L'intervento del presidente di Confcommercio Carlo Sangalli

L'intervento del presidente di Confcommercio Carlo Sangalli

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19 novembre 2012

Pubblichiamo di seguito il testo integrale dell'intervento di Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio, in occasione degli Stati Generali della lotta alla contraffazione.

 

Cari amici,
è con grande piacere e interesse che intervengo a questa importante Giornata.
La contraffazione è un fenomeno che desta molta preoccupazione perchè rappresenta un danno per l'economia legale e sana, perché nuoce alla competitività delle imprese, perché costituisce un rischio per la salute dei cittadini, perché alimenta la malavita e arricchisce la criminalità organizzata.
Perchè genera un mercato illegale, pericoloso e parallelo al di fuori delle regole proprie di uno Stato di diritto che produce: abusivismo, lavoro nero, evasione fiscale, economia sommersa, illegalità diffusa.
Nel nostro Paese la contraffazione, che peraltro muove un notevole giro d'affari, è spesso sottovalutata nella sua pericolosità e negatività sociale e nelle sue implicazioni di carattere sanzionatorio da parte di chi compra articoli contraffatti. Infatti, oltre il 30% degli italiani, come risulta da una nostra indagine, acquista con cognizione di causa questo genere di prodotti, anche se forse senza avere la piena consapevolezza di commettere un reato.
Una consapevolezza sulla gravità e la dannosità della contraffazione che, invece, certamente non sfugge alle imprese.
A questo proposito in un'indagine di qualche tempo fa, ma ancora attuale, il nostro Ufficio studi ha stimato per i settori commercio e pubblici esercizi una perdita in termini di valore aggiunto del 4,2%, pari a 8,7 miliardi di euro, a causa di tutti i fenomeni criminali, dai furti all'usura, dalla contraffazione all'abusivismo. Una perdita percentuale che, tra l'altro, per la sola area del Mezzogiorno, sale al 7,8%, pari a 3,5 miliardi di euro e con un costo medio per impresa di quasi 5mila e 400 euro.
Ecco allora la necessità di intervenire con mezzi efficaci e in modo sempre più fermo e determinato per interrompere l'alimentazione di questo mercato del falso. Anche perché nell'attuale situazione di crisi che ha assunto toni drammatici, con una prospettiva di crescita che appare ancora molto lontana, con un livello di consumi debolissimo, con una pressione fiscale troppo elevata, con difficoltà di accesso al credito, con una serie di problemi strutturali che da anni vanno affrontati e risolti, il costo dell'illegalità per le imprese del nostro Paese rappresenta un peso davvero insostenibile.
In questo senso noi non ci siamo risparmiati, nè abbiamo intenzione di farlo. Perché crediamo che ognuno, nel rispetto dei ruoli e delle competenze, debba fare la propria parte. A questo proposito cito il Memorandum d'intesa da noi firmato insieme alle Agenzie delle Dogane e i due Protocolli d'Intesa da noi sottoscritti rispettivamente con il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca e con il Ministero dell'Interno, così come varie iniziative a livello territoriale, come ad esempio a Padova, che le Confcommercio locali e le associazioni aderenti al nostro sistema conducono insieme alla Guardia di Finanza.
Ed è, quindi, proprio con questo spirito costruttivo e di fiducia che partecipiamo ai lavori della Commissione Consultiva Permanente presso il Consiglio Nazionale Anticontraffazione e ai tavoli tematici istituiti nelle specifiche commissioni.
Da tempo richiamiamo l'attenzione delle Istituzioni e della collettività su questo flagello, evidenziando anche i limiti di una legislazione che è stata a lungo frammentaria, poco chiara e di difficile applicazione.
E auspichiamo un inasprimento e una semplificazione delle sanzioni insieme ad un rafforzamento degli strumenti di repressione delle attività illecite.
Molte delle nostre richieste sono state accolte, ma ancora molto resta da fare.
Certamente la "moral suasion" è un aspetto fondamentale per abbattere alla radice la cultura della deresponsabilizzazione e rendere tutti consapevoli che gli effetti dannosi provocati dall'acquisto di merci contraffatte non si limitano al momento dell'acquisto stesso, ma si estendono e ricadono su tutto il tessuto economico.
Un convincimento di base che ha, dunque, bisogno di essere alimentato e rafforzato costantemente perchè la cultura della legalità e l'affermazione dello stato di diritto non sembrano ancora del tutto radicati nei nostri territori.
Da qui l'importanza di una serie di strumenti utili e imprescindibili, come le campagne di informazione e sensibilizzazione; i seminari di formazione; gli accordi di collaborazione tra Istituzioni, Associazioni, Enti e Forze dell'ordine, le iniziative a tutela dei marchi e del made in Italy.
Confidando nella profusione delle energie migliori di tutti i soggetti coinvolti, ci auguriamo, quindi, che dai lavori di oggi scaturisca un'ulteriore spinta all'aggregazione e all'unità nella lotta alla contraffazione, a cui peraltro richiama lo stesso titolo dell'incontro.
Perché dalla messa in comune delle competenze funzionali, settoriali e professionali delle nostre strutture possono e devono nascere opportunità di crescita e di sviluppo per le imprese, per i nostri settori di rappresentanza, così come per il Paese.
In questo senso, contribuire a restituire competitività all'Italia, migliorando l'efficienza del nostro sistema imprenditoriale e lottando contro chi vuole falsare le regole del mercato, dipende anche dalle azioni che, come associazioni di categoria, riusciremo a mettere in campo insieme all'Esecutivo, alle Istituzioni e a tutte le parti interessate.

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