La Bce "azzera" i tassi, Draghi: "Una spinta per famiglie e imprese"

La Bce "azzera" i tassi, Draghi: "Una spinta per famiglie e imprese"

La Banca centrale europea sorprende gli osservatori e taglia tutti i tassi di riferimento del costo del denaro, mentre il programma d'acquisto di titoli di Stato sale di 20 miliardi al mese, raggiungendo quota 80 miliardi. Riviste al ribasso tutte le stime sulla crescita Ue.

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10 marzo 2016

La Banca centrale europea sorprende gli osservatori e taglia tutti i tassi di riferimento del costo del denaro, mentre il programma d'acquisto di titoli di Stato lanciato un anno fa sale di 20 miliardi al mese, raggiungendo quota 80 miliardi. La Bce, inoltre, potrà acquistare anche i bond emessi dalle aziende più solide, non solo titoli di Stato. Nelle sale operative si sono discussi immediatamenti i dettagli sulle nuove operazioni di finanziamento agevolato (le cosiddette aste Tltro): saranno quattro, a partire dal prossimo giugno, con scadenze più lunghe delle precedenti (da tre a quattro anni) e soprattutto con tassi che potranno scendere in negativo. Di fatto le banche potranno prendere denaro a prestito e saranno remunerate per farlo, ma solo a patto di mettere il denaro in circolo e non chiuderlo nei caveau di Francoforte o investirlo in titoli di Stato. Insomma, Mario Draghi torna a indossare i panni di Superman, per la gioia dei listini drogati da questa stagione ultra-accomodante che non sembra avere fine. E che fa passare in secondo piano il fatto che ciò accade alla luce di una revisione al ribasso di tutti i principali indicatori mecroeconomici e lo stato di salute dell'economia del Vecchio continente.Draghi ha spiegato come le nuove mosse sono pensate per "agevolare ancora le condizioni di accesso al credito" e riportare l'Eurozona vicino all'obiettivo di inflazione al 2% (a febbraio, ultima rilevazione Eurostat, i prezzi erano negativi). "Vogliamo sfruttare le sinergie tra diversi strumenti", ha spiegato sottolineando quanto la crescita dell'Eurozona sia inferiore alle aspettative di inizio anno e quanto gli emergenti e la volatilità dei mercati pesino sulla ripresa. Rivolgendosi alla politica, Draghi ha chiesto ai governi di "applicare le raccomandazioni della Commissione Ue", cosa avvenuta in maniera limitata nel 2015. Quanto alle critiche per la scarsa propensione all'azione della Bce, il governatore ha rivendicato come la giornata odierna dimostri la prontezza all'intervento e la disponibilità del Direttorio, che ha votato a larga maggioranza proprio "fugando i dubbi sulla capacità di agire delle banche centrali". Rispondendo alle domande della platea di giornalisti, ha anche lanciato una stoccata ai falchi tedeschi: "Immaginate se  non avessimo fatto niente, avessimo incrociato le braccia dicendo 'nein zu allen', no a qualsiasi cosa. Oggi ci ritroveremmo con una disastrosa inflazione". Il Direttorio ha anche dato il via libera a quattro "targeted longer-term refinancing operations", aste di liquidità con le quali le banche possono prendere denaro a prestito a condizioni estremamente favorevoli, a patto che lo impieghino non per acquistare titoli di Stato o fare altri investimenti, ma per sostenere il credito. Rispetto alle operazioni del passato, la durata di questi prestiti - che verranno lanciati con cadenza trimestrale dal prossimo giugno - sale da 3 a 4 anni (quindi le banche avranno più tempo per restituirli e per sfruttarli). Ma, soprattutto, avverranno ad un tasso negativo che potrà arrivare fino al nuovo tasso sui depositi, quindi fino a -0,40%. Draghi ha spiegato che il tasso sarà tanto più favorevole alle banche, quanto più faranno credito alle imprese e che potranno chiedere finanziamenti agevolati fino a un ammontare pari al 30% dei prestiti iscritti a bilancio alla fine di gennaio 2016 e validi come collaterale presso la Bce. In ogni caso, il tasso di base sarà lo 0% del rifinanziamento principale. . Tutte queste decisioni sono state prese alla luce di un aggiornamento delle stime macroeconomiche dello staff della Bce. Non a caso, Draghi ha parlato di un pacchetto contro "incertezze maggiori". La stima di crescita del Pil è ora di un +1,4% per quest'anno, poi +1,7% e +1,8%. "La previsione è stata rivista al ribasso per riflettere la debolezza dell'economia globale", ha spiegato il governatore (quella precedente, per il 2016, era di un +1,6%). L'inflazione è vista a livelli bassi, se non negativi, nei prossimi mesi, per poi risalire nella seconda parte dell'anno. La Bce ha tagliato drasticamente le sue stime sull'inflazione dell'Eurozona, portandole per il 2016 da +1% a +0,1%. Per i 2017 le previsioni scendono da +1,6% a +1,3% e per il 2018 a +1,6%.

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