Conferenza Stampa di apertura Forum Conftrasporto di Cernobbio

Conferenza Stampa di apertura Forum Conftrasporto di Cernobbio

Intervento del Presidente Carlo Sangalli

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24 ottobre 2016

Benvenuti e grazie per avere accolto l'invito a seguire i lavori della seconda edizione del Forum Internazionale di Conftrasporto-Confcommercio.

Un appuntamento che testimonia come Confcommercio sia sempre più la casa comune delle imprese dei trasporti e della logistica oltre che, naturalmente, del terziario di mercato.

Lo scorso marzo proprio qui a Cernobbio parlavamo di una ripresa senza slancio. A distanza di qualche mese stiamo toccando tutti con mano, imprese e famiglie, i primi segnali tangibili di un nuovo rallentamento della nostra economia.

Insomma, pesa, sul quadro economico ancora una grande incertezza. 

Se vogliamo trasformare la debole ripresa di oggi in una robusta e diffusa crescita per i prossimi anni, bisogna concentrarsi su misure che rilancino i consumi privati e gli investimenti.

Un aiuto arriva dalla legge di stabilità, articolata su diverse apprezzabili misure per il sostegno al tasso d'investimento e al contrasto alla povertà. Diamo atto al Governo di avere mantenuto la promessa fatta dal premier alla nostra Assemblea di giugno di evitare l'aumento dell'Iva. Ma, vinta una battaglia bisogna vincere la guerra. Purtroppo, infatti, la questione andrà nuovamente affrontata, e certo non ci mancherà la determinazione per farlo. Perché 10,5 miliardi di euro per il 2018 e quasi 20 miliardi per il 2019 sono gli aumenti di imposte indirette programmati nell'ultima manovra.

Immaginare una nuova crescita della fiducia con questi vincoli all'orizzonte è davvero arduo.

La bassa crescita è determinata, assieme all'eccessivo carico fiscale, dai difetti strutturali della nostra economia: burocrazia asfissiante, deficit di legalità, inadeguatezza delle infrastrutture e inefficienza della logistica. 

Le performance dei trasporti e della logistica sono un indicatore significativo dello stato di salute della nostra economia e delle sue possibilità effettive di sviluppo. Ne determinano la competitività sistemica.

Come mette in luce l'analisi del nostro Ufficio Studi, realizzata in collaborazione con l'Isfort, nonostante la centralità dell'Italia nel Mediterraneo, siamo sempre più ai margini degli scambi internazionali. 

Sulla connessione e sull'accessibilità dei territori, sull'adeguamento infrastrutturale e sul miglioramento della qualità dei servizi di trasporto si gioca una partita decisiva per la crescita e per il futuro del Paese. 

Stiamo, infatti, perdendo imprese italiane nel settore; anzi, senza esagerare, anche per una cattiva interpretazione della concorrenza in Europa, rischiamo di perdere proprio l'intero settore.

Stiamo cedendo traffici di merci su mare e su gomma ai principali competitor europei e soprattutto a vantaggio dei Paesi dell'Est Europa. 

Non sfruttiamo le potenzialità del trasporto ferroviario: tanto è vero che abbiamo una rete  "strozzata" e obsoleta soprattutto al Centro; e una situazione drammatica al Sud. 

Nel corso di questi anni abbiamo accumulato gravi ritardi, in particolare nel Mezzogiorno, non riuscendo ad avviare un sistema della mobilità delle merci e delle persone più efficace ed efficiente.

Rinunciando ad investire non solo abbiamo penalizzato questo settore, ma abbiamo messo una pesante ipoteca sulla crescita del Paese. 

Tra il 2007 e il 2015 gli investimenti si sono, infatti, ridotti del 30%, pregiudicando la modernizzazione e la realizzazione delle infrastrutture.  

Senza investimenti l'Italia si ferma, e ferma resterà. Per via delle inefficienze logistiche, perdiamo circa il 2% di Pil, pari a 34 miliardi di euro all'anno. Un vero e proprio autogol per la crescita.

Allora occorre fare di più, occorre fare meglio e nei tempi stretti imposti dalla competizione planetaria.

Crediamo, dunque, che sia necessario affrontare con più determinazione la questione dell'accessibilità, che include le grandi opere nei valichi alpini, l'ammodernamento della rete viaria, la "cura del ferro", fino alle autostrade del mare. E sono anche urgenti misure come quelle in favore del cabotaggio nazionale.

Insieme al Presidente di Conftrasporto, Paolo Uggè, chiediamo un piano strategico per i trasporti, la logistica e la mobilità, con l'istituzione di un coordinamento nazionale che si concentri sulle opere e sugli interventi necessari al rilancio del settore e del Paese; per un autotrasporto italiano che sia messo in condizione di giocare ad armi pari con la concorrenza estera; per un trasporto ferroviario che sia uniforme e moderno su tutto il territorio nazionale; per un sistema marittimo più forte e organico.

Grazie

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