Intervento del Presidente Sangalli alla Giornata di mobilitazione nazionale "Legalità, mi piace!"

Intervento del Presidente Sangalli alla Giornata di mobilitazione nazionale "Legalità, mi piace!"

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26 novembre 2014

 

Buongiorno a tutti. Saluto le Autorità presenti ringrazio il Ministro dell'Interno, l'amico Angelino Alfano. La Vostra presenza e' un segnale preciso e importante agli imprenditori, alle donne e agli uomini, che sono oggi in collegamento da tutto il Paese.

E il saluto più grande va proprio a quegli imprenditori e alle Associazioni che ci stanno seguendo da tutta Italia e che hanno speso idee ed energie per organizzare la "loro" Giornata "Legalità Mi Piace" sui diversi territori.

Vi sono grato di questa partecipazione.

E sono altrettanto felice di vedere che qui oggi sono venuti a trovarci i ragazzi di una scuola superiore: un Paese dove vince la legalità è, in fondo, il Paese che vogliamo lasciare a loro.

Come Confcommercio, abbiamo deciso di ripetere l'esperienza di una giornata di mobilitazione nazionale dedicata alla legalità non solo, e non tanto, per il successo che questa giornata ha avuto lo scorso anno.

Abbiamo deciso di ripetere l'esperienza perché questo è un tema su cui non bisogna mai abbassare la guardia.

Non lo devono fare le imprese.

Non devono abbassare la guardia le istituzioni.

Non devono abbassare la guardia le rappresentanze di impresa che, come forma di aggregazione sul territorio e nelle categorie, hanno una responsabilità in più.

Siamo in un certo senso il "primo argine" contro l'illegalità nell'economia: perché mettersi insieme significa sentirsi meno soli.

Ecco: noi non molliamo la presa su questo tema.

 I risultati della nostra ricerca condotta con GFK-Eurisko ci dicono che un'impresa su due avverte un peggioramento della criminalità negli ultimi anni: è la spia di una sofferenza profonda che cresce.

 

Sofferenza, disagio confermati anche dalle scelte dei consumatori. Nel 2014 il 27% degli italiani ha acquistato almeno una volta un prodotto o un servizio illegale.

Abusivismo, contraffazione, estorsioni, usura, taccheggio, furti, rapine e altri fenomeni criminosi sottraggono, portano via, al settore del commercio, degli alberghi e dei pubblici esercizi oltre 26 miliardi di euro all'anno, mettendo a rischio 260 mila posti di lavoro regolari, dentro una crisi che sembra non finire mai.

Così, alla crisi economica, alla contrazione dei consumi e ai problemi occupazionali, si somma drammaticamente, anche il costo dell'illegalità e la concorrenza sleale di chi non rispetta le regole.

E, a proposito di regole, credo che sia importante ripetere oggi una cosa che diciamo spesso: c'è bisogno di semplificazione. Ce n'è bisogno non solo per agevolare l'attività di chi produce ricchezza in questo Paese, ma anche perché nella complicazione, nella complessità spesso si annidano corruzione, illegalità, criminalità.

E, più la crisi si protrae, più la forza di reagire si affievolisce da parte della singola impresa in regola.

E noi non possiamo permettercelo, non solo moralmente, ma anche come sistema Paese.

Sicurezza e legalità sono infatti prerequisiti di una democrazia compiuta, ma sono anche condizioni necessarie per un'economia sana e un mercato che funziona, che fa crescere il Paese.

Per questo noi diciamo alle nostre imprese che denunciare si deve, perché è un dovere giuridico e morale.

Denunciare si può, perché non si è soli davanti alle sfide e alle minacce della criminalità.

E denunciare conviene: perché sottrarsi alla morsa della criminalità significa costruire sviluppo per la propria azienda e per la collettività.

Legalità significa sempre una simmetria tra diritti e doveri: il dovere di denunciare, ma anche il diritto di non sentirsi e di non essere lasciato solo.

E, quindi, non c'è altra strada: bisogna lavorare insieme. Altrimenti, la criminalità sarà sempre più forte.

A questo proposito, voglio citare il Protocollo Videoallarme antirapina firmato con il Ministero dell'Interno. Per quanto riguarda il  Protocollo quadro per la Legalità e la sicurezza delle imprese chiediamo di estendere il rating di legalità alle piccole imprese del terziario di mercato.

Restano comunque troppi i furti e le rapine nei negozi.

Restano comunque troppi i commercianti che, in queste rapine, muoiono.

In tutti questi casi, noi chiediamo "tolleranza zero".

"Tolleranza zero" garantita dal lavoro della magistratura e delle forze dell'ordine, a cui esprimiamo oggi la nostra profonda, completa, sentita gratitudine per tutto ciò che fanno ogni giorno.

"Tolleranza zero" da parte delle istituzioni verso tutta la filiera della criminalità, che va dal riciclaggio alla vendita del singolo prodotto contraffatto.

E, non c'è dubbio, non è sempre facile denunciare per un imprenditore, perché la paura è tanta e comprensibile: si teme per la vita, per la famiglia, per l'azienda. E si perde la serenità e, quindi, la voglia di fare impresa.

 Gli imprenditori del commercio, del turismo, dei servizi alle imprese e alle persone, dei trasporti e della logistica, chiedono più presidio e controllo del territorio. Certezza della pena.

Come diceva uno dei padri costituenti di questo Paese, Piero Calamandrei, "non vi è legalità senza libertà". Giusto, giustissimo, ma è vero anche che "senza legalità non vi è libertà", neanche libertà economica.

Grazie.

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