La manovra alla "prova" del Senato

La manovra alla "prova" del Senato

Martedì il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan dovrà integrare i numeri della nota di aggiornamento del Def con maggiori dettagli della manovra, come richiesto dal presidente della commissione bilancio. Poi il giorno successivo si passa al voto dell'aula.

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2 ottobre 2017

Settimana di passione per il governo sul fronte dei conti pubblici. E lo scoglio sarà doppio, sempre al Senato. Il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan dovrà integrare martedì i numeri della nota di aggiornamento del Def con maggiori dettagli della manovra, come richiesto dal presidente della commissione bilancio. Poi il giorno successivo si passa al voto dell'aula: servirà la maggioranza assoluta per autorizzare il governo a sforare la regola del pareggio di bilancio e sui 161 voti da raggiungere al Senato pesa l'incognita dei 16 voti dei senatori Mdp. Su questo punto uno snodo sarà nell'incontro che domani il leader di Campo Progressista Giuliano Pisapia e Roberto Speranza di Mpd avranno con il premier Paolo Gentiloni. Il confronto sulla manovra entra nel vivo. Al momento si parla di interventi per circa 20 miliardi che, per la metà, saranno appunto ''finanziati'' lasciando correre il deficit. Ci sono poi altri 10 miliardi per per un terzo dei quali coperti con taglio di spesa e due terzi con aumenti di entrate: niente nuove tasse, ma solo misure per lotta all'evasione e un
allargamento della rottamazione delle cartelle, con riapertura dei termini che oggi Il Messaggero ipotizza possa arrivare al primo semestre 2017. Non ci sarà invece una nuova voluntary disclosure per regolarizzare capitali all'estero e contanti. La nota di aggiornamento indica genericamente i capitoli di
intervento: le misure per favorire l'assunzione dei giovani, il finanziamento delle politiche per i poveri, lo stop all'aumento dell'Iva e il rifinanziamento di alcuni incentivi per le imprese. Il presidente della commissione Bilancio del Senato, Giorgio Tonini (Pd) ha così chiesto una integrazione dei dati visto che la legge prevede espressamente che siano indicati interventi e gli importi di massima dei vari capitoli. Sarà proprio il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan a fornire i dettagli. Lo farà martedì quando le commissioni Bilancio di Camera e Senato lo ascolteranno al termine di una serie di audizioni di rilievo, dal governatore di Bankitalia alla Corte dei Conti. La vera incognita è però per il giorno successivo. In gioco ci sono proprio gli interventi della  discontinuità. Vuole più risorse per sanità e ambiente ma soprattutto attenzione sul fronte dei giovani e del lavoro. Per questo ha già votato contro in commissione Lavoro. L'effetto di un voto contrario in aula sarebbe però perverso. Il governo non potrebbe sforare il deficit dei 0,5 punti concordati con Bruxelles. In pratica la manovra diventerebbe più severa. Di certo - fanno notare al ministero dell'Economia - difficile non votare un documento che migliora le stime di crescita e con uno deficit più flessibile: la scelta è tra austerità e sviluppo. Sarà un bivio ineludibile prima del varo della Legge di Bilancio vera e propria, forse nel weekend 14-15 ottobre. La manovra poi inizierà il proprio iter proprio dal Senato dove i numeri della maggioranza sono ballerini e dove, è certo, si giocheranno anche le strategie pre-elettorali di tutti i gruppi.

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