La sintesi della ricerca

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26 febbraio 2013

Rapporti tra Banca ed Impresa sul territorio provinciale

 

La situazione del credito alle imprese, da parte del sistema bancario a livello locale, vede, in sintesi, secondo i dati forniti dalla Banca d'Italia, dal 2008 ad oggi, sia pure con oscillazioni, una diminuzione della domanda, una maggiore selettività dell'offerta ed un aumento dei prezzi (tassi). La percezione generale è che, in questo scenario, le aziende guidate da giovani imprenditori, al di là della loro esiguità numerica, debbano fare i conti con tutte queste problematiche senza poter contare su sostegni adeguati alle esigenze. Soprattutto in relazione alle start-up, l'indagine ha evidenziato come, l'attuale quadro economico, sia comporti maggiore difficoltà per lo sviluppo delle aziende,  sia induca ad una valutazione generale sulle strategie adottate per favorire la nascita di nuove imprese.

 

 

La voce di alcuni operatori degli istituti bancari/ Situazione generale del credito

 

Per approfondire la questione del rapporto tra banche ed imprese, sono stati intervistati tre operatori bancari di istituti di credito presenti sul territorio. In particolare, le domande hanno raccolto le testimonianze guardando all'andamento del mercato finanziario (con specifico riferimento all'attuale congiuntura economica) e ai cambiamenti avvenuti nel settore bancario negli ultimi anni a seguito delle nuove normative europee. Con gli intervistati, sono stati affrontati i temi maggiormente spinosi nel rapporto banche-imprese e quindi la questione dei prezzi, delle garanzie e dei criteri di concessione degli affidamenti. Infine, sono state raccolte indicazioni e suggerimenti per migliorare la relazione tra imprese ed istituti di credito, con particolare riferimento alle iniziative avviate da giovani imprenditori. Gli operatori bancari intervistati hanno evidenziato come la dinamica dell'attuale crisi economica si sia fatta sentire anche nel sistema creditizio. Il dato più rilevante, a questo proposito, riguarda un'evidente contrazione, a partire dal 2008, della domanda di credito. Il decremento ha interessato anche il credito specializzato a medio-lungo termine, soprattutto per quanto concerne le piccole imprese. In merito è stato evidenziato anche come, la realtà odierna, richieda agli istituti di credito di prestare una grande attenzione alla cosiddetta "area grigia" del loro portafoglio imprese, termine che sta significare il contesto finanziario e le possibilità di ripresa e/o sviluppo dell'azienda. Gli operatori bancari hanno pure rimarcato come, sul fronte del credito, la situazione sia mutata radicalmente anche in considerazione delle nuove macro regole introdotte a livello europeo, ovvero Basilea 2 e Basilea 3, che hanno portato all'introduzione di una nuova serie di rating dai quali dipende la valutazione che viene data all'impresa.

I nuovi criteri, ma non solo, hanno peraltro inciso anche sul fronte dei tassi applicati.

Gli operatori interpellati hanno comunque affermato come in provincia di Trieste il livello delle sofferenze sia inferiore rispetto al mercato nazionale, un trend legato alla specifica preponderanza del terziario nel sistema economico locale. Per gli esponenti bancari coinvolti nell'indagine, specie in riferimento alle nuove aziende, una carta utilizzabile per ottenere credito è quella di disporre di un valido business plan, da predisporre in sinergia con enti, strutture e vari soggetti, tra cui le associazioni di categoria, che possono concorrere attivamente all'avvio dell'impresa. Per le banche, perciò, il trovarsi innanzi ad un progetto articolato e ad una patrimonializzazione conseguente,  costituiscono un elemento di credibilità. Sempre in riferimento alle start-up, di cui solo un'esigua minoranza è legata all'imprenditoria giovane, le maggiori richieste riguardano il finanziamento a medio lungo termine per investimenti. Sul fronte del credito è stato evidenziata poi l'importanza del ruolo dei Confidi e delle associazioni di categoria che possono fornire condizioni più favorevoli nell'ambito dei rapporti con il sistema bancario.

La ricerca, sempre in riferimento al binomio credito/imprenditoria giovanile, ha rimarcato pure come  gli affidamenti perfezionati da giovani imprenditori al Confidi Trieste, abbiano rappresentato lo 0,57% del totale degli affidamenti conclusi dal Consorzio nel 2010 e lo 0,45% di quelli perfezionati nel 2011. L'indagine ha anche evidenziato come i settori interessati dalle maggiori criticità in provincia di Trieste siano quelli dell'autotrasporto, delle costruzioni e del commercio. Il report, in base ai pareri raccolti, ha indicato ad ogni modo come, un'opzione fruibile per un incremento dell'imprenditoria giovanile, potrebbe essere quella legata ad una semplificazione degli iter burocratici e ad un maggior contenimento degli oneri.

 

Il rapporto tra imprese e banche visto dei giovani imprenditori/L'indagine

 

Gli imprenditori intervistati, di età non superiore ai 40 anni, sono in maggioranza di sesso maschile. Le imprese si collocano, per numero di soci e/o dipendenti , in un range che va da uno a sei persone impiegate complessivamente. Nelle aziende coinvolte nell'indagine, il fatturato relativo al primo anno di attività variava da meno di 10.000 ad un massimo di 750.000 Euro. Nell' ultimo anno, invece, si è collocato tra i 35mila e gli  800mila Euro. I settori di attività delle imprese riguardano le costruzioni (edilizia), il commercio (attività di intermediazione nella circolazione dei beni) ed i servizi (compresi quelli alla persona, sia all'infanzia che agli anziani). L'indagine ha pure evidenziato come l'avvio di un'attività sia stato determinato in primis da motivi personali, in seconda battuta, dalla mancanza di un'occupazione stabile e, da ultimo, da tradizione familiare. Una delle maggiori difficoltà ravvisate è stata quella legata all'obbligo di far fronte ad iter burocratici eccessivamente complessi, accentuata talvolta dalla mancanza di collegamenti e sinergie fra organismi ed enti preposti al riguardo. Guardando risorse economiche iniziali, la maggior parte degli intervistati ha dichiarato di aver investito nell'impresa più di 100mila Euro, seguiti a ruota da coloro che hanno invece messo a disposizione una cifra compresa tra i  10 mila ed i 30 mila Euro. Le risorse iniziali, per la maggior parte degli intervistati, sono state reperite attraverso una soluzione mista, attingendo in parte a finanziamenti bancari ed in parte a liquidità personali o dei soci dell'impresa. Dall'analisi delle risposte è emerso inoltre come  la maggior parte degli imprenditori abbia fatto ricorso alla garanzia data dalle associazioni di categoria non in fase iniziale, ma nell'ambito di una successiva richiesta di finanziamento. Per quanto concerne i tempi di attesa, i finanziamenti sono stati erogati nell'arco di due/tre mesi dalla domanda. La maggioranza degli interpellati ha affermato di aver ottenuto il 100% dell'importo richiesto all'istituto bancario, garantendo con beni personali o con un'ipoteca il bene da acquistare. I rimanenti hanno comunque ottenuto dal 70% all'80% di quanto richiesto. Una parte minoritaria degli imprenditori interpellati ha ottenuto un tasso di interesse agevolato al 2%, mentre gli altri hanno dovuto sobbarcarsi  un tasso che andava dal 4 al 7,3%. Gli imprenditori coinvolti nella ricerca, per i quali il rapporto con il sistema creditizio è peggiorato negli ultimi cinque anni, hanno affermato di utilizzare generalmente una sola banca per l'attività aziendale . Circa le azioni da attuare per un incentivo all'imprenditoria giovanile, gli operatori economici hanno indicato soprattutto la necessità di un più facile reperimento della risorse, di un più diffuso sviluppo di una cultura imprenditoriale, di uno snellimento della burocrazia nonchè di poter fruire di contributi pubblici anticipati e non a fatturazione avvenuta.

 

Vitalità e tipologia dell'imprenditoria giovanile nella provincia di Trieste

 

In base all' Osservatorio Unioncamere sull'Imprenditoria Giovanile, al 6 giugno 2012,  le "imprese giovani" (con il titolare di età inferiore ai 40 anni), in provincia di Trieste, erano 1982. Di queste, la gran parte (61%), per lo più imprese individuali, era attiva nei rami delle costruzioni (23,4%), del commercio (22%) e dei servizi di alloggio e ristorazione (15,4%). Il ciclo di vita di queste "imprese giovani", cioè la loro "mortalità" entro i due anni dalla loro iscrizione nel Registro Imprese, è risultata essere del 30% per le aziende guidate da 40enni e del 40% per quelle il cui titolare non aveva più di 35 anni di età. Nell'ambito dell'incontro è stata effettuata anche un'analisi di alcune linee di finanziamento disponibili sul territorio della regione Friuli Venezia Giulia, messe a diposizione dalle varie amministrazioni ed istituzioni (Regione, Provincia e CCIAA di Trieste), a supporto dell'imprenditoria e di quella giovanile in particolare, e sulla  tipologia di attività avviata grazie agli strumento fruibili. Il report ha inoltre preso in considerazione le varie opportunità di formazione, per sensibilizzare i giovani alla cultura del fare impresa, legate a corsi professionali, Università ed a progetti mirati, realizzati anche in sinergia da enti pubblici ed altre organizzazioni. Durante l'appuntamento sono state inoltre prese in considerazione le varie azioni poste in essere, grazie a strumenti di carattere comunitario, nazionale, regionale e provinciale, sotto forma di contributi ed incentivi, per favorire appunto l'avvio di imprese giovani.

 

 

 

 

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