Le banche alla "sfida" dello stress test

Le banche alla "sfida" dello stress test

L'Europa ha deciso una nuova serie di test per misurare il grado di solidità degli istituti. Potrebbero servire ricapitalizzazioni per 100 miliardi. Il rischio è di sottrarre ulteriori risorse alla ripresa economica.

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21 marzo 2011

Gli Stati Uniti completano la nuova tornata di stress test sulle banche mentre l'autorita' europea Eba, che vuole realizzare l' operazione entro giugno con criteri piu' severi dello scorso anno, pubblica la metodologia ma non alza il velo sulla soglia minima di capitale da superare e non diffonde, come preannunciato, la lista delle banche coinvolte. Per l'Italia comunque le indiscrezioni indicano che anche questa volta saranno i primi 5 gruppi (Unicredit, Intesa Sanpaolo, Mps, Banco Popolare e Ubi) a dover passare lo stress test. Questa volta quindi l'Eba (subentrata al Cebs e guidata dall'italiano Enria) per rispondere alle critiche del mercato intende procedere con criteri piu' stringenti e considerare solo il capitale di migliore qualita' (core Tier1). Piu' informazioni pubbliche e piu' monitoraggio sul mercato dei mutui chiede intanto l'Fsb guidato da Mario Draghi alle autorita' nazionali, alle quali si riconoscono comunque i buoni progressi fatti per rendere il settore piu' solido. Tornando agli stress test europei, lo scenario avverso che le banche dovrebbero affrontare, ipotizzato dagli esperti, vede cosi' un deciso scostamento del Pil dell'area euro rispetto alle previsioni. Per l'Italia si disegna una crescita negativa (-0,1%) nel 2011 e un calo del Pil dell'1% nel 2012, a fronte di una diminuzione del prodotto dello 0,5% dell'area euro per l'anno in corso e dello 0,2% per il 2012, oltre che un rallentamento dei Paesi extra Ue. Ugualmente piu' duri gli indicatori sull'inflazione e sul tasso di disoccupazione, che supererebbe la soglia del 10% nell'area euro e dell'andamento del mercato immobiliare. A causare tutto questo, secondo l'Eba, tre elementi negativi: un ventaglio di shock a livello europeo, principalmente legato alla persistenza della crisi del debito sovrano, uno shock della domanda globale con origine negli Stati Uniti, e un deprezzamento del dollaro rispetto a tutte le valute. Si ipotizza inoltre, fra l'altro, un ribasso del 15% dei prezzi azionari in Europa, un aumento dei tassi a breve di 125 punti base, un calo del dollaro dell'11%, i rendimenti dei bond sovrani superiori di 75 punti base. Una serie quindi di fattori negativi che metterebbero sotto pressione le banche e il loro capitale. Ma l'Eba questa volta vuole andare oltre e considerare solo il core Tier1, ovvero il capitale di migliore qualita'. Per questo l'autorita' europea non ha diffuso la soglia minima da superare (la volta scorsa era il 6%) ma sta lavorando su una definizione comune in tutta Europa del capitale 'core' da applicare in maniera unanime per evitare differenze fra Paese e Paese.

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