"Accordo sulla rappresentanza sindacale"

"Accordo sulla rappresentanza sindacale"

Intervento del Presidente Sangalli alla Conferenza stampa sulla presentazione della Accordo siglato tra Confcommercio-Imprese per l'Italia, CGIL, CISL e UIL

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26 novembre 2015

 

 
Oggi abbiamo sottoscritto un accordo importante, un accordo che va oltre il suo contenuto.
Si tratta dell'accordo sulla rappresentanza per la sottoscrizione dei contratti collettivi con l'obiettivo di garantire più ampie certezze sulla valenza dei contratti stessi.
Questo accordo, dicevo, va letto, però, oltre i confini dei suoi contenuti.
Al suo interno sono definiti indicatori, pesi e misure della rappresentanza sindacale, si concordano regole e obiettivi e ci si riconosce anche reciprocamente quali parti rappresentative, insieme responsabili verso le imprese e i lavoratori.
Garantire certezze sui contratti, assumersi la responsabilità di negoziare e sottoscrivere accordi, continuare a ricercare soluzioni innovative in un mondo che cambia sempre più in fretta è una responsabilità ma anche una significativa prerogativa delle parti sociali.
Questo accordo quindi sta anche a significare che le parti sociali sono vive e attive e lo sono ancor di più in un tempo in cui la cultura della disintermediazione tende a sminuire il valore dei corpi sociali, sino ad arrivare ad ipotizzare un salario minimo legale.
Il salario minimo legale, che si sostituirebbe alle retribuzioni contrattuali è, secondo noi, un errore da evitare e che potrebbe costare molto caro al Paese, spazzando via anni di contrattazione con cui, va ricordato, si è saputo costruire innovazione ed anche anticipare normative più aderenti ai bisogni del mercato del lavoro.
Noi crediamo che la materia dei contratti vada lasciata alla totale autonomia delle parti sociali, le sole in grado di trovare quegli equilibri che giustificano un accordo.
Nel caso del contratto del terziario abbiamo più volte fatto da apripista sulla stessa legislazione, penso al part time o all'apprendistato, e sempre con quel contratto abbiamo spesso contribuito ad individuare soluzioni importanti per le imprese sull'organizzazione del lavoro e la crescita di produttività.
E abbiamo risposto ad importanti bisogni con un significativo welfare contrattuale.
Un welfare contrattuale, ad esempio, sull'assistenza sanitaria integrativa, che ha iniziato a fornire prestazioni ai nostri quadri più di 25 anni fa e che da ormai 10 anni ha costruito il più grande fondo sanitario esistente in Italia con oltre 1 milione e mezzo di iscritti.
Tutte cose possibili grazie a quella contrattazione nazionale, oggi spesso sminuita, ma che in verità si è sempre esercitata nella consapevolezza di dover costituire un riferimento fondamentale per centinaia di migliaia di imprese e per milioni di lavoratori.
Crediamo quindi nella contrattazione, ma anche nel principio per cui va valorizzata quella contrattazione che gioca secondo regole definite e che vede gli attori confrontarsi sul merito delle questioni, magari duramente, ma correttamente.
Diventa quindi centrale condividere regole comuni sulla sottoscrizione dei contatti, anche per evitare che l'autorappresentazione prevalga sulla rappresentanza.
Per tutte queste ragioni abbiamo condiviso questo accordo.

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