Iva: Federalberghi e Fiavet chiedono tagli come in Germania

Iva: Federalberghi e Fiavet chiedono tagli come in Germania

Dal primo gennaio del 2010, l'Iva sugli alberghi tedeschi passerà dall'attuale 19 per cento al 7 per cento. Bocca: "Serve una misura che riduca significativamente l'Iva". Renzi: "Meno tedeschi arriveranno in Italia".

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30 ottobre 2009
RENZI/FIAVET:

Dal primo gennaio del 2010, l’Iva sugli alberghi in Germania passerà dall'attuale 19% al 7%, sulla falsariga di quanto alcuni mesi fa aveva stabilito anche la Francia che aveva portato l’Iva per la ristorazione dal 19,6% al 5,5%. Una notizia che ovviamente preoccupa gli operatori del turismo in Italia che chiedono misure simili al Governo per rilanciare un settore che da qualche tempo mostra di essere in difficoltà. “Quella della Merkel è una decisione sicuramente importante per ridare slancio all’economia turistica tedesca – ha commentato il presidente di Federalberghi-Confturismo, Bernabò Bocca - che rappresenta la riprova di come ogni Governo stia varando per sé misure indispensabili per ridare ossigeno ad una ripresa economica che ancora stenta a decollare”. “Il tempo delle dichiarazioni d’intenti e' finito – ha aggiunto Bocca - e ci aspettiamo che Ministero del Turismo e Ministero dell'Economia intervengano subito con una misura condivisa, volta a ridurre significativamente l'Iva”. Dello stesso avviso anche la presidente di Fiavet, Cinica Renzi: “Con la diminuzione dell'Iva alberghiero in Germania gli operatori italiani avranno un concorrente in più in Europa. Inoltre in questo modo il governo tedesco valorizza in modo forte il mercato turistico interno e quindi saranno di meno i turisti tedeschi che arriveranno in Italia”. “Gli Agenti di Viaggi e i Tour Operator italiani, poi, sono doppiamente penalizzati perché, oltre a dover lavorare con servizi turistici mediamente più cari rispetto ai competitor europei, applicano l’aliquota IVA ordinaria poiché i pacchetti e i servizi turistici erogati da loro non sono inseriti tra i beni e servizi a cui gli Stati Membri possono applicare una aliquota IVA ridotta. Gli operatori italiani, infatti, si trovano a scontare una aliquota IVA del 20% sul margine realizzato per la vendita del pacchetto turistico mentre ad esempio i colleghi spagnoli applicano l’aliquota del 16% e quelli inglesi quella del 15%. “Sempre in ambito di regime IVA – ha concluso Renzi - “la nostra associazione è da anni che richiama l’attenzione delle competenti autorità europee e nazionali sulla necessità della revisione del regime speciale IVA per le Agenzie di Viaggi: si tratta di una disciplina che ormai risale a 30 anni fa e quindi da aggiornare per vari motivi: il mercato turistico è profondamente cambiato, sono state introdotte alcune importanti novità, basti pensare alla detraibilità dell’IVA congressuale”. Secondo Claudio Albonetti, presidente di Assoturismo-Confesercenti, “l’abbassamento del carico fiscale che grava intorno alle imprese del turismo è essenziale,altrimenti non c'e' scampo”. Per il presidente di Assotravel Confindustria, Andrea Giannetti, in questo momento l’abbassamento non è attuabile. “Ogni punto di Iva vale decine di milioni di euro – ha detto- e non credo che Tremonti sia nelle condizione di poterla tagliare”.

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