La versione integrale della lettera

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P:04 D:21-09-2001 T:Bologna

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21 settembre 2001

Lettera aperta al Presidente della Regione Emilia Romagna, Dr. Vasco Errani ed al Presidente della Provincia di Bologna, Prof. Vittorio Prodi

 

Illustri Presidenti,

                                              in questi anni il mondo del commercio ha subito anche in Emilia Romagna ed in provincia di Bologna delle profonde trasformazioni dovute in primo luogo al massiccio e non sempre ordinato avvento della grande distribuzione. Ciò ha determinato un grave impoverimento della presenza di attività commerciali nei quartieri delle città, nei piccoli comuni, nelle località rurali della pianura e nelle frazioni di montagna.

 

Di fronte a questo fenomeno il commercio di vicinato, vale a dire la rete dei piccoli esercizi diffusa nel territorio, continua a mantenere la propria funzione. Anzi è stata proprio la desertificazione commerciale di tante aree del Paese ad avere dimostrato suo malgrado, anche agli occhi degli osservatori più distratti, l’insostituibile valenza di questi esercizi o meglio di quelli che sono rimasti, in termini di presidio non solo economico ma anche sociale e civile, soprattutto nei confronti della crescente popolazione anziana. Infatti, non tutti i cittadini, anche per condizioni di salute, possono recarsi nelle grosse strutture commerciali, guidando la macchina per molti chilometri, affrontando viaggi impegnativi lungo strade congestionate per raggiungere i centri urbani mentre non è sempre possibile fare affidamento su mezzi di trasporto pubblico efficienti e capillari. La rinnovata consapevolezza del prezioso ruolo svolto dalle attività commerciali di vicinato ha trovato quindi un parziale riconoscimento anche nella nuova normativa di settore rappresentata dal decreto legislativo 114 del 1998 (c.d. Decreto Bersani) e dalle successive disposizioni regionali, emanate anche in Emilia Romagna.

 

Nei testi di legge vigenti sono sancite alcune norme di principio che proclamano l’adozione di provvedimenti atti a favorire lo sviluppo della rete commerciale nelle aree montane e rurali e in ogni modo nei piccoli comuni con popolazione inferiore ai 3000 abitanti, individuati dalle Province.

 

 Tale importante azione di promozione è quindi demandata alle Regioni ed alle Province che con specifici provvedimenti dovranno tradurre in misure concrete queste rilevanti enunciazioni. A tre anni dall’introduzione della riforma del commercio è forse giunto il momento di provvedere dando attuazione ad alcune norme peraltro già previste da numerose leggi regionali. D'altronde in questo senso si sta già adoperando la vicina Regione Toscana il cui Assessore alla Montagna, nel corso di un recente convegno promosso dalla Ascom-Confcommercio di Pistoia, si è impegnato dal prossimo anno ad esentare gli esercizi commerciali dei piccoli paesi appenninici dal pagamento dell’IRAP: l’imposta regionale sulle attività produttive. Ferma restando la verifica di compatibilità del provvedimento con la legge istitutiva del tributo è già comunque possibile per la Regioni introdurre la riduzione dell’aliquota d’imposta dal 4,25% al 3,25 % per determinate categorie di contribuenti.

 

 

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E’ evidente che questa ed altre misure (come ad esempio l’abbattimento dell’addizionale regionale IRPEF) non potranno escludere da sole che si arresti lo spopolamento subito da tanti paesi di pianura e soprattutto di montagna. Si tratterebbe comunque di un segnale importante di disponibilità, di riconoscimento per il ruolo svolto dai numerosi commercianti che contribuiscono con la loro presenza quotidiana a vivere, a far vivere ed a presidiare il territorio.

 

Bologna, 21 settembre 2001

                                                                                                 Bruno Filetti

(Presidente Associazione Commercianti della provincia di Bologna)

       

 

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