Lavoro: nel turismo crescita a rischio recessione

Lavoro: nel turismo crescita a rischio recessione

Ricerca Federalberghi e Fipe, in partnership con Ente Bilaterale Nazionale del Turismo, su dati Inps: negli ultimi due anni +20 per cento per l'occupazione dipendente nel settore. Ma nel gennaio 2009 -21 per cento di occupati.

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5 agosto 2009
In Italia nel 2008 sono stati oltre 925mila i lavoratori dipendenti del settore turismo, tra lavoratori a tempo pieno e a temp

In Italia nel 2008 sono stati oltre 925mila i lavoratori dipendenti del settore turismo, tra lavoratori a tempo pieno e a tempo parziale, quasi per  il 60% donne. I dati, estratti dal database dell’Inps degli anni 2006, 2007 e 2008 ed elaborati in esclusiva da Federalberghi e Fipe, in partnership con l’Ente Bilaterale Nazionale del Turismo, indicano come quasi il 5% della forza lavoro dipendente del Paese sia occupata nel settore.

Inoltre, si nel giro di solo due anni si è passati dai 772.000 dipendenti del 2006 agli oltre 925.000 del 2008, con un incremento pari al 20%.

“Una forza lavoro - commentano le tre organizzazioni artefici dell’indagine - tra le più rilevanti a livello nazionale e, purtroppo, a rischio recessione più degli altri settori in quanto maggiormente esposto alle turbolenze finanziarie, tanto che nel solo mese di gennaio 2009 l’Inps ha registrato un calo del 21% di occupati rispetto al gennaio 2008”.

“Un segnale d’allarme evidente -aggiunge il presidente di Federalberghi-Confturismo, Bernabò Bocca - per il quale occorre intervenire subito riducendo l’Iva del settore ed estendendo la Tremonti ter, oltre ad una immediata operatività della moratoria sul credito siglata dall’ABI con le PMI”.

“Il rapporto mette in evidenza - afferma da parte sua il presidente della Fipe, Lino Enrico Stoppani - luci e ombre dell’occupazione nelle imprese del turismo. Da un lato emerge con chiarezza, pur nel contesto di una congiuntura economica sfavorevole, il forte contributo del settore ai livelli occupazionali del Paese. Dall’altro si deve constatare che ciò avviene a scapito della produttività che nel settore, ed in particolare nei pubblici esercizi, continua a calare. La situazione rischia di diventare insostenibile”.

“Ma se riuscissimo a quantificare tutto l’indotto - sostiene il presidente dell’Ebnt, Gabriele Guglielmi- si eveidenzierebbe che il totale supererebbe i 2,5 milioni di persone che direttamente o indirettamente traggono benefici”.

“Occorre istituire -conclude il vicepresidente dell’Ebnt, Giuseppe Cassarà - una cabina di regia tra le forze produttive del settore ed il Governo per monitorare costantemente l’evoluzione reale del mercato ed approntare i rimedi più adeguati”.

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