La Bce boccia "solo" due banche italiane

La Bce boccia "solo" due banche italiane

La Banca centrale europea boccia 25 banche dell'Eurozona, tra cui Montepaschi e Carige, che preparano aumenti di capitale. Profumo: "Siamo pronti a qualsiasi operazione". Secondo la Banca d'Italia, il nostro sistema bancario ha dimostrato "una complessiva solidità".

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27 ottobre 2014

 

La Bce boccia 25 banche europee, svelando una carenza di capitale complessiva di quasi 25 miliardi di euro. E anche se gli esami della Banca centrale europea riconoscono il rafforzamento del capitale con cui 12 degli istituti messi all'indice si sono nel frattempo messi al sicuro, resta il 'cartellino rosso' con 9,5 miliardi di capitale da trovare per gli altri. Dai test emerge comumque un quadro "solido" del sistema bancario europeo, esame "unico e rigoroso" necessario a far partire, il prossimo 4 novembre, la Vigilanza unica sugli istituti. La sintesi di dieci mesi di verifiche, simulazioni e soprattutto di ricapitalizzazioni — in totale oltre 203 miliardi da metà 2013 — arriva da Vitor Constando, vicepresidente Bce, e da Danielle Nouy, capo della Vigilanza di Francoforte. E il quadro migliora se si considerano i rafforzamenti avvenuti nel 2014: in questo caso le banche "bocciate" sono appena 13, per complessivi 9,5 miliardi mancanti. Di questi, 3 miliardi si riferiscono a sole due banche italiane, Mps (2,1 miliardi) e a Carige (814 milioni). L'istituto senese risulta essere di fatto la banca più debole in Eurozona. Nel gruppo delle i3 compaiono anche Bpm e Popolare di Vicenza — che però in realtà sono salve perché hanno realizzato una serie di operazioni fuori dall'esame Bce ma conteggiate dalla Banca d'Italia — e poi una banca austriaca, due belga, una cipriota, due greche, una irlandese, una portoghese, due slovene. Molte di queste peraltro, al pari di Bpm e Vicenza, hanno già realizzato le operazioni necessarie: per esempio, le greche Eurobank e National Bank con il piano di ristrutturazione approvato da Bruxelles hanno praticamente recuperato i 2,5 miliardi mancanti. E così anche gli istituti sloveni e belgi. Con lo stress test la perdita globale delle banche sarebbe di circa 263 miliardi. Promosse tutte le big: Intesa Sanpaolo e Unicredit sono tra le più capitalizzate d'Europa, seguite da Ubi, hanno sottolineato i capi-azienda Carlo Messina, Federico Ghizzoni e Victor Massiah. Anche le Popolari superano l'esame, sebbene diverse (Pop.Sondrio, Veneto Banca, Pop.Vicenza) siano appena sopra la soglia minima. Anche il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, ha sottolineato «la solidità» del sistema. Dai test emerge che pure nello scenario estremo gli istituti italiani hanno un'eccedenza di 25 miliardi. Solide anche le big estere. Credit Agricole e Santander risultano le più patrimonializzate alla fine dello stress test con 20,7 e 19,4 miliardi, insieme con Credit Mutuel (18,7 miliardi), Bnp Paribas (17,6), con le tedesche Deutsche Bank (15,7), Nrw (14,7), seguite dalla spagnola Bbva (13,2 miliardi). Ora la vera sfida è tomare a finanziare l'economia. Per il presidente dell'Abi, Antonio Patuelli, il sistema è "pronto a sostenere la ripresa con nuovi prestiti a imprese e famiglie". 

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