Istat: calo consumi famiglie più forte dal 1997

Istat: calo consumi famiglie più forte dal 1997

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5 luglio 2013

 

I dati Istat indicano che nel 2012, la spesa media mensile per famiglia e' stata pari, in valori correnti, a 2.419 euro (-2,8% rispetto all'anno precedente).  La caduta della spesa media risulta la piu' forte dall'inizio delle nuove serie storiche dell'Istat, avviate nel 1997. Tenuto conto dell'errore campionario (0,6%) e della dinamica inflazionistica (+3%), la spesa e' diminuita anche in termini reali. Il valore mediano della spesa mensile per famiglia risulta pari a 2.078 euro; il valore e' identico a quello del 2011, a seguito della piu' marcata diminuzione della spesa tra le famiglie con livelli di spesa elevati. La spesa alimentare e' sostanzialmente stabile, passa da 477 a 468 euro, anche grazie alle strategie di contenimento della spesa messe in atto dalle famiglie per fronteggiare l'aumento dei prezzi: crescono le percentuali di chi ha ridotto la qualita' e/o la quantita' dei generi alimentari acquistati (dal 53,6% del 2011 al 62,3% del 2012) e di coloro che si rivolgono all'hard discount (dal 10,5% al 12,3%). La spesa non alimentare diminuisce del 3% e scende nuovamente sotto i 2.000 euro mensili: calano le spese per abbigliamento e calzature (-10,3%), per arredamenti, elettrodomestici e servizi per la casa (-8,7%) e quelle per tempo libero e cultura (-5,4%), a fronte pero' di un aumento del 3,9% delle spese per combustibili ed energia. Sale, rispetto al 2011, la quota di spesa alimentare (dal 19,2% al 19,4%); l'aumento piu' consistente si registra nelle regioni centrali (dal 18,4% al 19,3%), ma e' nel Mezzogiorno che, ancora una volta, si osservano i valori piu' elevati (25,3%). Tra il 2011 e il 2012 risulta in contrazione, su tutto il territorio nazionale (e in particolare nel Mezzogiorno), la quota di spesa destinata all'abbigliamento e alle calzature: dal 5,4% si scende al 5,0%, nel Mezzogiorno dal 6,6% al 5,7%. In quest'ultima ripartizione, quasi il 22% delle famiglie (contro il 16,7% osservato a livello nazionale) dichiara di aver diminuito, rispetto all'anno precedente, la quantita' di vestiti e scarpe acquistati e di essersi orientato verso prodotti di qualita' inferiore; l'acquisto sempre piu' spesso si fa al mercato e la relativa quota di famiglie sale dal 12,4% al 17,0% (dall'11,1% al 13,6% a livello nazionale). Continua a scendere la parte di spesa destinata all'acquisto di arredamenti, elettrodomestici, servizi per la casa (dal 5,4% del 2010, al 5,1% del 2011, al 4,8% del 2012), in particolare si limitano le spese per gli elettrodomestici meno indispensabili (lavastoviglie, apparecchi per le pulizie, condizionatori), per i mobili e per il personale domestico. In progressiva diminuzione anche la quota di spesa destinata al tempo libero e alla cultura (dal 4,4% del 2010, al 4,2% del 2011, al 4,1% del 2012); le famiglie riducono in
particolare la spesa per cinema, teatro, giornali, riviste, libri, giocattoli, lotto e lotterie, acquisto e mantenimento di animali domestici. Solo le spese per la pratica sportiva e per gli abbonamenti a televisione, radio e internet non mostrano decrementi. In lieve diminuzione le percentuali di spesa destinate alla cura della salute (dal 3,7% al 3,6%), soprattutto nel Mezzogiorno (dal 3,6% al 3,4%), a seguito della riduzione delle spese per i medicinali, per le visite specialistiche e per il dentista; tengono ancora le spese per analisi cliniche ed accertamenti diagnostici e quelle per infermieri e fisioterapisti.

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