Lavoro e crescita: a confronto Alfano, Bersani e Maroni

Lavoro e crescita: a confronto Alfano, Bersani e Maroni

La sessione finale del tredicesimo Forum di Cernobbio è cominciata con una tavola rotonda moderata da Ferruccio De Bortoli e alla quale hanno partecipato il segretario del Pdl, quello del Pd e l'ex ministro dell'Interno Roberto Maroni della Lega.

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24 marzo 2012

La sessione finale del tredicesimo Forum di Cernobbio è cominciata con una tavola rotonda moderata da Ferruccio De Bortoli e alla quale hanno partecipato il segretario del Pdl Angelino Alfano, quello del Partito Democratico Pier Luigi Bersani e l'ex ministro dell'Interno Roberto Maroni della Lega. Argomento iniziale, quasi obbligato, la riforma del mercato del lavoro. Per Alfano, "è stato raggiunto un punto di equilibrio tra forze che avrebbero in tempi normali posizioni diverse. O lo si accetta o, se si fanno modifiche, anche noi dovremmo dire che ci sono cose che non ci piacciono e che vorremmo cambiare. Allora, se vogliamo comportarci con serietà, dobbiamo tutti prendere l'impegno a concludere l'esame parlamentare in un determinato tempo, per non dare l'impressione che si stia giocherellando o perdendo tempo". Alfano ha quindi sottolineato, sull'articolo 18, che "la giurisprudenza va da sempre contro i datori di lavoro: non si può fare il modello tedesco che molti invocano con una giurisprudenza italiana". La replica di Bersani è stata immediata: "non so se si indebolisca di più il governo criticando provvedimenti o non partecipando a vertici. Da parte nostra siamo intenzionati a mandare avanti questo ddl preservando tutto il buono che c'è nel progetto, anche se c'è qualcosa da aggiustare. Per quanto riguarda le regole in entrata e in uscita dobbiamo accostarci al modello tedesco. Certo, ci sono alcuni elementi di eccessiva rigidità, ma i problemi veri sono altri, come l'eccesso di precarizzazione che balza agli occhi. Dobbiamo garantire dei percorsi professionali, non si possono cambiare 7-8 lavori in pochi anni". Da parte sua, Maroni ha dato "un sette al metodo usato dal governo Monti: ha ascoltato tutti e poi ha deciso di decidere affidando il ruolo decisivo al Parlamento, lo ho apprezzato molto. Voto negativo, però, nel merito della riforma, che riduce la flessibilità e, come nel caso dell'aumento dell'aliquota contributiva per i co.co.pro, introduce nuove rigidità. Mi auguro che almeno si consenta all'opposizione di fare le proprie proposte nel cammino parlamentare senza apporre la fiducia.". Quanto alle diverse ricette proposte per la crescita, Alfano ha sottolineato l'esigenza di "liberare le energie vitali del nostro Paese, tagliando spesa pubblica improduttiva, debito pubblico e tasse. Serve condurre una seria lotta all'evasione ma senza caccia alle streghe e fisco spettacolo. Le banche, poi, devo rendersi protagoniste di una forte opera di sostegno alle nostre imprese". Per Bersani, "è un processo che deve partire dall'Europa. In ogni caso, va impostata una strategia che liberi risorse per i consumi come nel caso delle liberalizzazioni. E poi va buttato un occhio all'aumento dei prezzi imposti". Maroni, infine, ha sottolineato che "le misure prese finora non hanno portato alla crescita prevista dal governo ma a una situazione di recessione e all'aumento della pressione fiscale. La strada giusta da seguire prevede due elementi: la riduzione della spesa pubblica e l'aggressione all'apparato burocratico".

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