Le nostre Storie è uno spazio dedicato interamente alla valorizzazione delle attività dei nostri imprenditori su tutto il territorio nazionale.
Ogni storia racconta gli elementi legati alla tradizione o all'innovazione, alle identità territoriali o familiari, alla resistenza durante e dopo la pandemia.
Soter
Il Supermercato SOTER nasce nel 1987 a San Felice Circeo, in provincia di Latina, come un piccolo punto vendita per trasformarsi, negli anni, in un supermercato sempre più attento all’offerta di qualità.
Il proprietario si chiama Francesco Somma. La sua è stata una scelta ben precisa, orientata alla vendita di una linea di prodotti classici e tradizionali da banco. Una linea che con il tempo ha ampliato con una selezione di prodotti artigianali di alta qualità, puntando alla differenziazione della proposta commerciale.
La sua scommessa, ad oggi, si è dimostrata vincente anche grazie alla ricca e variegata offerta di vini che vengono proposti anche nelle vendita e-commerce, sviluppata soprattutto nel periodo della pandemia.
Per la gestione e i dipendenti dell’azienda, il primo lockdown di primavera è stato duro e difficile perché tutti si sono dovuti adattare alle nuove regole e ad un nuovo modo di lavorare. Ma alla fine, l’impegno e le illuminate scelte imprenditoriali hanno premiato tutti.
Cinepark, una storia da film
Ci racconta la storia dell'impresa Cinepark l'imprenditrice Simona Salustro, imprenditrice e amministratrice degli impianti multisala Cinepark dislocati a Cento, Comacchio e Ferrara.
La mia società si chiama Cinepark srl e nasce da un incontro, dodici anni fa, fra me ed il mio socio Erik, già esperto del settore e figlio di storica famiglia di esercenti cinematografici.
Nel corso dei dodici anni siamo arrivati a gestire tre multisale per un totale di 16 schermi, diventando il circuito privato numero uno del nostro territorio.
Abbiamo sempre cercato di innovare le nostre tecnologie, dando spazio a strumenti digitali che ci hanno permesso e ci permettono di offrire un servizio leisure a 360 gradi.
Siamo sempre attenti ai cambiamenti del settore e cerchiamo di avere attitudini camaleontiche che ci autorizzino a rimanere al passo con i cambiamenti epocali della filiera che rappresentiamo.
Una su tutte: la realizzazione della nostra piattaforma web cinepark.tv che, in alternativa e per sopperire alla assenza momentanea della fruizione cinematografica tradizionale, permette ai nostri spettatori di prendere visione di cortometraggi ferraresi e di prime visioni nazionali.
Comunque vada: evviva la cultura ed evviva il cinema. Sempre.
Chocolat La Thuile
La storia di Chocolat La Thuile ha inizio circa quaranta anni fa, quando mio padre allora chef di cucina si vede costretto ad abbandonare i fornelli per problemi di salute e a trasportare le sue conoscenze gastronomiche dalla cucina alla pasticceria. La sua formazione dolciaria incomincia a Milano, dove lavora per alcuni mesi in una nota pasticceria e, dopo poco tempo insieme a me e mia madre, apre la prima pasticceria di famiglia.
Le prime soddisfazioni non tardano ad arrivare preparando dolci della tradizione italiana utilizzando le migliori materie prime sul mercato.
Dopo circa due anni, in occasione di una gita a Parigi e alla visita della fiera "Intersuc" l'attuale "Salon du Chocolat", conosciamo l'ingrediente Principe della Pasticceria, il Cioccolato. Così, rientrati in Italia partiamo per Verona per acquistare la nostra prima macchina per lavorare il Cioccolato.
A questo punto mio padre si concentrava sulla pasticceria, mentre io iniziai a lavorare il cioccolato.
Frequentai parecchi corsi formativi presso l'Ecole Nationale de la Patissere Francaise, vicino Lione, presso la Cast Alimenti di Brescia e presso alcuni dei più rinomati Cioccolatieri Europei, due dei quali diventati Campioni del Mondo di Cioccolato.
Da quel momento in poi la ricerca dell'eccellenza ha caratterizzato il mio percorso professionale e della mia Famiglia.
Tra i miei ricordi professionali più cari, l'essere stato scelto quale pasticcere per la realizzazione dei dolci per il Papa Giovanni Paolo II negli anni in cui il Pontefice Polacco scelse la Valle d'Aosta per le sue vacanze e l'essere stato invitato a creare i miei cioccolatini nel Cluster del Cacao in occasione di Expo 2015.
Da circa vent'anni abbiamo aperto la nuova Pasticceria "Chocolat" a La Thuile e siamo presenti su tutte le più importanti guide enogastronomiche nazionali.
Il negozio storico Torrini 1369,oltre 20 generazioni di arte orafa
La storia di un Casato di Orafi, le loro speranze, i possibili rimpianti, i successi, gli insuccessi, i loro conflitti, la loro capacità di guardare sempre oltre il muro della vita. Uno stratificarsi di storie che formano le generazioni, ovvero il cammino verso un'opera mai compiuta. Di generazione in generazione con il senso dell’onore e della dignità, sapendo mantenere la propria identità, la propria integrità e la propria indipendenza. È solo a queste condizioni che si può superare i secoli, mantenendo l’amore per la famiglia con le sue tradizioni che i genitori hanno saputo trasmettere ai figli, con la voglia di ricominciare ogni giorno a percorrere un cammino iniziato tanto tempo prima.
Conosciamo la storia dell’antico marchio di fabbrica al quale i Torrini sono legati per averlo onorato al di là del suo valore commerciale ma solo come testimone di un passato da tramandare al futuro. Un lavoro non necessariamente facile ma normale per chi ha sempre avuto valori morali e spirituali forti e difficilmente intaccabili.
La storia del Marchio di Fabbrica Torrini
Siamo nella prima metà del 1300 e questa storia è legata a un segno. Inizia da una figura chiave, quella di Jacopus Turini, che si trasferisce a Scarperia approfittando dell’esenzione decennale da tasse e balzelli e della libertà da qualsiasi vincolo e servitù feudale concessa da Firenze agli abitanti delle “terre nuove”. Proviene dalla località di Battiloro, un agglomerato di case presso Borgo S. Lorenzo, dove con il padre Bernardo e il fratello Tura, di fatto i capostipite del Casato, lavorano con grande abilità tutti i metalli e il prezioso oro riducendolo in foglie.
La loro fama si diffuse e Tura si trasferisce a Siena per collaborare con la propria arte alla costruzione del Duomo. Lavorò in una bottega al centro della città svolgendo la sua attività con grande abilità e padronanza di tutte le tecniche trasmettendo a figli e allievi i segreti del mestiere.
Il XIV Secolo
Jacopus nella sua nuova bottega di Scarperia produce invece corazze e armature per i cavalieri che transitano lungo l’asse viario transappenninico del Giogo per raggiungere Firenze. Sono tempi in cui un’armatura è preziosa quanto e più del pane perché questi manufatti assicurano la difesa. Gli artigiani di corazze e di armi sono tra i più ricercati e Jacopus cura molto, oltre la funzione di difesa per cui sono impiegate, anche l’estetica realizzando pezzi straordinari. Per regolamentare le attività che vengono in contatto con i forestieri di passaggio, Firenze impone anche agli artigiani del contado di registrarsi all'arte corrispondente e Jacopus registra il suo marchio all'Arte dei Corazzai, Chiavaioli e Fabbri Ferrai di Firenze. È il 1369.
Si presume da alcuni scritti indiretti, ma non esiste documentazione, che anche Jacopus verso la fine del secolo raggiunse il fratello a Siena dando così vita al ramo familiare che generò un percorso umano molto affascinante.
Il"Signum", cioè il marchio di fabbrica, è l'indiscusso legame che conferma la lunga tradizione orafa di questa famiglia. I Torrini se lo sono tramandato di padre in figlio per oltre sei secoli, quasi inconsapevolmente, dandogli il significato benaugurale di mezzo quadrifoglio con sperone.
Tura e i suoi discendenti Senesi, i Turini, furono destinatari di grande attenzione e le commissioni e gli incontri culturali si accavallarono e moltiplicarono, collaborarono con numerosi artisti lasciandoci splendidi capolavori che arricchiscono ancor oggi la Città.
Molto più di un semplice orafo...
Oltre all'attività di orafi nella loro bottega si cimentarono nello smalto, nel niello, nello sbalzo e nel cesello, scolpirono pietra e legno richiesti per gli interni e realizzarono splendide opere di scultura lignea policroma che possiamo ammirare a Montalcino, S. Ansano e a Siena.
Barna, Turino, Giovanni, Lorenzo, Paolo e molti altri Turini furono artisti completi. Con la loro specificità e qualità rivaleggiarono anche con gli artisti fiorentini ed ebbero un ruolo attivo ed importante nell'evoluzione dell'arte orafa toscana.
Giovanni Turini non solo fu la personalità artistica più forte della bottega perché conosceva e praticava con grande versatilità tutte le arti ma è anche la figura più rappresentativa dell'arte orafa senese della prima metà del XIV secolo, come cita il Vasari nel suo Commentario alla Vita del Pollajuolo.
Il Fonte Battesimale del Battistero di Siena è il capolavoro dove i rilievi bronzei, realizzati insieme a suo padre Turino, sono accanto a quelli dei massimi artisti dell'epoca come Jacopo della Quercia, Donatello e Ghiberti di cui divenne amico carissimo.
Il passato della stirpe testimonia come i membri del Casato dei Turini ricoprirono la prestigiosa carica di Priore a Siena per ben 28 volte, acquisendo così il titolo di "Nobili di Siena". Siamo sulla metà del 1400.
Il XVI Secolo
Per effetto delle guerre fra Guelfi e Ghibellini, o forse più semplicemente perché terminata la costruzione del Duomo, i Turini tornarono nella loro terra d'origine, il Mugello, a Borgo San Lorenzo e Scarperia, riunendosi così al ceppo familiare e trasformando, forse allora, il patronimico Turini in Torrini.
I Torrini nel 1600-1800
Alla fine del 1600 un ramo si spostò in Umbria mentre alcuni documenti ci danno certezza storica che il ceppo familiare continuò l'attività nel Mugello e a Firenze.
Sono state ritrovate notizie della bottega orafa di Francesco Torrini, di cui abbiamo documento di immatricolazione all'Arte della Seta il 13 novembre 1700, e da cui scopriamo che nel 1703 il Maestro Francesco ebbe bottega sul Ponte Vecchio.
Nel Censimento del 1841 custodito all'Archivio di Stato di Firenze, nei fogli riguardanti la popolazione della Parrocchia di S. Salvatore d'Ognissanti troviamo notizie di un altro rappresentante della famiglia: Giocondo Torrini, nato nel 1827. Giocondo Torrini aveva il suo negozio sul Lungarno Nuovo 6 rosso e raggiunse con la sua bravura, unita ad una rara abilità commerciale, fama internazionale presentandosi alle Esposizioni Universali Europee con grande successo di pubblico. Le Esposizioni Internazionali Europee della seconda metà dell'800 misero il Torrini a diretto confronto con la moda francese e inglese recependo prontamente i messaggi estetici, i richiami culturali e i nuovi stimoli di rinnovamento che si andavano codificando nelle arti decorative.
La sua attività è documentata attraverso numerose menzioni e premi rintracciati nei cataloghi delle Esposizioni e l'esistenza di alcuni gioielli come la raffinata parure, conservata al British Museum di Londra, costituita da spilla e orecchini con placche di mosaico raffiguranti le colombe di Plinio.
I Torrini nel 1900
Nel 1919 Guido Torrini seguendo le orme del padre e del nonno, sempre imprimendo il marchio di fabbrica Torrini, inizia la sua attività di orafo nel laboratorio in Piazza S. Trinita a Firenze; apre poi negozi a Firenze, Chianciano, Chiusi e Taormina. Acquisisce una consistente partecipazione nell'allora esistente negozio di gioielleria in Piazza Duomo a Firenze. Realizza gioielli in stile déco, objets d'art in pietre dure arricchite da parti in oro e, grande appassionato di orologeria, produce nel 1932 il primo orologio da tasca di marca Torrini. Nel 1945, rientrato da Dachau dove era stato deportato politico, ricostruisce con tenacia la sua attività andata completamente distrutta dalla guerra.
La storia continua con suo figlio Franco che, completati i suoi studi in orologeria a Ginevra, si dedica successivamente alla gemmologia e all'oreficeria assorbendone l'arte dal padre e dai maestri orafi che si alternano negli anni presso l’allora Opificio Orafo della sua famiglia. Esprime la sua creatività anche in altre forme artistiche come la pittura e la scultura, stimolato negli anni settanta dalla frequentazione con numerosi artisti contemporanei. La sopravvivenza viene nuovamente messa a dura prova con l'alluvione del 1966 nello storico negozio di Piazza Duomo a Firenze. Promuove e divulga, in qualità di titolare, il Marchio di Fabbrica Torrini 1369 a livello mondiale. Completa la sua attività aziendale nel 2010 restando, purtuttavia, ancor oggi legato alla valorizzazione della storia collegata all'Archivio Storico Torrini 1369 ed al Marchio di Fabbrica ad esso collegato.
Il Negozio Storico di Piazza Duomo a Firenze, oggi
Il Negozio Storico di Piazza Duomo 12/R a Firenze, risalente alla fine del 1800 ed oggi, come licenziatario del Marchio Torrini 1369, condotto e posseduto da Francesca Torrini e dal figlio Guido, svolge la sua attività commerciale suggellando in via esclusiva il percorso di un gioiello, di un orologio, come di un profumo o una penna Torrini 1369, che partono dalla Manifattura per andare verso quel raffinato pubblico che dalla fine dell’ottocento getta il suo sguardo sulla vetrina che si affaccia sulla Piazza che vive all'ombra della cupola del Brunelleschi.
Una boutique, un struttura commerciale che appartiene alla storia di Firenze e al Commercio Fiorentino fin dal 1922, proprio quando Guido Torrini aderì all'allora Unione Commercianti.
I gioielli, le collezioni, le lavorazioni in oro e argento con impresso il marchio di fabbrica Torrini continuano ad affascinare mezzo mondo, dagli Stati Uniti alla Russia, dall'Oriente alla vecchia Europa. Si calcola che attualmente, sulla scena mondiale, le opere di oreficeria di Torrini in uso di collezionisti privati siano oltre 150 mila.
Questa è la storia del Signum, impresso nel 1369 da Jacopus de la Scharperia. In questi casi si dice “file rouge” ma quella scritta assomiglia tanto a un sottile, indistruttibile “file d’or” che tende all'infinito.
Proprio in Piazza del Duomo a Firenze laddove l’arte s’incontra con la storia.
Carrelli elevatori Degrocar
Come spesso accade, tutto avviene per caso. Zelio de Grossoli, riparatore di macchine agricole ritirò un carrello usato e dopo averlo sistemato lo rivendette, traendo un buon profitto. Scoprì così un mercato interessante e nuovo, quello del carrello elevatore, un mezzo ai tempi ancora poco diffuso nelle aziende locali, in anni in cui la manovalanza era ancora la principale risorsa per il carico e scarico delle merci.
Waida Nogarole, classe 1942, moglie del sig. De Grossoli sa cogliere in pieno la sfida e nel 1987 fonda la Degrocar con il coinvolgendo i figli Giuliano e Lorella. La società si consolida, creando una buona clientela sul territorio.
Degrocar e Mitsubishi
Il connubbio inizia nel 1997, con la distribuzione per l’Italia Settentrionale del marchio nipponico, ma la svolta avviene nel 2007, quando Degrocar affronta una nuova sfida: diventare referente per tutta Italia del costruttore giapponese Mitsubishi. Un marchio di grande qualità, ma che non aveva radici nel territorio Italiano. Un salto notevole che richiedeva impegno finanziario e commerciale.
Oggi Degrocar Spa ha una rete di 40 concessionari in tutta Italia ed è in continua espansione. Anche Mitsubishi ha fatto la sua parte, sviluppando prodotti per il mercato europeo e ponendosi come leader a livello mondiale.
Degrocar sul territorio
“Abbiamo sempre messo le persone al centro della nostra azienda, e non abbiamo dimenticato chi ha contribuito al suo sviluppo. Così come abbiamo permesso di esprimere ad ognuno il proprio talento”. Questa la filosofia della Sig.ra Nogarole. Degrocar Spa impiega oggi una quarantina di persone, tra tecnici e impiegati. I tecnici offrono un servizio assistenza diretto su tutto il territorio delle provincie di Vicenza, Padova, Venezia e Rovigo.
Lo staff
Oggi alla guida della Degrocar Spa c’è Giuliano De Grossoli, classe 1965. Con grande tenacia ed entusiasmo coordina un team di commerciali e tecnici, garantendo da una parte, la soddisfazione dei clienti locali, dall’altra lo sviluppo della rete nazionale. Nel 2017 Degrocar ha compiuto 30 anni e non dimenticheremo mai, dice la Sig.ra Nogarole, il “cuore”, ovvero, i dipendenti e le persone che hanno contribuito alla vita e allo sviluppo dell’azienda.
Tenute Lombardo, una passione di famiglia
Le Tenute Lombardosono frutto del lavoro di oltre mezzo secolo e della passione per la terra di papà Giuseppe e dei figli Salvatore, Gianfranco e Roberto.
L’azienda è situata nel cuore della Sicilia, precisamente nei territori di Caltanissetta e San Cataldotra i 550 e i 650 m. s.l.m. I terreni sono sciolti, molto ricchi di pietra calcarea e vocati alla produzione della frutta, in particolare delle uve.
Nel tempo la famiglia ha coltivato, nelle diverse tenute aziendali, vitigni autoctoni. Un lavoro prezioso, che ha dato i suoi frutti nella produzione di vini raffinati e dalla spiccata personalità. Sin dalle origini, infatti, la famiglia Lombardo ha creduto nelle altissime potenzialità dei vitigni autoctoni Siciliani, in particolare nel Catarratto(uno tra i rinomati vitigni bianchi italiani); ma anche nel Nero d’Avola(il vitigno rosso più diffuso in Sicilia).
Inoltre, negli ultimi anni, l'azienda Tenute Lombardoha introdotto nella produzione vinicola altri autoctoni bianchi, come il Grilloed il Moscato Bianco.
Sua Altezzaè il nome della Tenuta più rappresentativa dell’azienda. La famiglia Lombardo, nel 2013, ha recuperato e ristrutturato un antichissimo casolare nel quale, per decenni, si è svolta la vita agreste e, in particolare, la produzione del vino.
Oggi il vecchio palmento è adibito all'esposizione dei vini; mentre negli appartamenti che sovrastano i vigneti è possibile degustare i vini prodotti, ammirando sullo sfondo un panorama unico, che spazia dalle Madonie a nord-est (Pizzo Carbonara 1979 metri slm.), al monte Cammarata a nord ovest (1.578 metri s.l.m.), fino al mare di Licata a sud.
Acetaia malpighi, dal 1850
Acetaia Malpighi è produttrice di Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP e condimenti di altissima qualità dal 1850. Cinque generazioni della famiglia Malpighi hanno condotto la tradizione, la passione e i segreti di questa eccellenza enogastronomica delle terre modenesi fino ai giorni nostri.
Acetaia Malpighi oggi porta la sua Collection sui principali mercati internazionali, riconosciuta globalmente come brand dell’artigianalità di lusso Made in Italy.
Una vera e propria opera di diffusione e internazionalizzazione del lifestyle, confermata da alcuni numeri: 3000 botti in cui matura l'Aceto BalsamicoTradizionale di Modena DOP; 30.000 visitatori l'anno; 70% export all'estero; 1 concept store-showroom in centro a Modena che si affaccia su una delle piazze più belle e suggestive della città; un prodotto selezionato dalle migliori enoteche /gastronomie e ristoranti italiani ed internazionali.
La Pila Vecia, dalla Terra alla Tavola
La storia della Pila Vecia parte nel lontano 1650: è considerata la più antica pila funzionante in Italia e ancor oggi utilizzata per lavorare una limitata quantità di riso destinato all'alta ristorazione e alle gastronomie specializzate di tutto il mondo. Nel corso dei secoli diverse famiglie del patriziato veneto si susseguirono nella conduzione della Pila Vecia.
Dai primi del 1900, "La Pila Vecia" è della Famiglia Ferron titolare dell’omonima Riseria: sono ormai 5 le generazioni che si susseguono nella conduzione. L’opificio originale per la pilatura del riso è mantenuto ancora in funzione e produttivo grazie alla perseveranza dei fratelli Gabriele e Maurizio, attuali conduttori che hanno aperto un ristorante con cucina a vista.
Ceramiche De Simone, dal 1960
Il brand Ceramiche De Simone nasce negli anni '60 . In breve tempo si afferma nel panorama della ceramica artistica siciliana, diffondendosi anche a livello internazionale grazie al proprio stile unico e originale.
Questa è la storia di un marchio storico, un marchio che appartiene all’Italia, alla Sicilia. L'attuale mission dell'azienda continua a seguire le orme della tradizione, mantenendo i punti saldi di sempre: creatività, bellezza, patrimonio storico, poetico e narrativo legato al territorio.
Ceramiche De Simone oggi vanta, ancora, di una produzione totalmente artigianale, con un’organizzazione di tipo aziendale.
Ogni pezzo viene forgiato dalle sapienti mani del torniante, cotto in forno, poi smaltato e successivamente disegnato e campito dai nostri artisti. Un ultimo viaggio in forno per acquisire la brillantezza e l’autenticità della ceramica. Una storia 100% made in Italy dallo stile inconfondibile.
Stivaleria Savoia, a Milano dal 1870
Un negozio storico di Milano aperto nel 1925 dalla famiglia Ballini, erede dell’esperienza dei maestri calzolai che realizzavano stivali per il reggimento Savoia della vicina caserma. Maurizio Marinella, notoriamente amante dell’artigianato di eccellenza, l’ha rilevato nel 2004 e ha continuato la tradizione.
Oggi nell'elegante negozio-laboratorio si possono ordinare scarpe che vengono realizzate e cucite a mano dall'abilissimo Filippo, coadiuvato da Silvia e Fausto, partendo dall'impronta del piede su carta, dalla costruzione della dima e delle forme, dalla tomaia, con ampia scelta di pellami.
In negozio anche calzature prêt-à-porter.
Libreria Coletti, a Roma dal 1908
La Libreria Coletti a Roma in via della Conciliazione, si caratterizza principalmente per la sua specializzazione in scienze religiose ed per la longevità, essendo stato fondata nel 1908 da Ernesto Coletti, nonno dell’attuale titolare Giancarlo.
Con l’entrata in libreria nel 1998 di Filippo, figlio di Giancarlo e 4° generazione, si è adeguata alle nuove tecnologie, implementando un sistema informatico fra i più moderni e proponendo alla propria clientela un sito internet sempre aggiornato con tutte le novità del settore.
Questa attenzione continua alla clientela e ai mutamenti del mercato le hanno permesso di continuare la sua attività per oltre 111 anni.