L'inflazione degli ultimi dieci anni: aumentano i prezzi dei servizi, diminuiscono quelli dei beni

L'inflazione degli ultimi dieci anni: aumentano i prezzi dei servizi, diminuiscono quelli dei beni

In dieci anni assicurazioni +81%, pasta -17% Nel 2005 e nei primi mesi del 2006 pesano i prodotti energetici

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18 maggio 2006

35/06

Roma, 18.5.06

 

In dieci anni assicurazioni +81%, pasta -17%

Nel 2005 e nei primi mesi del 2006 pesano i prodotti energetici

 

L’INFLAZIONE DEGLI ULTIMI DIECI ANNI: AUMENTANO I PREZZI DEI SERVIZI, DIMINUISCONO QUELLI DEI BENI

 

Assicurazioni aumentate dell’81,6%, servizi Bancoposta del 75,6%, istruzione del 57,7%, sigarette del 44,7%, servizi bancari del 33,1%, acqua potabile del 32,4%, rifiuti solidi urbani e affitti del 14,5%. Significativa diminuzione dei prezzi dei prodotti ad alto contenuto tecnologico e di quelli del comparto delle comunicazioni: le maggiori diminuzioni si registrano per apparecchiature e materiale telefonico (â€"64,7%), apparecchi audiovisivi, fotografici e informatici (â€"36,5%), servizi di telefonia (â€"29,3%), caffè e surrogati (-19,2%), pasta (-17%), elettrodomestici (-14,5%): questi alcuni dati, contenuti nella ricerca del Centro Studi Confcommercio “I prezzi al consumo tra il 1995-2005â€�, che ha analizzato come sono cambiati i prezzi, in termini reali, di 200 fra servizi e beni di largo consumo dal 1995 al 2005.

 

L’indagine, inoltre, fa un’analisi comparativa tra un paniere di spesa per beni e servizi che, nel 1995, si è ipotizzato pari a 1.000 euro, e il costo di un analogo paniere nel 2005. Dal confronto emerge che, nel 2005, per acquistare lo stesso paniere del 1995 si spende di più ma con spostamenti di spesa tra gruppi di prodotti: si spende di più per abitazione (208 euro contro 194), trasporti (126 euro contro 123), beni e servizi vari (80 euro contro 76); mentre si spende meno per alimentari e bevande (161 euro contro 168), mobili ed elettrodomestici (92 euro contro 96), comunicazioni (13 euro contro 21), ricreazione e cultura (68 euro contro 73).

 

Infine, l’analisi del Centro Studi sul primo trimestre 2006 evidenzia come le tensioni sui prezzi in atto nel 2005 non sembrano essersi modificate in questo primo periodo dell’anno che ha registrato, in particolare, l’aumento del 10,5% dei prodotti energetici (rispetto allo stesso periodo del 2005) e, tra le altre tipologie di spesa, il sensibile incremento dei prezzi dei servizi amministrati a livello locale (+4,1%). All’interno di questo comparto spiccano, in particolare, la tariffa per lo smaltimento rifiuti (+6,0%), l’acqua potabile (+4,9%) e i trasporti extraurbani (+3,3%).

 

N.B.: Al fine di valutare in modo più esaustivo gli andamenti si è calcolato il prezzo reale delle voci aggregate e dei singoli prodotti.

 

 

L’INFLAZIONE? NON È PIÙ UN’ANOMALIA TUTTA ITALIANA

 

 

Il 2005 è stato uno degli anni più favorevoli sul fronte dell’inflazione nonostante le sensibili pressioni che si sono determinate sul versante energetico. Nella media dell’anno che si è da poco concluso i prezzi al consumo sono aumentati dell’1,9%, il risultato migliore dopo l’1,7% realizzato nel 1999.

 

Convergenza dell’inflazione italiana sui valori europei

Stando a quanto accaduto nell’ultimo anno sembra evidente come l’inflazione italiana sia ormai entrata strutturalmente in un circolo «virtuoso» di bassa crescita differenziandosi sensibilmente da quanto registrato negli anni ’70-’80 e nella prima parte degli anni ’90

 

FONTE: elaborazioni Centro Studi CONFCOMMERCIO su dati ISTAT

 

Il processo di tendenziale ridimensionamento delle dinamiche inflazionistiche si avvia negli anni ’80 con le modifiche nel sistema di indicizzazione salariale, che portano l’inflazione a scendere su valori prossimi al 5-7%, e si consolida attraverso l’avvio di una politica dei redditi a partire dalla seconda metà degli anni ’90 quando le variazioni dell’indice dei prezzi al consumo si attestano su valori prossimi al 2%.

 

 

LE TENDENZE DI LUNGO PERIODO

 

I prodotti che aumentano meno dell’inflazione

 

Sulla base delle indicazioni provenienti dall’indice dei prezzi al consumo si evidenzia come tra il 1995 ed il 2005 il dato più significativo sia rappresentato dalla diminuzione, anche nominale, dei prezzi dei prodotti ad alto contenuto tecnologico.

Andamento derivante da numerosi fattori quali il progresso tecnologico, che ha portato in questi anni all’introduzione di numerosi prodotti sul mercato, la delocalizzazione produttiva in zone del mondo dove il costo di produzione è meno elevato, ed un rapporto di cambio con il dollaro che in alcuni anni è risultato decisamente favorevole.

L’evoluzione dei prezzi dei prodotti tecnologici ha influenzato l’andamento dell’inflazione sia del comparto delle comunicazioni, che ha registrato una diminuzione in termini reali dei prezzi di poco superiore al 36% (per effetto di una riduzione del 64,7% del costo delle apparecchiature, del 29,3% dei servizi di telefonia e di una stabilità dei servizi postali), che dei servizi ricreativi (-6,4% la diminuzione dei prezzi reali nel periodo in esame), aggregato che pur registrando per molte voci diminuzione dei prezzi ha beneficiato in larga parte della riduzione di oltre il 36% del prezzo in termini reali, degli apparecchi audiovisivi, fotografici ed informatici.

Nel lungo periodo significativo risulta, nonostante le polemiche degli ultimi anni, anche l’andamento dei prezzi reali dell’intero comparto dell’alimentazione e delle bevande non alcoliche, che hanno registrato una diminuzione rispetto all’indice generale del 3,9%. A questo andamento hanno contribuito quasi tutte le voci, ad esclusione degli ortaggi, su cui hanno pesato gli andamenti registrati nel 2001-02, e dei prodotti ittici, ma ha interessato in misura abbastanza sensibile il segmento del pane e cereali (-7,8% i prezzi in termini reali) delle carni bovine (-8,5% il calo in termini reali) e delle acque minerali (-10,0% in termini reali).

 

FONTE: elaborazioni Centro Studi CONFCOMMERCIO su dati ISTAT

 

Positivo in termini di contenimento della spesa delle famiglie è risultato anche il contributo fornito dal capitolo relativo ai mobili e agli apparecchi per la casa che registrano in media una diminuzione dei prezzi reali tra il 1995 ed il 2005 del 3,5%. Anche in questo caso, pur in presenza di una generalizzata tendenza alla riduzione dei prezzi per tutte le voci, un calo particolarmente sensibile ha interessato i prodotti più innovativi, quali gli elettrodomestici che segnalano una diminuzione dei prezzi reali del 14,5%.

 

 

I prodotti che aumentano più dell’inflazione

 

Lievemente superiore all’inflazione (+1,6% nell’intero periodo in esame) è risultata la dinamica dei prezzi del capitolo relativo all’abbigliamento e alle calzature evoluzione da ricondursi essenzialmente alle calzature ed ai servizi di riparazione.

 

Gli aumenti più sensibili hanno riguardato, nel complesso del decennio 1995-2005 il capitolo relativo alle bevande alcoliche ed ai tabacchi (+21,4% i prezzi rispetto al dato medio dell’inflazione) su cui ha pesato la forte tendenza al rialzo del prezzo dei tabacchi registrata negli anni più recenti e da ricondursi alle politiche, comuni a quasi tutti i Paesi europei, volte a disincentivarne il consumo.

Di un certo rilievo risultano anche gli aumenti registrati dal capitolo dell’abitazione, acqua ed energia (+7,0%), al cui interno spiccano aumenti dei prezzi reali superiori al 32% per l’acqua potabile e del 14% per la raccolta rifiuti e gli affitti. Per contro la voce relativa all’energia mostra nel complesso una certa stabilità, tendenza interrottasi nell’ultimo anno.

Un discorso particolare riguarda il variegato comparto dei servizi vari il cui aumento in termini reali è stato complessivamente del 5,0%, ma al cui interno si distinguono i fortissimi aumenti registrati dalle assicurazioni (poco più dell’81%) e dai servizi finanziari (circa il 55% dovuto ad un aumento superiore al 75% per i servizi di Bancoposta e del 33% per i servizi bancari).

 

PREZZI PER CAPITOLI DI SPESA 1995-2005

(Variazioni percentuali cumulate)

CAPITOLI DI SPESA

Var. %

Nominali

Var. %

Reali

Bevande alcoliche e tabacco

54,4

21,4

Alberghi e ristoranti

39,2

9,5

Abitazione, acqua, elettricità, gas ed altri combustibili

36,0

7,0

Beni e servizi vari

33,5

5,0

Trasporti

30,8

2,9

Istruzione

30,1

2,3

Vestiario e calzature

29,2

1,6

Mobili, elettrodomestici e manutenzione casa

22,7

-3,5

Alimentari e bevande non alcoliche

22,2

-3,9

Servizi sanitari

22,1

-4,0

Ricreazione e cultura

19,0

-6,4

Comunicazioni

-18,9

-36,2

FONTE: elaborazioni Centro Studi CONFCOMMERCIO su dati ISTAT

 

 

PREZZI DI ALCUNI BENI E SERVIZI 1995-2005

(Variazioni percentuali cumulate)

AUMENTI

Nominale

Reale

 

RIDUZIONI

Nominale

Reale

 

 

 

 

 

 

 

Assicurazioni sui mezzi di trasporto

130,7

81,6

 

Apparecchiature e materiale telefonico

-55,2

-64,7

Servizi bancoposta

123,1

75,6

 

Apparecchi audiovisivi, fotografici e informatici

-19,3

-36,5

Istruzione secondaria

100,4

57,7

 

Servizi di telefonia

-10,2

-29,3

Sigarette italiane

83,9

44,7

 

Caffè e surrogati

2,6

-19,2

Servizi bancari

69,1

33,1

 

Energia elettrica

3,3

-18,7

Acqua potabile

68,2

32,4

 

Formaggi per condimento

4,4

-17,8

Combustibili liquidi

57,3

23,8

 

Pasta

5,4

-17,0

Altri articoli sanitari

55,8

22,6

 

Elettrodomestici

8,7

-14,5

Altri carburanti

46,1

15,0

 

Prodotti per la pulizia della casa

9,6

-13,7

Tariffa rifiuti solidi

45,5

14,5

 

Patate

11,4

-12,3

Affitti reali

45,3

14,4

 

Giochi e giocattoli

12,5

-11,5

Trasporti aerei

43,5

12,9

 

Acque minerali

14,3

-10,0

Istruzione universitaria

41,7

11,5

 

Carne bovina

16,3

-8,5

Ortaggi e legumi freschi

40,6

10,7

 

Riso

17,2

-7,8

Trasporti urbani

38,1

8,7

 

Salumi e insaccati

17,3

-7,7

FONTE: elaborazioni Centro Studi CONFCOMMERCIO su dati ISTAT

 

Se per le assicurazioni nell’ultimo biennio la tendenza ad un incremento dei prezzi superiore all’inflazione sembra essersi interrotta, per i servizi finanziari si continuano a registrare aumenti dei prezzi reali di un certo rilievo.

Nell’arco dell’ultimo decennio anche il settore degli alberghi e pubblici esercizi ha evidenziato un aumento cumulato dei prezzi reali superiore rispetto all’inflazione (9,5%), tendenza che riflette in larga misura i mutamenti qualitativi intervenuti dal lato dell’offerta sia nella ristorazione, che nei servizi di alloggio.

I significativi mutamenti intervenuti rendono peraltro particolarmente complesso il confronto dei prezzi nel lungo periodo, in quanto ci si potrebbe riferire a servizi tra loro non perfettamente omogenei e quindi non comparabili.

 

Gli effetti sulla spesa delle famiglie

 

Sulla base delle dinamiche sopra evidenziate si riscontra come posto uguale a 1000 euro un paniere di spesa medio della famiglia nel 1995, per acquistare al 2005 lo stesso quantitativo di beni e servizi se ne siano spesi 1.013 con spostamenti di spesa tra gruppi di prodotti.

In particolare si sottolinea come per acquistare lo stesso paniere di prodotti alimentari del 1995 si sia passati da circa 168 euro ai 161 del 2005.

Per converso le spese per l’abitazione hanno evidenziato un deciso incremento, in quanto per questi beni e servizi su 1000 euro se ne spendevano 194 nel 1995, cifra salita a circa 208 nel 2005.

La riduzione più sensibile ha ovviamente riguardato la spesa per comunicazioni in quanto per acquistare lo stesso paniere di beni e servizi per cui nel 1995 si spendevano 21 euro nel 2005 se ne sono spesi 13.

 

 

FONTE: elaborazioni Centro Studi CONFCOMMERCIO su dati ISTAT

 


 

FONTE: elaborazioni Centro Studi CONFCOMMERCIO su dati ISTAT

 

IL 2005

L’anno che si è appena concluso si segnala come uno degli anni in cui i prezzi al consumo sono aumentati in misura più contenuta. Ma anche l’anno in cui il costo del petrolio è arrivato durante l’estate a superare i 60 dollari al barile con pesanti ripercussioni sul comparto energetico.

Al netto della componente energetica, infatti, la variazione dei prezzi al consumo nel 2005 rispetto al 2004 si attesta sull’1,5%. Valore decisamente inferiore rispetto a quanto registrato negli anni precedenti.

 

Cosa è aumentato…

 

Nella media del 2005 se si escludono i tabacchi, per i quali è proseguita la tendenza al rialzo (+6,9%), si segnala una crescita dei prezzi degli energetici decisamente più sostenuta rispetto all’inflazione e che ha determinato un incremento in termini reali dei prezzi di questi prodotti del +6,7%. All’interno di questo aggregato spiccano per altro gli incrementi dei prezzi reali delle benzine (+7,2%) e dei combustibili liquidi (+14,5%).

Gli aumenti del costo del carburante si sono riflessi inevitabilmente sui costi di alcuni servizi quali il trasporto aereo (+15,9% in termini reali) su cui hanno pesato anche le difficoltà di alcune compagnie ed i maggiori costi dovuti alle misure per la sicurezza.

Tra gli altri capitoli si segnala l’ulteriore crescita delle spese per l’istruzione, al cui interno continuano ad aumentare in misura rilevante le spese per l’istruzione secondaria ed universitaria (+3,0% e +3,6% la variazione dei prezzi reali), e di alcune spese per servizi di pubblica utilità.

In particolare nell’ultimo anno si segnala un aumento superiore alla media dei prezzi del 6,3% per i servizi bancari, del 5,2% per le professioni liberali, a cui si aggiungono il 2,5% in termini reali della tariffa per lo smaltimento rifiuti e dell’1,7% per l’acqua potabile.

Cosa è diminuito…

 

Per contro nel corso del 2005 si è registrata una crescita dei prezzi nel settore dell’alimentazione, e più in generale dei beni di largo consumo, inferiore al dato medio dell’inflazione con una conseguente riduzione dei prezzi reali nel confronto con il 2004 dell’1,8% e dell’1,7%.

A livello di singoli prodotti andamenti particolarmente favorevoli si sono registrati per le patate (-11,0% la variazione dei prezzi reali rispetto al 2004), la frutta (-7,9%) e gli ortaggi (-2,8%).

 

FONTE: elaborazioni Centro Studi CONFCOMMERCIO su dati ISTAT

 

Per quanto riguarda gli altri capitoli di spesa si segnala una variazione dei prezzi, rispetto al 2004, inferiore del dato medio e la conseguente riduzione del prezzo espresso in termini reali per il capitolo delle comunicazioni, al cui interno spicca il â€"21,9% in termini reali dei prezzi per le apparecchiature e materiale telefonico, i servizi ricreativi, al cui interno si segnala il calo superiore al 6% del prezzo reale per gli apparecchi fotografici, audiovisivi ed informatici, per i mobili e gli elettrodomestici, ed il vestiario e le calzature. Sostanzialmente in linea sono risultati i prezzi degli alberghi e pubblici esercizi.

 

FONTE: elaborazioni Centro Studi CONFCOMMERCIO su dati ISTAT

 

 

Il primo trimestre del 2006

Le tendenze registrate sul versante dei prezzi nel 2005 non sembrano essersi sostanzialmente modificate nei primi mesi del 2006.

Nel corso del primo trimestre la componente energetica ha continuato a svolgere un ruolo cruciale nel determinare le dinamiche inflazionistiche: nella media dei primi tre mesi l’indice generale ha infatti registrato un incremento rispetto all’analogo periodo dello scorso anno del 2,1%, variazione che al netto degli energetici si è attestata sul +1,7%.

Nel complesso la voce relativa agli energetici è aumentata nel primo trimestre del +10,5%, tendenza che, con un costo del petrolio in continua crescita (nelle ultime settimane si sono raggiunti i 75 dollari al barile), non sembra certamente destinata a modificarsi nel breve periodo.

 

FONTE: elaborazioni Centro Studi CONFCOMMERCIO su dati ISTAT

 

 

Per quanto concerne le dinamiche dei prezzi delle altre tipologie di spesa si segnala, al di là del continuo aumento del capitolo relativo ai tabacchi, il sensibile incremento registrato dai prezzi dei servizi amministrati a livello locale (+4,1% nel primo trimestre del 2006 rispetto al primo trimestre 2005) al cui interno spiccano il +6,0% della tariffa per lo smaltimento rifiuti, il +4,9% dell’acqua potabile ed il +3,3% dei trasporti extraurbani.

Tra le altre voci relative a servizi di pubblica utilità si segnala l’aumento del +8,9% per il passaggio di proprietà.

Ancora contenuta continua a risultare la variazione dei prezzi dei beni alimentari che segnalano nella media del trimestre un aumento del +1,0%, al cui interno si distinguono i picchi del +11,5% per l’olio d’oliva, conseguenza dei sensibili rincari all’origine, ed il â€"6,4% del pollame derivante dalla minore richiesta seguita ai ripetuti allarmi sull’influenza aviaria.

In generale comunque è risultata contenuta la dinamica dei prezzi per tutti i beni di largo consumo che segnalano nel complesso un incremento del +0,9% nel primo trimestre del 2006.

Tra gli altri prodotti e servizi si segnala il sostanziale allineamento alle dinamiche inflazionistiche dei prezzi dei servizi relativi al comparto degli alberghi e pubblici esercizi (+2,2%) ed una evoluzione inferiore al dato medio per i beni relativi all’abbigliamento (+1,2%).

 

________________________

 

La metodologia seguita nella nota

 

A fine di valutare quali siano stati i comportamenti dei singoli capitoli e se la tendenza alla riduzione strutturale delle dinamiche dei prezzi abbia coinvolto, ed in che misura, le diverse voci della spesa delle famiglie si è scelto di analizzare gli andamenti registrati nell’ultimo decennio.

Va comunque considerato come questo periodo non possa definirsi omogeneo nelle esogene esterne al sistema italiano, in quanto a partire da gennaio del 1999 intervengono due fattori che incidono in misura sensibile sul sistema dei prezzi e sull’intero sistema economico:

Ø         l’avvio della terza fase della UEM con l’adozione della moneta unica e la conseguente cessazione delle quotazioni sui mercati delle singole valute;

Ø         la fine del periodo di bassi prezzi della materia prima energetica (a dicembre del 1998 il petrolio era quotato circa 11 dollari al barile).

Bisogna anche sottolineare come nel valutare l’evoluzione dei prezzi delle singole voci, e quanto il loro andamento sia risultato strutturalmente in linea con la tendenza di fondo volta ad un ridimensionamento dei tassi di crescita, siano necessarie alcune cautele legate al problema della qualità, alla confrontabilità nel tempo dei singoli beni e servizi considerati, ed alla dipendenza dei prezzi di alcuni prodotti (energia ed alimentari) da fattori esterni al sistema e/o congiunturali.

Si è quindi proceduto ad analizzare sulla base degli indici di prezzo al consumo per l’intera collettività il comportamento tra il 1995 ed il 2005  dei prezzi di oltre 200 tra beni e servizi.

Al fine di valutare in modo più esaustivo gli andamenti si è calcolato il prezzo reale sia delle voci aggregate che dei singoli prodotti.

 

 

IL CONCETTO DI «PREZZO REALE» PER INTERPRETARE MEGLIO L’INFLAZIONE

 

Quello di «prezzo reale» è un concetto usato dagli economisti per cogliere quei fenomeni, come ad esempio l’innovazione tecnologica o l’utilizzo di processi produttivi labour-saving, che di fatto fanno crescere i prezzi di quei beni che li incorporano, meno della media di tutti gli altri prezzi.

Quindi, il prezzo reale non è altro che un prezzo di un qualsiasi bene o servizio confrontato negli anni con la media di tutti i prodotti (indice generale dei prezzi o deflatore dei consumi delle famiglie).

Secondo i dati storici dell’Istat, ad esempio, nel 1988 un litro di benzina super costava mediamente 1.355 lire, cioè circa 0,70 euro. Nel 2005 il prezzo medio di un litro di benzina verde (il confronto non sarebbe corretto), è stato invece di 1,22 euro. La semplice variazione cumulata tra il 1988 ed il 2005, evidenzia una crescita del prezzo di 52 centesimi, pari al 74,1%.

Ma è proprio così?

In realtà, no, perché occorre vedere in che misura il prezzo della benzina è aumentato, negli anni, rispetto al livello dei prezzi di tutti gli altri beni e servizi.

Per fare questa verifica basta tradurre i 0,70 euro del 1988 in euro 2005, utilizzando l’indice generale dei prezzi al consumo. Quindi, traducendo tutto in cifre:

 

Prezzo benzina 1988 ai prezzi 2005 = 0,70 euro*= 1,29 euro

dove 127,1 è l’indice generale dei prezzi al consumo del 2005 e 69,2 l’indice del 1988.

Quindi, espresso ai prezzi del 2005, un litro di benzina super nel 1988 costava 1,29 euro, con una variazione cumulata nel periodo di â€"7 centesimi, corrispondenti a â€"5,1, che è la variazione del prezzo reale della benzina rispetto al 1988, contro la variazione nominale del 74,1%.

 

Lo stesso «giochino» statistico si può ripetere con un altro bene di largo consumo, le uova:

 

Prezzo 6 uova 1985 ai prezzi 2005 = 0,76 euro*= 1,63 euro

Dove 59,4 è l’indice dei prezzi del 1985.

 

Poiché nel 2005 il prezzo di una confezione di uova è stato di 1,29 euro, è facile constatare una riduzione del prezzo reale delle uova, rispetto al 1985, di circa il 20,7%: le uova oggi costano molto meno, in termini di potere d’acquisto, rispetto a venti anni fa.

Applicando lo stesso metodo a tutte le voci del paniere dei prezzi dell’Indice Istat per l’intera collettività nazionale, si può verificare come molte voci siano diminuite in termini reali e molte altre, per contro, siano fortemente aumentate.

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