mila imprese del commercio, della ristorazione e dell’alloggio.

La correlazione rischio chiusura definitiva dell’impresa e rischio usura è poi direttamente proporzionale.

Per questo il Mezzogiorno, dotato di un tessuto imprenditoriale più fragile, è più esposto al fenomeno dell’usura.

Ed è un rischio quanto mai insidioso, se posso aggiungere. Perché l’usura rimane un reato che fatica ancora ad essere denunciato.

E, certo, l’abbiamo sempre ripetuto: denunciare si deve perché è un dovere morale e giuridico.

Ma sappiamo anche che a frenare la propensione a denunciare è la paura di ritorsioni e, soprattutto, la percezione di essere soli.

Noi dobbiamo far sentire agli imprenditori che denunciare non solo si deve. Ma anche si può, perché non si è soli davanti alle minacce della criminalità.

E conviene, perché sottrarsi alla morsa della criminalità significa costruire sviluppo per la propria impresa e per la collettività.

Sappiamo bene che oggi interi comparti del terziario di mercato vedono in discussione le ragioni della propria stessa sopravvivenza.

A quegli imprenditori vogliamo dire, una volta ancora: non siete soli.

La Confcommercio è con voi.

E la Confcommercio è con le istituzioni.

Se questo è – tristemente - il tempo del distanziamento sociale e dell’isolamento sanitario, è chiaro, tuttavia, che in questa crisi nessuno si salva da solo.

Guardate, questa “giornata della legalità” si chiama così ma - l’abbiamo sempre detto e l’abbiamo dimostrato proprio in questo anno difficilissimo - non è certamente l’impegno di un giorno.

Non è l’impegno di un giorno.

Cara Ministro, noi assicuriamo - come abbiamo sempre fatto – la piena collaborazione con le forze dell’ordine, le istituzioni, le associazioni.

E sappiamo bene che alle forze dell’ordine è stato chiesto quest’anno uno sforzo senza precedenti, per far fronte alle tante sfaccettature dell’emergenza per questa pandemia.

C’è bisogno, però, di presenza, di controlli, di vicinanza.

C’è bisogno di fare la differenza tra chi è in difficoltà e chi se ne approfitta.

C’è bisogno di rilanciare l’economia e di dare nuova speranza a famiglie e imprese.

L’usura, infatti, fa presa su chi è disperato. E oggi sono in tanti ad essere disperati.

Dobbiamo riaccendere la speranza di imprese e imprenditori.

Partendo da quello che ognuno di noi può fare nel suo impegno e mettendolo insieme coltivando, con cura, ogni giorno, con le parole e con i gesti, la cultura della legalità.

Come diceva un grande poeta nell’opera più famosa dedicata ad un usuraio, il mercante di Venezia: “Come arrivano lontano i raggi di una piccola candela: così splende una buona azione in un mondo malvagio”.

Ecco, non esiste una luce troppo esile per non essere vista.

Non esiste un gesto troppo piccolo per non essere utile.

Non esiste un contributo alla legalità che non valga la pena di essere dato.

Insieme, possiamo fare la differenza.

La Confcommercio c’è.

Il futuro non (si) chiude e la legalità è la nostra finestra aperta, quella da cui entra la luce del futuro.

Vi ringrazio.

Banner grande colonna destra interna

Aggregatore Risorse

ScriptAnalytics

Cerca