Italia primatista europea per l'uso del contante

Italia primatista europea per l'uso del contante

Per le transazioni sotto i 20 euro non c'è moneta elettronica che tenga, mentre per quelle oltre i 100 il contante è addirittura al 77 per cento. E siamo il fanalino di coda nella Ue per la frequenza dei prelievi agli sportelli Atm.

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20 aprile 2011

Gli italiani sono affezionati ai contanti, tanto da porsi ai vertici dell'Ue per i pagamenti effettuati'cash' anzich in moneta elettronica. E' una tendenza evidente non solo nelle piccole spese ma anche per gli importi più alti, e che fa il paio con una circolazione di biglietti da 500 euro
ai vertici d'Europa. A scattare la fotografia sull'utilizzo delle banconote in euro, a quasi dieci anni dalla loro circolazione (era il 2002), è stata la Banca centrale europea. In uno studio che mostra ampi divari nei diciassette Paesi dell'area euro, in cui gli italiani sono spesso citati fra i cittadini meno inclini a fidarsi di carta di credito e bancomat e più affezionati allo sportello della vecchia banca (piuttosto che al distributore automatico Atm) per ritirare i soldi. L'uso del contante - scrive la Bce - viaggia ''attorno ai livelli massimi in Italia, Spagna e Austria e minimi in Francia e nei Paesi Bassi''. In generale, nei punti vendita dell'area euro il valore delle operazioni regolate in contanti è
superiore di circa 1,5-2 volte a quello delle transazioni effettuate elettronicamente. Ma l'Italia si colloca ad un estremo secondo la Bce: il contante stravince ovunque sulle spese inferiori ai 20 euro. Ma il nostro Paese (77%), insieme a Germania (69%) e Spagna (64%), domina anche per gli importi superiori fino a 100 euro. In Francia siamo al 15%. E il 'cash' negli stessi Paesi resiste (al 30%) anche per gli acquisti fra 200 e 1000 euro. Italiani ai vertici (siamo secondi solo al Lussemburgo) anche per il 'taglio' delle banconote usate: 39 persone su 100 riferiscono, in Italia, di essere entrate in possesso di un biglietto da 500 euro più di una volta l'anno. Si tratta soprattutto di lavoratori autonomi. Sono appena nove su 100 in Francia, otto nei paesi Bassi. Italiani fanalino di coda, invece, per quanto riguarda la frequenza dei prelievi agli sportelli Atm (bancomat): 46 persone su 100 lo fanno almeno una volta ogni due settimane, un terzo degli italiani non preleva mai e preferisce andare direttamente in banca. Una tendenza che la Bce imputa alle commissioni spesso richieste dalle banche, che spingono gli italiani a fare meno prelievi con valore unitario piu' elevato. Volgendo lo sguardo oltreoceano, nella "patria" della moneta elettronica, gli americani si sono recentemente scoperti meno dipendenti del passato dall'uso di carte di credito. Secondo il centro di ricerche di Chicago TransUnion, l'uso delle carte di credito è crollato di oltre l'11% e attualmente gli americani senza carta di credito sono circa 70 milioni, contro i 78 milioni dell'anno scorso. È la prima volta da almeno trent'anni che i sottoscrittori di carte di credito decrescono.
E' un fenomeno che sembra legato a un cambiamento dei costumi e alla minore propensione all'indebitamento delle famiglie. Così, se il debito medio del possessore di carte di credito è sceso a 4.964 dollari nel terzo trimestre del 2010, le insolvenze sono cadute del 25%.

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