IV CONFERENZA NAZIONALE DI AN SUL TURISMO

IV CONFERENZA NAZIONALE DI AN SUL TURISMO

ROMA, 3 FEBBRAIO 2000 (sintesi)

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3 febbraio 2000
Quanto tempo mi date per elencare, anche se in modo succinto, le occasioni perse , mancate dal nostro paese nel settore turistico

SERGIO BILLE’ ALLA IV CONFERENZA NAZIONALE DI AN SUL TURISMO
ROMA, 3 FEBBRAIO 2000 (sintesi)

 

Sono troppe le occasioni perse, mancate dal nostro paese nel settore turistico. Un settore che può essere paragonato alle vicende di “Luna Rossa” alla Louis Vuitton Cup: ha la vela incastrata sotto la chiglia, si è fatta recuperare, ma può ancora vincere.

E il nostro settore turistico può ancora vincere la sfida solo se sarà messo al centro delle scelte economiche del Paese basate su un rilancio strutturale, finalmente programmato, di una delle poche, ma sicure risorse su cui l’Italia può contare non solo per tornare competitiva sui mercati ma per “ripensare” un impianto industriale che possa produrre sviluppo.

E se, come pare sempre più probabile, l'industria italiana dell'auto, perno fino ad oggi del nostro sistema industriale, subirà una sostanziale trasformazione che potrà portare, a breve o a media scadenza, ad un trasferimento, in Germania o altrove, dei centri decisionali, diventa ancora più urgente la necessità di creare altri poli di sviluppo occupazionale, altre strutture che consentano al nostro sistema di garantire filiere di sviluppo, migliore reddito, più posti di lavoro.

Abbiamo già perso da tempo grandi opportunità nell'informatica, nella telefonia, nella chimica e nella trasformazione dei prodotti industriali.

Ci resta la carta del turismo, una carta che dobbiamo giocare con abilità, lungimiranza, senso di prospettiva.

Anche perché i dati sul settore, con oltre 112mila miliardi di ricchezza prodotta, più di 2 milioni di occupati diretti e indiretti e un saldo della bilancia alla voce "viaggi" pari a 22mila miliardi di lire nel ‘98, confermano la leadership italiana nel turismo mondiale.

Una leadership da difendere e da incrementare visto che nei prossimi 20 anni si prevede che in Italia il volume di affari generato dal turismo aumenterà di oltre il 60%, anche se la quota di mercato scenderà dal 5,5% al 3,3%.

Fare sistema e fare qualità sono le due sfide prioritarie che ci attendono, con l’obiettivo di costruire una marca dell’accoglienza italiana.

Questi obiettivi devono essere realizzabili non solo a livello nazionale, ma soprattutto sul territorio, in considerazione del fatto che lo sviluppo del turismo è sviluppo delle economie locali.

Le imprese turistiche, infatti, sono strettamente legate al territorio ed il valore aggiunto delle aziende non resta dentro i cancelli della fabbrica, ma si diffonde all'interno di un tessuto produttivo assai più ampio.

Per rispondere a questa scommessa certamente servono anche strumenti legislativi innovativi, oltre che scelte di politica economica ben precise.

Siamo alle soglie di un'approvazione della riforma della legislazione turistica nazionale, ma è opportuno fare una riflessione e ripensare il modello di sviluppo necessario per il turismo del terzo millennio.

Un modello di sviluppo che possa vincere quella sfida competitiva in atto con gli altri paesi a forte vocazione turistica basandosi su alcuni fattori fondamentali, quali un sostegno significativo per il passaggio dalla quantità alla qualità in tutti gli aspetti dell'offerta turistica italiana, una forte integrazione dei servizi ed un loro maggiore orientamento al "turista", l’esaltazione delle specificità del modello italiano, il superamento dei fattori deboli e negativi come, ad esempio, i problemi legati alla sicurezza, alla qualità dell'ambiente, alla vivibilità urbana, alla presenza di adeguate infrastrutture. Fattori questi penalizzanti per l'immagine che il sistema Italia da di sé all'estero.

Confcommercio, con tutte le sue componenti che da sempre rappresentano il turismo in Italia, ha dato vita a Confturismo proprio perché crede nella opportunità, non più rinviabile, di assicurare al turismo italiano quelle condizioni necessarie ad esprimere le enormi potenzialità di cui dispone, candidandosi ad essere soggetto attivo, di proposta e di confronto su tutto il territorio nazionale, di questo innovativo processo di sviluppo.

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