Intervento del Presidente Sangalli al IV Forum dei Giovani Imprenditori

Intervento del Presidente Sangalli al IV Forum dei Giovani Imprenditori

Varese, 23 ottobre 2006

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23 ottobre 2006

Autorità, cari amici ed amiche, signore e signori,
desidero ringraziare innanzitutto l'Uniascom di Varese, che dopo aver celebrato il proprio sessantennale solo venerdì, in un incontro al quale ho avuto il piacere di intervenire, ospita oggi il quarto Forum Internazionale dei Giovani Imprenditori di Confcommercio, che ci offre l'opportunità di affrontare il tema più "caldo" del momento, quello della Legge Finanziaria per il 2007.

Una manovra che doveva essere – e questo lo avremmo condiviso, e lo abbiamo detto quando è stato presentato il Dpef – di equità, di rigore e di sviluppo.

Di sviluppo, perché l'Italia ha bisogno di non perdere il treno della ripresa; di rigore, perché la situazione dei conti pubblici e l'Europa ce lo impongono; di equità, perché, lo abbiamo detto allora, e lo ribadiamo oggi, siamo pronti a fare la nostra parte, purché ci venga chiesto il giusto e non si ricorra a delle facili scorciatoie.

E allora andiamo a vedere se questi tre parametri – rigore, sviluppo ed equità – sono stati rispettati.

Il rigore.

È stata scelta la strada più facile, intervenire sulle entrate invece di affrontare il problema dei tagli di spesa – delle spese improduttive, superflue, delle inefficienze – un lavoro difficile, certo, di cesello, ma che poteva essere affrontato in altro modo, che può e deve essere portato avanti.

E invece?

E invece si è scelta la strada degli interventi generalizzati, con conseguenze che saranno presto visibili agli occhi di tutti: perché è evidente che una stretta sui bilanci degli enti locali, non può che generare un aumento delle imposte già esistenti, creando così un circolo vizioso che porterà ad inasprire ulteriormente la pressione fiscale, che già tra quest'anno e il prossimo vedrà un incremento dell'1,3%, come è stato confermato dal Governatore della Banca d'Italia Draghi.

Anche la revisione degli studi di settore, il contrasto all'elusione e all'evasione e il recupero di base imponibile, l'incremento delle aliquote contributive, il trasferimento all'Inps del TFR vanno classificate come entrate.

Di fatto, Le conseguenze più evidenti e palesi di questa "riclassificazione" delle entrate della manovra, vanno lette in un forte incremento della pressione fiscale.

Così il prelievo complessivo derivante dalla manovra ammonterà non già a poco meno degli 11 miliardi di euro segnalati dal Governo, bensì ad esattamente il doppio, cioè circa 22 miliardi, che potranno arrivare addirittura ad oltre 24 tenendo conto di quella parte dei mancati trasferimenti agli Enti locali – per effetto del nuovo patto di stabilità interno – che si tradurrà in una nuova imposizione di tributi o inasprimento delle aliquote (leggasi ICI, ad esempio) a livello di Comuni e Province.

E tutto questo non potrà, a sua volta, che incidere sullo sviluppo. E vengo, quindi, al secondo parametro.

Il nostro Centro Studi ha analizzato l'impatto della Finanziaria sullo sviluppo e la crescita del nostro Paese e i risultati non sono confortanti.

Perché è proprio sul versante della finanza pubblica e sugli effetti delle misure contenute all'interno della Legge Finanziaria che si concentrano le maggiori perplessità sulle dinamiche di crescita nel 2007.

Il forte sbilanciamento sul versante delle entrate, con un ulteriore aumento della pressione fiscale – che si riporta molto vicina ai livelli più elevati degli ultimi quindici anni, collocandosi al di sopra del 42% del PIL – rischia, infatti, di produrre effetti negativi soprattutto sul versante della domanda interna per consumi da parte delle famiglie, non adeguatamente controbilanciati, dall'altro, da un miglioramento della domanda di investimenti da parte delle imprese.

Analizzando la previsione di crescita per il prossimo anno, così come delineata nella Relazione Previsionale e Programmatica 2007, appare evidente che, a fronte di uno sforzo volto al reperimento di oltre 19 miliardi di euro da destinare allo sviluppo, l'incremento del PIL si attesterà appena all'1,3%.

È pur sempre una cifra superiore alla media annua dei primi anni duemila, ma comunque meno della metà della crescita USA e lontana anche dalla media dell'Eurozona, al di sopra del 2%, come pure da quella di importanti partner come Francia e Regno Unito.

E infine l'equità.

Oggi i nostri Giovani imprenditori ci hanno presentato i risultati di un sondaggio sulla Finanziaria, un sondaggio effettuato su un campione di imprese, commercianti e cittadini.

E i dati di questa indagine campionaria ci dicono che meno di un terzo degli intervistati giudica coerente questa Finanziaria con il principio di equità, ossia il 70% non riconosce alla manovra che si sta delineando il rispetto degli impegni annunciati dal Governo; e la stessa percentuale esprime un giudizio negativo complessivo sulla manovra.

D'altronde, se due su tre delle più importanti agenzie di rating proprio in questi giorni hanno declassato l'Italia, mi sembra che le valutazioni espresse fin qui non sono solo reazioni "di pancia" dell'uomo della strada, visto che anche autorevoli osservatori internazionali manifestano preoccupazione per la situazione economica del nostro Paese.

E questa preoccupazione, palpabile, diffusa, la registro quotidianamente nei contatti con le imprese dei nostri settori.

Imprese che conoscono la fatica di fare ogni giorno impresa confrontandosi direttamente con il mercato.

Difficoltà che sono note, ma che sono state evidenziate dalla ricerca presentata oggi, dalla quale emerge che i commercianti indicano fra le priorità sulle quali intervenire una diminuzione della tassazione e la semplificazione burocratica ed amministrativa.

Sono dati che ci fanno pensare, e che forse dovrebbero far riflettere anche il Governo, che è riuscito a inserire nella Finanziaria una norma – per fortuna modificata proprio pochi giorni fa nel testo che è passato in aula alla Camera – che prevedeva addirittura la chiusura del negozio per la mancata emissione di un solo scontrino.

Mi chiedo, e vi chiedo: ma nella Pubblica Amministrazione non sbagliano mai? E che conseguenze hanno questi errori? E chi risarcisce, e quando, e come, le vittime di questi errori?

Allora cerchiamo di creare un contesto in cui ciascuno si assuma le proprie responsabilità, ma riconosciamo anche che gestire un'impresa, specialmente una piccola impresa, non è facile.

Avremmo voluto che nella stesura di questa manovra si guardasse ai nostri settori con più attenzione, senza preconcetti, riconoscendo il contributo che portano allo sviluppo e alla crescita del Paese.

Così non è stato. Anche questa volta abbiamo assistito al ripetersi di una vecchia consuetudine secondo la quale il Governo crea corsie preferenziali per alcuni interlocutori, fra le cosiddette "parti sociali".

Ma non ci siamo dati per vinti. Alle forze di maggioranza e opposizione abbiamo spiegato le nostre ragioni, argomentandole, affinché si modifichino quelle norme che non solo penalizzano le nostre imprese, ma nemmeno aiutano la crescita del Paese.

E l'ipotesi che tutto questo non accada, ponendo la fiducia sull'intera manovra, sinceramente non possiamo accettarla.

Perché nessuno meglio di noi conosce il disagio e la protesta che oggi viene dal mondo delle imprese.

Per questo, abbiamo dichiarato la mobilitazione della nostra Organizzazione.

Per questo, il prossimo 30 ottobre, si svolgerà un'assise unitaria degli Organi direttivi delle Confederazioni del mondo del commercio, del turismo, dei servizi, dell'artigianato, dei trasporti.

Per questo, ci accingiamo a convocare l'Assemblea straordinaria della Confederazione.

Perché questa Finanziaria può e deve essere cambiata, e perché le nostre imprese, le vostre imprese, e soprattutto i nostri giovani, hanno bisogno di certezze, di un contesto sereno nel quale svolgere il proprio lavoro, di poter contribuire alla crescita del Paese.

Come hanno sempre fatto, con il loro lavoro, con il loro impegno e con senso di responsabilità.

Grazie.

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