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19 novembre 2011

La fiducia nelle capacità del paese di superare la crisi attuale

Il 43% dei giovani imprenditori del terziario ha “molta” o “abbastanza” fiducia nelle prospettive del paese di superare la crisi attuale. Ad avere più fiducia sono le PMI, le imprese dei servizi e le imprese del Nord Italia, in particolare quelle del Nord Ovest.

I giovani imprenditori hanno fiducia negli italiani e nelle risorse del paese, nella certezza che ciascuno saprà fare la propria parte per fare uscire l’Italia dalla crisi. Le ragioni di coloro che non hanno fiducia sono generate in prevalenza dall’idea che le manovre varate dal Governo precedente siano state poco efficaci.

Sei giovani imprenditori ogni dieci ritengono che per uscire dalla crisi l’Italia avrà necessariamente bisogno del sostegno dell’Europa. A ritenere al contrario che l’Italia potrà farcela anche da sola sono in prevalenza le imprese del Nord Ovest e quelle dei servizi.

L’impatto della crisi sulla competitività delle imprese

Il 15,2% dei giovani imprenditori del terziario ritiene che nei prossimi due anni (2012-2013) il livello della competitività della propria impresa sarà superiore rispetto a quella attuale, mentre il 69,3% ritiene che la propria competitività resterà quella attuale. L’idea che nei prossimi due anni, nonostante la crisi, la competitività delle proprie imprese sarà superiore o simile, rispetto a quella attuale, prevale presso le imprese del commercio e dei servizi, presso le imprese del Nord Ovest e presso quelle del Sud Italia. Minore fiducia nella propria competitività hanno manifestato le piccole imprese, in particolare quelle del turismo e quelle del Nord Est e del Centro Italia.

I fattori che più di altri ostacolano la competitività dei giovani imprenditori del terziario sono “strutturali” e non hanno a che fare con la crisi. Il 77,2% degli intervistati ha citato infatti: il peso di una pressione fiscale diventata ormai insostenibile, il costo degli adempimenti amministrativi cui sono sottoposte le imprese, le difficoltà di accesso al credito.

IL FUTURO DELL’ITALIA

Le risorse sulle quali investire per crescere

La capacità di innovazione delle imprese, la voglia di fare impresa dei singoli, i beni culturali e le bellezze artistiche d’Italia sono le risorse sulle quali si dovrebbe investire per la crescita dell’economia e della società secondo i giovani imprenditori.

L’Italia di domani secondo i giovani imprenditori

Soltanto il 50% circa del campione riesce a immaginarsi come sarà l’Italia di domani. Tra coloro che si esprimono, tuttavia, il 64,7% ritiene che l’Italia potrà essere tra cinque/sette anni un paese dove ci sarà spazio per i giovani che intendono fare impresa, un paese dove ci sarà spazio per i giovani che intendono farsi largo nella società con le proprie forze e con le proprie capacità, un paese più forte economicamente, un paese dove ci sarà spazio per le imprese che vogliono innovare.

Le imprese del terziario al tempo della globalizzazione

Pensando ai nuovi equilibri del commercio internazionale il 23% dei giovani imprenditori ritiene che le imprese italiane tra cinque/sette anni avranno più successo di quelle degli altri paesi, il 50,7% ritiene che la situazione non sarà diversa rispetto a quella attuale, mentre per il 26,3% le imprese italiane saranno sconfitte da quelle dei paesi emergenti.  Complessivamente sette giovani imprenditori ogni dieci ritengono che le imprese italiane riusciranno a sostenere la sfida della globalizzazione. Tale idea prevale presso i giovani imprenditori alla guida delle piccole e medie imprese (PMI), delle imprese del turismo e del commercio, delle imprese del Nord Ovest e del Sud Italia. La sfiducia nella capacità delle imprese italiane di competere con le imprese dei paesi emergenti prevale invece presso le grandi imprese, presso le imprese dei servizi e presso quelle operative nelle regioni del Centro Italia e delle regioni del Nord Est.

Gli interventi per rimettere in moto il paese

Le azioni che dovrebbero essere messe in atto da coloro che governano la "cosa pubblica", indipendentemente  dal loro orientamento politico, per favorire la crescita economica e sociale del paese, sono essenzialmente tre secondo il 64,6% del campione: ridurre il livello della pressione fiscale attraverso la riduzione della spesa ed il recupero dell'evasione, investire di più per favorire l'innovazione presso le imprese, rilanciare le semplificazioni affinché ci siano minore burocrazia e minori vincoli inutili e costosi per le imprese e per i cittadini. Più nel dettaglio, a ritenere che per favorire la crescita economica e sociale del paese sia necessario ridurre il peso della pressione fiscale è quasi il 50% dei giovani imprenditori.

I driver della crescita economica e sociale del paese

Per favorire la crescita economica e sociale del paese ciascuno deve fare la propria parte. Gli ambiti nei quali l'Italia intera deve e dovrà impegnarsi per dare maggiore competitività al paese sono, secondo il 61,4% giovani imprenditori,  la formazione dei giovani nella scuola, la modernizzazione dell'amministrazione dello Stato, il rinnovamento di un sistema della ricerca che svecchi il mondo dell'università, una politica sociale differente rispetto al passato e realmente a sostegno della famiglia.

Crescita del paese e crescita delle imprese

Oltre il 60% dei giovani imprenditori del terziario è convinto che lo sviluppo della propria impresa sia connesso con lo sviluppo e la crescita del paese nel suo complesso. Tale opinione è più accentuata presso le piccole e medie imprese, presso le imprese del commercio e presso quelle che operano nelle regioni del Nord Italia e del Centro Italia. In controtendenza le imprese del Sud Italia.

Come sarà l’Italia di domani

Per quanto il 63,6% degli imprenditori provi preoccupazione al pensiero della propria impresa e a quello della situazione economica del paese nel prossimo futuro, pensando alla situazione del paese tra cinque/sette anni un giovane ogni due se la immagina diversa rispetto a quella attuale, e tra questi quasi il 60% immagina un’Italia migliore rispetto a quella attuale.

L’AZIONE DELLA POLITICA

Il 22,9% dei giovani imprenditori del terziario (in prevalenza nel Nord Ovest) afferma che le manovre varate dal Governo precedente per contrastare la crisi economica siano efficaci, di parere diverso il 77,1% degli intervistati. Coloro che hanno espresso un giudizio negativo sulle manovre del Governo precedente ritengono che queste siano insufficienti (45,8%), che non prevedano il taglio dei costi della politica (30,0%), che aumentino le tasse e che per questo motivo ridurranno la crescita (14,2%).

Al di là del giudizio complessivo, le norme varate dal Governo che più di altre trovano d’accordo i giovani imprenditori sono quella a sostegno dell’occupazione giovanile, la licenziabilità dei dipendenti pubblici, l’accelerazione degli iter per la realizzazione delle grandi opere, le privatizzazioni delle società pubbliche.

 

 

Nota metodologica
Indagine effettuata su un campione statisticamente significativo di imprenditori del terziario di età compresa tra i 18 ed i 40 anni (giovani imprenditori). Metodo di contatto: interviste Cati (computer assisted telephone interview). Totale interviste effettuate: 1.200. Periodo di effettuazione delle interviste 8-10 novembre 2011.

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