"Turismo obiettivo 2035: momento della verità e nuove sfide. Clima, migrazioni e strategie di adattamento"
"Turismo obiettivo 2035: momento della verità e nuove sfide. Clima, migrazioni e strategie di adattamento"
Intervento del Presidente Sangalli al TTG Travel Experience
Gentili ospiti, care amiche e cari amici di Confturismo e del TTG, buon pomeriggio a tutti.
Anno dopo anno questo appuntamento diventa sempre più strategico e partecipato per la Confcommercio e le imprese del turismo italiano.
Perché questa è innanzitutto un’occasione di incontro e scambio, come le grandi fiere possono e devono essere.
Ma allo stesso tempo riesce ad essere anche un’occasione di riflessione e approfondimento dei temi che riguardano il settore.
Lo vediamo anche nell’incontro di oggi che si proietta nell’orizzonte del 2035 per collegare il “macro” delle sfide globali e il “micro” delle scelte individuali di viaggio e vacanza.
Stiamo attualmente vivendo una “età fragile”. Mi riferisco alle difficoltà delle nuove generazioni, ma anche a quel senso di smarrimento generalizzato che viviamo come persone e società.
Infatti, negli anni del Covid e del post-Covid, socialmente e individualmente, abbiamo vissuto l’improbabile e affrontato quello che ritenevamo impensabile.
Abbiamo subito una crisi sanitaria senza precedenti, che si è tramutata in una crisi economica ed ha assunto i tragici risvolti dell’instabilità geopolitica, con la situazione che tutti conosciamo in Medio Oriente e la guerra ritornata ai confini dell’Europa con il conflitto russo ucraino.
Eppure, in questi anni, siamo riusciti a superare persino le previsioni economiche più ottimistiche, grazie al ruolo cruciale del terziario di mercato e a quella che potremmo definire "eccezionalità italiana”.
Mi riferisco in particolare al nostro turismo, un settore strategico, spesso sottovalutato, ma che in questi ultimi anni ha realizzato un piccolo miracolo economico.
Pensate che solo nel 2023, la bilancia turistica ha registrato un saldo netto di oltre 26 miliardi di euro, e nei primi sette mesi del 2024 abbiamo già visto un incremento del 2%.
Senza contare poi che nel solo trimestre estivo, la spesa dei turisti stranieri nel nostro Paese ha sfiorato i 12 miliardi di euro solo per la ristorazione.
È chiaro che il turismo sia una delle nostre carte vincenti; auspichiamo, dunque, che vengano adottate politiche strutturali, adeguate e di lungo respiro, che tengano in considerazione anche la crescente interconnessione di questo settore con i temi della sostenibilità.
La natura, infatti, ci sta presentando in questi ultimi anni un conto molto amaro: tra picchi di temperature e fenomeni estremi, il clima è cambiato.
Ma non sta cambiando solo il clima.
Sta cambiando il turismo globale: nuovi attori si stanno già affacciando sulla scena internazionale e certo, entro il 2035, dovremo confrontarci con competitor emergenti.
Stanno cambiando, quindi, anche i turisti e i servizi che l’impresa turistica deve essere in grado di fornire per rimanere competitiva.
I viaggiatori di oggi sono, infatti, sempre più consapevoli dei cambiamenti e dei rischi che l’emergenza climatica (e le altre sfide globali) porta con sé.
Così il turismo si sta riadattando su tre nuovi assi che potremmo definire con tre S: Sicurezza, Sostenibilità e Scelta.
Sicurezza. Perché i viaggiatori cercano soluzioni che li facciano sentire in sicurezza, per quanto riguarda tanto il clima quanto la salute. Bisogna mettere in conto gli eventi straordinari e le imprese del turismo diventano quindi, in un certo senso, “gestori del rischio”, molto di più di quanto lo siano mai stati in passato.
Non a caso, abbiamo chiamato uno dei nostri progetti più iconici in tema di sostenibilità e turismo proprio “Sentinelle del Mare”, dove imprese e Confcommercio locali assumono un ruolo di tutela della sostenibilità delle spiagge italiane per aumentare l’attrattività delle destinazioni.
Il secondo grande asse di sviluppo lungo il quale si sta oggi muovendo il turismo mondiale è poi quello della seconda S, della Sostenibilità.
Le imprese del turismo sono inevitabilmente legate al territorio nel quale sono inserite.
Per le piccole imprese locali questo è evidente. Ma, guardate, non è meno vero per le grandi catene internazionali o le multinazionali del turismo.
Senza tutela e conservazione del paesaggio, dei beni naturali e culturali, ogni impresa è destinata ad un orizzonte di breve periodo e a margini che si riducono attraendo un tipo di turismo sempre più dequalificato.
La sostenibilità, insomma, è un’occasione di innovazione, e quindi di competitività e produttività e può innescare processi trasformativi non solo dell’ambiente ma anche dell’impresa stessa, rendendola più attrattiva ed efficiente.
Confcommercio in questi anni ha realizzato “Imprendigreen”, un percorso di formazione per le imprese, che termina con un riconoscimento dell’impegno profuso, in collaborazione proprio con l’Università Sant’Anna di Pisa.
Ho detto quindi Sicurezza e Sostenibilità. Infine, il terzo asse: la S di Scelta.
Scelte imprenditoriali che vanno in direzione dell’attenzione all’ambiente sono un criterio di scelta della destinazione turistica.
I viaggiatori e i turisti hanno infatti tutto l’interesse a sentirsi considerati co-protagonisti, insieme all’impresa, del contrasto all’emergenza climatica e alla tutela del territorio nelle destinazioni nelle quali scelgono di viaggiare e soggiornare.
Come evidenziato dalla nostra indagine, oltre un terzo dei turisti è disposto a pagare di più pur di usufruire - dagli hotel, ai ristoranti e agli stabilimenti balneari - di servizi turistici rispettosi dell’ambiente.
Guardate, non si tratta di compiere sacrifici o scelte radicali, ma di accompagnare un cambiamento di mentalità che coinvolga imprese, destinazioni e cittadini. Grazie alla libertà di scelta delle persone può fiorire il migliore turismo.
E noi abbiamo la responsabilità di scegliere, con un approccio tanto pragmatico, quanto consapevole.
Così quando ci proiettiamo all’obiettivo 2035 (come nel titolo di questo incontro), ci dobbiamo chiedere fin da subito in che modo vogliamo aprire quella porta.
Da parte mia e della Confcommercio non c’è dubbio: noi scegliamo la speranza consapevole. Noi scegliamo la sostenibilità.
Una sostenibilità che è insieme ambientale, economica e o “sociale”, oppure non è.
Perché non è in grado di produrre vero valore, per le persone, per il turismo, per il nostro Paese.