LA MONETA UNICA PROTAGONISTA DI EURODAY

LA MONETA UNICA PROTAGONISTA DI EURODAY

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25 settembre 2001

Euroday: il punto della situazione a 100 giorni dalla moneta unica

 

"L'euro può diventare una sorta di "ombrello" per imprese e famiglie contro il fantasma della recessione. E' necessario, però, inserire in Finanziaria forti elementi di sostegno della domanda". Il Presidente Sergio Billè ha così sintetizzato la posizione di Confcommercio in merito al ruolo che la moneta unica potrà assumere in uno scenario economico dove fossero incrementati la competitività delle imprese ed il potere d'acquisto delle famiglie.

L'intervento di Billè ha fatto da tema conduttore della tavola rotonda promossa nell'ambito di Euroday e che ha visto come protagonisti – oltre a Billè - il S egretario Generale del Comitato Euro Giancarlo Del Bufalo, il Vice Direttore Generale della Banca d'Italia Antonio Finocchiaro, il Ministro del Lavoro, Salute e Politiche Sociali Roberto Maroni, il Comandante del Nucleo Operativo Antifalsificazione Monetaria dell'Arma dei Carabinieri Carlo Mori, il Consigliere del Consiglio Nazionale Consumatori Utenti Giustino Trincia, il Sottosegretario al Ministero delle Attività Produttive Mario Valducci e il Direttore Generale dell'Abi Giuseppe Zadra.

Tra gli argomenti in discussione ci sono stati anche i risultati del sondaggio Confcommercio-Cirm sul livello di informazione e di accettazione della nuova moneta da parte di cittadini e imprenditori, e quelli dell'indagine condotta sempre da Confcommercio su un campione di imprenditori, per porre in luce i principali aspetti di "criticità" legati all'euro, nonché il livello di conoscenza degli stessi da parte degli operatori.

 

Il sondaggio Confcommercio- Cirm

 

L'euro è ormai alle porte ma più della metà degli italiani (54%) sa ancora poco o nulla della nuova moneta. Tra gli operatori del commercio, 4 su 10 si trovan o oggi più o meno nella stessa situazione.

E' questo il dato più significativo che emerge dal sondaggio che Confcommercio ha commissionato a Cirm tra commercianti e consumatori e realizzato tra il 10 e il 15 settembre, in buona parte, quindi, influenzato dai tragici attentati ter roristici negli Stati Uniti.

Il Cirm effettuerà ancora due rilevazioni, il 15 ottobre e il 15 novembre, per misurare di volta in volta il grado di preparazione dei consumatori e delle imprese al cambiamento, man mano che ci si avvicinerà alla scadenza del 1 gennaio 2002.

Entrando nel dettaglio del sondaggio, si scopre che la tragedia americana dell'11 settembre ha spinto molti italiani (60%) a vedere nella moneta unica una sorta di riparo sicuro che in un momento così difficile per l'economia può difendere meglio redditi, risparmi e consumi. Il 30% degli intervistati invece è ancora scettico sull'Euro e il restante 10% non ha ancora un'idea precisa.

Ma al di là delle spinte emotive causate dal particolare momento che stiamo vivendo, il sondaggio Cirm ha evidenziato una grande incertezza sulle reali aspettative che l'euro potrà, in questa situazione, creare.

I commercianti, ad esempio, non si fanno molte illusioni. Alla domanda se l'euro produrrà qualche vantaggio per le loro attività economiche il 62% ha risposto che non cambierà nulla, il 17% prevede addirittura un peggioramento e solo il 13% mostra un po' di ottimismo. Anche sull'eventuale aumento dei consumi i commercianti si mostrano piuttosto scettici: il 60% degli intervistati pensa che l'euro non influirà e il 24% crede che ci sarà una contrazione dei consumi dovuta alla poca dimestichezza dei consumatori con la nuova moneta.

Anche tra i consumatori prevale l'incertezza. Se il 31% dà per scontato, a seguito dell'ingresso dell'euro, un aumento di prezzi e di tariffe, il 26% la pensa in modo opposto ("ne potremmo trarre qualche vantaggio") mentre il 16% teme soprattutto la circolazione di monete false e il 10% è preoccupato di spendere di più soprattutto viaggiando in Europa.

Ma il ping pong tra i due campioni di intervistati continua. "Quali effetti potrà avere sui consumatori il cambio della moneta"? E' stato chiesto ai commercianti. Il 48% teme una fase di incertezza e di disorientamento, il 17% è preoccupato che si verifichi dall'altra parte del bancone una vera e propria p sicosi sull'aumento dei prezzi, il 15% ha paura che, avendo in mano le nuove banconote, la clientela spenda con maggiore prudenza.

Le opinioni espresse dai due campioni intervistati convergono di nuovo quando si comincia a parlare del problema tariffe. Il 50% dei consumatori e dei commercianti temono che l'introduzione dell'euro possa spingere le amministrazioni pubbliche a far lievitare le tariffe, una preoccupazione che appare oggi più che fondata viste le prese di posizione già assunte, in proposito, da molte Amministrazioni locali che vorrebbero fare leva sugli arrotondamenti per aumentare le tariffe sia nel settore dei trasporti che in quello dei servizi.

Tutti guardano ovviamente a quel che potrà fare in proposito anche il governo. Consumatori e commercianti non si fanno molte illusioni sulla possibilità che vi possa essere una ripresa economica in tempi brevi. E' di questo avviso il 47% dei consumatori e il 45% dei commercianti a cui si aggiunge l'incertezza del 21% dei consumatori e del 16% degli operatori.

Sulle possibili soluzioni che il governo dovrebbe adottare le risposte dei due campioni si divaricano sensibilmente.

Il 68% dei consumatori ritiene indispensabile adottare provvedimenti che consentano di affrontare prima di tutto il problema dell'occupazione giovanile, il 17% ritiene, invece, che per prima cosa sia necessario ridurre l'Irpef, il 6% chiede il blocco delle tariffe.

I commercianti affrontano il problema in una diversa ottica e fissano una diversa scala di priorità che vede al primo posto (53%) una nuova politica fiscale con l'abbattimento dell'Irap e la revisione delle aliquote Irpef, al secondo (25%) provvedimenti che diano maggiore flessibilità al mercato del lavoro, al terzo (8%) la riforma del Welfare.

Ma quante cose sanno veramente consumatori e commercianti sull'euro che sta per arrivare?

Gli intervistatori hanno iniziato con una domanda trappola: "quante lire vale esattamente un euro?". Solo il 52% dei consumatori e il 62% dei commercianti non ha sbagliato nemmeno sui decimali mentre rispettivamente il 31% e il 33% hanno dato una cifra sbagliata. Il 17% dei consumatori (il 5% dei commercianti) non ne ha saputo dare nessuna.

Seconda domanda trappola rivolta ai commercianti: "lei sa come si fanno gli arrotondamenti?".

Solo il 29% degli intervistati ha risposto esattamente mentre il 24% ha dato una risposta sbagliata e ben il 47% ha fatto scena muta. E questo conferma la necessità di potenziare, nelle prossime settimane, una campagna di comunicazione che, fino ad ora, è stata senza dubbio troppo episodica e troppo da addetti ai lavori (banche e istituti finanziari).

Se tutti o quasi (l'87% di entrambi i campioni) hanno ormai impressa bene nella memoria la data in cui entrerà in vigore la nuova moneta, solo il 52% dei cons umatori e il 64% dei commercianti sa che il periodo di transizione durerà soltanto due mesi.

Un altro problema da non sottovalutare è quello della circolazione delle monete false, problema che, nei due mesi di transizione, non riguarderà solo le banco note dell' euro ma anche quelle di tutti i paesi europei. E' certo, infatti, che grandi e piccole organizzazioni criminali faranno di tutto per smaltire tutto quel che di falso hanno prodotto che rischia, se non sarà smaltito in tempo, di diventare carta straccia. Per questo sarà indispensabile predisporre severe misure di vigilanza e di contrasto da parte delle strutture di sicurezza.

Il sondaggio si allarga quindi al problema delle modalità operative che interessano soprattutto i commercianti i quali, con l'avvento dell'euro, si troveranno proprio sulla linea del fuoco. "Come pensa di dare i resti ai clienti in questo periodo di doppia circolazione?". Prevalentemente in euro ha risposto il 42% degli intervistati, come capita (il 15%), a seconda della disponibilità di monete e banconote (il 14%), come chiede il cliente (il 13%). Ma il 42% dei commercianti non sa ancora da quale data sarà possibile acquistare i famosi euro kit per il pre-rifornimento.

C'è poi il problema dell'adeguamento delle attrezzature e delle strutture della distribuzione. Il 44% ha già provveduto ad aggiornare il software del registra tore di cassa, il 19% ha proprio cambiato tutto mentre c'è ancora un 37% - e non è certo poco - che è ancora in stand-by.

Ciò è spiegabile anche con il fatto che il 43%, per cambiare le attrezzature, vorrebbe avvalersi delle agevolazioni previste dalla legge Tremonti-bis che però, dovendo essere approvata dal Senato, non è ancora operativa.

Se è evidente che la maggioranza della popolazione e dei consumatori cercherà di attingere informazioni sull'euro direttamente agli sportelli delle banche, tutti i commercianti intervistati non solo ritengono necessaria una larga campagna di sensibilizzazione dei consumatori ma anche il sostegno delle associazioni di categoria e dello Stato per corsi di formazione che consentano al personale di poter far fronte alle nuove esigenze dei consumatori.

Quella della formazione è un'esigenza assai sentita ma per la quale, preoccupato per le spese che potrà comportare, il 64% degli intervistati vorrebbe ricorrere a supporti esterni possibilmente a costo zero.

 

 

 

 

 

 

 

 

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