Iva: "nodo" clausole nella legge di Stabilità

Iva: "nodo" clausole nella legge di Stabilità

No all'aumento dell'Iva ma solo per il 2016, per l'anno successivo si profila invece una neutralizzazione parziale. Da qui al 2018, il totale delle diverse clausole di salvaguardia inserite per blindare i conti pubblici e rassicurare Bruxelles sul rispetto dei saldi ammonta a oltre 70 miliardi.

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30 settembre 2015

 

Una prassi ormai consolidata, che restringe il raggio di azione delle manovre di finanza pubblica obbligando, di fatto, il governo di turno a individuare faticose coperture alternative. Da qui al 2018, il totale delle diverse clausole di salvaguardia inserite per blindare i conti pubblici e rassicurare Bruxelles sul rispetto dei saldi ammonta a oltre 70 miliardi. L'ultima in ordine di tempo, neutralizzata ieri dal Consiglio dei ministri, avrebbe comportato l'aumento a partire da domani delle accise sulla benzina per 728 milioni. Prima dell'estate, il Governo aveva deciso di rinviare alla fine di settembre ogni decisione in merito. Ora, per far fronte alla bocciatura da parte della Commissione europea dell'estensione del "reverse charge" alla grande distribuzione (una delle misure del pacchetto antievasione contenuto nella legge di stabilità del 2015) si ricorre agli incassi attesi dalla voluntary disclosure, agevolati dalla proroga della domanda di rientro dei capitali dall'estero che il Governo ha fissato al 30 novembre. Due mesi in più, dunque, rispetto alla precedente scadenza, mentre per l'integrazione dell'istanza e la presentazione della relativa documentazione il termine slitta al 3o dicembre. Incassi attesi, ma la cui entità potrà essere accertata solo a fine anno, e in ogni caso si tratta di entrate una tantum, il cui utilizzo non potrà essere esteso alla copertura di parte delle maggiori spese che verranno inserite nella legge di stabilità. Su questo punto, come sull'intero pacchetto relativo alla flessibilità di bilancio chiesta dal Governo (lo 0,4% del Pil che potrebbe crescere allo 0,6% qualora venga accordato anche uno "sconto" di 3,3 miliardi per far fronte all'emergenza migranti) è in corso la trattativa con Bruxelles. Disinnescata la mina dell'aumento della benzina, resta nell'anno in corso da far fronte ai 671 milioni che derivano da una delle"code" del "Milleproroghe", ma di certo la partita più impegnativa andrà condotta tra breve con la legge di stabilità sull'altra e ben più pesante clausola di salvaguardia l'aumento dell'Iva che entro il 2017 potrebbe salire dal to al 13% e dal 22 al 25,5% entro il 2018, e aumento delle accise su benzina e gasolio (10 centesimi). Incrementi che scatterebbero dal prossimo 1 gennaio. Si tratta di 12,8 miliardi nel 2016, 19,2 miliardi nel 2017 e 22 miliardi nel 2018. Se si sommano anche gli effetti delle precedenti clausole, il totale complessivo sale a 16,1 miliardi il prossimo anno, 25,4 miliardi nel 2017 e 28,2 miliardi nel 2018. Per i12016 il ricorso a tale robusto incremento della tassazione verrà evitato, almeno stando agli intendimenti programmatici inseriti nel Def di aprile e puntualmente confermati nella Nota di aggiornamento approvata lo scorso 18 settembre. II problema è che l'azzeramento delle clausole di salvaguardia su Iva e accise per ora è limitato al 2016. Se ne può de-dune che nel 2017 si procederà probabilmente a una neutralizzazione parziale. In poche parole, potrà scattare l'aumento dell'Iva e delle accise, anche se in misura minore rispetto a quanto previsto per il 2016 dal quadro a legislazione vigente.

tratto da Il "Sole 24 Ore" di Dino Pesole 

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