L'INTERVENTO DEL PRESIDENTE DI CONFTURISMO BERNABO' BOCCA

L'INTERVENTO DEL PRESIDENTE DI CONFTURISMO BERNABO' BOCCA

P: 01 d:2-10-2006 t: turismo

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2 ottobre 2006
III Conferenza Italiana per il Turismo

III Conferenza Italiana per il Turismo

 

Intervento del presidente di Confturismo Bernabò Bocca

 

Signore e Signori, Autorità, illustre Vicepresidente del Consiglio,

desidero innanzitutto ringraziarvi per il cortese invito a partecipare a questa Conferenza che riunisce tutti i soggetti istituzionali e privati per un confronto sui principali temi che interessano il nostro turismo.

Un settore che,in tutto il mondo, nonostante le diffuse incertezze economiche di molti sistemi-paese e le significative tensioni internazionali, si distingue tra tutti i settori produttivi per una crescita sperequata, è vero, ma costante.

Sappiamo bene che il turismo cresce a livello mondiale, di più ancora  a livello europeo.

L’Europa, come da tradizione, mantiene il primato assoluto sia di arrivi che di presenze internazionali.

L’Europa però è come un treno a vapore che si misura con i treni ad alta velocità asiatici.

L’area Asia/Pacifico, infatti, ha viaggiato con un trend di crescita turistica forsennato superiore a tutti.

Non posso stabilire ora se sia stato il turismo il fattore trainante dell’economia di queste aree, o al contrario, se sia stata la crescita del PIL ad aver determinato la crescita nel settore.

Di una cosa, però, possiamo essere assolutamente certi.

Laddove si è investito nel settore con una strategia forte, di medio e lungo periodo, capace di coinvolgere ed agevolare gli imprenditori, il turismo cresce, l’indotto cresce, il Prodotto Interno Lordo cresce.

L’Italia al contrario si è distinta da sempre per la cronica incapacità, da noi puntualmente sottolineata in ogni occasione, di porre il turismo al centro dell’Agenda politica.

Non intendo colpevolizzare una parte politica piuttosto che un’altra.

Cinque anni di legislatura del centro sinistra per partorire solo  la legge quadro del turismo.

Altri cinque anni, poi, di centro destra, per varare la Legge istitutiva del Comitato per le politiche del turismo e dell’Agenzia Nazionale per il Turismo.

La prima in larga misura inattuata, la seconda che inizia solo ora a muovere i primi passi di un percorso lungo e complesso , ancora tutto da definire.

Avevamo apprezzato l’avvio di questo Governo, con la scelta di affidare le competenze turistiche ad un Vicepremier, l’on.le Rutelli, che molto si è speso nel richiamare l’attenzione politica verso il settore.

Anche le Regioni, all’alba del nuovo Governo, hanno dato significativi segnali di disponibilità a fare sistema attraverso un patto alla pari con il Governo.

 

Sembrava che  finalmente  la politica avesse dato ascolto alle istanze delle imprese per il rilancio dell’economia turistica affrontando i nodi cruciali del settore:

 

 I canoni demaniali

 la detraibilità dell’IVA congressuale

l’armonizzazione dell’ IVA con quella dei paesi concorrenti

l’accesso ai benefici della  riduzione del cuneo fiscale senza discriminare le imprese stagionali ( voglio solo ricordare, amici, che nel nostro settore i lavoratori stagionali hanno diritto alla riassunzione stagione per stagione)

 

Questo per citare  solo i temi più scottanti .

 

Vogliamo qui riconoscere che dalle anticipazioni che abbiamo letto sui giornali una soluzione praticabile sia stata trovata sia sui canoni demaniali, sia sulla detraibilità dell’iva congressuale.

Pensate a cosa sarebbe successo se sul turismo congressuale si fosse intervenuti fin da quando l’abbiamo proposto la prima volta.

Molto probabilmente avremmo regalato molti meno convegni al Principato di Monaco.

Dobbiamo  però chiederci se le risposte siano adeguate  allo sforzo che il  turismo fa e deve fare  per contribuire al rilancio della competitività del Paese.

Il turismo, lo diciamo da sempre, è un settore caratterizzato da grande trasversalità, da piccole e medie imprese, da lavoro autonomo, fortemente dipendente dalla domanda interna.

Ma allora se questo è il profilo del nostro settore, dobbiamo chiederci se questa sia veramente una finanziaria di sviluppo.

A noi pare, invece, che incida pesantemente sulla piccola impresa, sul ceto medio, sui consumi complessivi delle famiglie al punto da   rendere problematica la crescita che tutti auspichiamo.

Per il 2007 il Governo ha già stimato una flessione dei consumi pari allo 0,5%, ovvero 5 miliardi di euro.

E’ una finanziaria basata “su più tasse anzichè su meno spese�.

E come giudicare altrimenti la facoltà data ai comuni di stabilire una tassa di ingresso e di soggiorno in una misura fino a 5 euro per notte?

Che reazione potrà avere un turista, già disorientato da classifiche alberghiere diverse da località a località, quando in un comune gli chiederanno di pagare la tassa di soggiorno e in quello vicino no. ?

E’ come stare su un’autostrada dove solo alcuni automobilisti pagano il pedaggio e dove ciascun casellante stabilisce il prezzo.

Vi sembra questa una politica per il turismo?

A me pare una vera follia.

Ma non sono il solo a pensarla così a giudicare dalla opinione che sull’argomento ha espresso  ieri il presidente Errani.

Oltre 50mila imprese ricettive del Paese ritengono improponibile gravare il turista di un nuovo balzello.

Su una tariffa media di 50 euro questa nuova tassa può arrivare ad incidere fino al 10%.

Vi pare poco in un contesto di mercato che richiede, invece, moderazione e contenimento dei prezzi?

Vi è il fondato rischio, allora, che essa si trasformi in una nuova tassa sull’impresa turistica.

Nel 1991 credevamo di aver celebrato il funerale dell’imposta di soggiorno.

Purtroppo il cadavere è stato riesumato.

Si tratta di un disegno che non comprendiamo, non condividiamo, né sul piano del metodo né tantomeno su quello del contenuto.

Ed al quale ci opporremo con tutte le nostre forze.

Da questa conferenza, se vogliamo veramente che il turismo sia targato Italia, ci attendiamo un segnale forte di condivisione e di impegno a rimuovere questo ostacolo che rischia di compromettere gli sforzi che Stato, Regioni e Imprese insieme stanno compiendo per ridare governance ed efficienza al settore.

 

 

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