Firma dell'Accordo Interconfederale tra Confcommercio e Cgil, Cisl e Uil

Firma dell'Accordo Interconfederale tra Confcommercio e Cgil, Cisl e Uil

L'intervento del Presidente, Carlo Sangalli

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24 novembre 2016

 

FIRMA ACCORDO CONFCOMMERCIO E CGIL, CISL E UIL

SU NUOVO SISTEMA DI RELAZIONI SINDACALI E MODELLO CONTRATTUALE

Intervento del Presidente

Carlo Sangalli

Roma, 24 novembre 2016

 

 

Oggi presentiamo, insieme a Cgil Cisl e Uil, un accordo significativo per i nostri settori, che individua con chiarezza le principali direttrici attraverso cui sviluppare un nuovo sistema di relazioni sindacali e di regole per i contratti collettivi.

Abbiamo sempre sostenuto che la materia della contrattazione dovesse essere lasciata alla autonomia delle parti sociali, le sole in grado di trovare quegli equilibri che giustificano un accordo, anche perché siamo convinti che non sia più il tempo di un solo modello contrattuale per tutti i settori economici.

Il terziario di mercato che, costituisce la principale area di occupazione del Paese e contribuisce in modo significativo al PIL richiede una visione prospettica anche sul versante delle relazioni sindacali.

L'accordo firmato oggi prosegue un percorso comune che ha visto Confcommercio sottoscrivere con Cgil, Cisl e Uil l'Accordo interconfederale sulla Governance della bilateralità nel 2014 e, lo scorso anno, l'accordo sulla rappresentanza, dove veniva sancita e condivisa la reciproca rappresentatività nei nostri settori. Questo accordo riparte quindi dal tema della rappresentanza.

Confcommercio, Cgil, Cisl e Uil hanno condiviso la necessità di individuare criteri di misurazione non solo per le Organizzazioni sindacali, ma anche per la parte datoriale. E Confcommercio ha dato la propria disponibilità.

Insieme crediamo al valore della rappresentanza quale prerequisito per sottoscrivere i contratti.

Sottolineiamo anche che il ruolo dei corpi intermedi non si esaurisce con la firma dei contratti, ma come previsto dalla Costituzione, deve potersi esprimere nella rappresentanza degli interessi collettivi in tutte le sedi Istituzionali.

Per questo abbiamo dichiarato la volontà di avere una sede di confronto permanente, aperta alle organizzazioni datoriali e sindacali comparativamente più rappresentative, al fine di portare un contributo costruttivo allo sviluppo del Paese.

La Confcommercio è un settore articolato e pertanto anche le relazioni sindacali abbracciano un universo composito di piccole, medie e grandi imprese che operano in diversi contesti economici: dal commercio ai servizi alle imprese e alle persone, dal turismo ai trasporti.

Anche per questa ragione Confcommercio riconosce nel Contratto Nazionale uno strumento di regolazione efficace, sia per le imprese che per il lavoro.

Uno strumento che da noi ha spesso saputo anticipare soluzioni innovative, che hanno poi ispirato anche riforme legislative.

Ma soprattutto è uno strumento apprezzato, perché contiene norme concrete per le imprese, e non è solo un quadro generico di regole.

Il contratto nazionale rimane centrale nella contrattazione collettiva. Avrà durata quadriennale e sarà la sede non solo per definire le retribuzioni ma anche per concordare norme operative per migliorare la produttività e la competitività delle imprese.

Per gli aumenti non ci saranno automatismi, ma si prenderanno a riferimento gli andamenti economici dei settori, insieme ai risultati della trattativa, effettuando così una valutazione complessiva del valore del singolo contratto.

Il contratto nazionale si potrà adeguare rispetto a specifiche esigenze individuate in azienda, e quindi prevedere, con accordi aziendali o territoriali, modifiche e o deroghe di norme e istituti anche economici.

A livello aziendale sarà anche possibile definire nuove figure professionali e a livello territoriale si potranno sottoscrivere accordi quadro, offrendo cosi ulteriori spazi per il miglioramento di produttività e premialità detassata.

Un paragrafo importante è dedicato al welfare contrattuale, un tema che ci ha visto precursori con le Organizzazioni sindacali mentre pochi, pochissimi, iniziavano ad interessarsene.

Confcommercio è partita oltre 65 anni fa con il welfare per i dirigenti, poi negli anni 80 ha costituito il fondo bilaterale di sanità integrativa per i quadri e da oltre 10 anni anche il più grande fondo di sanità integrativa per i dipendenti. Insieme al sindacato, abbiamo quindi consolidato un significativo sistema di welfare contrattuale strutturato a livello nazionale.

Insomma i grandi pilastri del welfare, quali previdenza e sanità integrativa, non si sviluppano nella frammentazione di mille rivoli, ma nelle masse critiche che garantiscono sostenibilità e buone prestazioni: su questi temi è fondamentale che il Governo continui a sviluppare politiche di incentivazione fiscale e contributiva.

Infine, richiamando il nostro accordo sulla Governance della bilateralità confermiamo che occorre proseguire il percorso già avviato, affinché le attività degli enti bilaterali siano sempre più percepite come un valore reale e concreto per dipendenti e imprese.

Questo accordo si chiude con un impegno reciproco a consolidare le relazioni sindacali a livello confederale attraverso incontri periodici su temi di interesse comune.

Non è solo un auspicio, ma un metodo in cui crediamo, quello del confronto e del dialogo finalizzato a portare un contributo concreto e quanto più possibile condiviso sulle grandi questioni che interessano il nostro Paese.

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