La Fida ribatte all'economista Villois

La Fida ribatte all'economista Villois

Lettera aperta della Fida all'economista Bruno Villois che su la Stampa del 10 maggio a pag. 39 ha firmato un articolo dal titolo "Il tramonto del piccolo commercio" che non trova d'accordo la Federazione del dettaglio alimentare di Confcommercio

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11 maggio 2007
La Fida ribatte all’economista Villois

 

La Fida ribatte all’economista Villois

 

 

Su la Stampa del 10 maggio a pag. 39 c’è un articolo dal  titolo “Il tramonto del piccolo commercio� che non trova d’accordo la federazione del dettaglio alimentare di Confcommercio che ha immediatamente indirizzato, all’autore del pezzo, l’economista Bruno Villois, una “lettera aperta a chi ha sancito la fine della piccola e media distribuzione�.

 

Villois fa un’analisi sui consumi e sul potere di acquisto delle famiglie sottolineando che è vero che i consumi continuano a salire, ma qualcosa comunque non funziona più come prima. In sostanza Villois dice che considerato l’erosione del potere di acquisto delle famiglie, se da una lato le multinazionali si sono attrezzate per catturare il ceto medio a condizioni più accettabili, basti pensare agli outlet e alle catene di food, per i piccoli negozi invece la situazione è irrecuperabile. Scrive Villois: “più complessa la situazione del piccolo negozio che nelle medie città, ma anche nei rioni delle grandi, vive una situazione quasi irrecuperabile: non può abbassare i prezzi, non è in grado di ampliare l’offerta, non è accattivante nelle vetrine. Era il cliente, che gli riconosceva ruolo, redditività. Adesso è kaput.�

 

Poi aggiunge “se si vuole evitare un’altra Caporetto, tipo ceto medio, è indispensabile alleggerire le tassazioni dirette e indirette al microcosmo produttivo e commerciale e intanto stanare gli evasori�.

 

 Risponde la Fida: “leggendo l’articolo abbiamo avuto l’impressione di essere vittime di uno scherzo goliardico, messo in atto attraverso la pubblicazione di un necrologio a danno dei negozi che rappresentiamo. Certo, che i consumi ristagnino è noto, che la manovra finanziaria sia stata una doccia fredda per i lavoratori autonomi, commercianti in primis, pure. Così come è un dato di fatto che oggi stare sul mercato sia sempre più complicato ed implichi delle scelte di posizionamento molto chiare. Ma sancire, partendo da queste considerazioni, la morte del piccolo e medio dettaglio alimentare è sinonimo quantomeno di superficialità�.

 

E ancora: “Quindi, seppur condividendo le valutazioni sulla necessità di ridurre la pressione fiscale e di trovare un posizionamento chiaro nel panorama commerciale, respingiamo la lettura delle dinamiche del mercato che ci vede come vittime inermi delle multinazionali e della lotta all’evasione. Studi recenti hanno evidenziato come il ceto medio, proprio per le problematiche relative all’impoverimento così ben descritto, utilizzano diversi format di vendita per tentare di riguadagnare potere d’acquisto. Il format del vicinato, oltre ad essere l’unico che soddisfa pienamente le esigenze della popolazione che invecchia sempre di più, permette di coniugare un delta di prezzi accettabile con la Grande Distribuzione, con un notevole risparmio di tempo e con la obiettiva possibilità di non sprecare risorse negli acquisti d’impulso.

 

“Quindiâ€" conclude Fida -  se il richiamo o l’augurio era volto a cercare di dare piena consapevolezza alle microimprese, della necessità di organizzarsi cercando di specializzarsi sulla funzione piuttosto che sul prodotto, trova senza dubbio la nostra condivisione.  In altre letture della situazione, certamente non facile, non ci riconosciamo. E in questo caso i numeri ci danno ragioneâ€�

 

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