Le previsioni macroeconomiche e la fotografia del terziario di mercato
Le previsioni macroeconomiche e la fotografia del terziario di mercato
Assemblea 2001
Il quadro economico interno
L’attuale fase congiunturale continua ad essere caratterizzata dal permanere di tassi di sviluppo moltocontenutinelle principali aree economiche.
A questa situazione non sembra fare eccezione neanche l’area della UE, che ha registrato nell’arco di pochi mesiundrastico ridimensionamento delle proprie prospettive di crescita, in conseguenza del non positivoandamentoeconomico nei paesi più importanti quali Francia e Germania.
In questo contesto l’Italia, pur registrando un ulteriore rallentamento del tasso di crescita tendenziale (dal2,6%dell’ultimo trimestre del 2000 al 2,4% del primo del 2001), sembra evidenziare una situazione lievementemenonegativa rispetto alle altre grandi economie continentali.
Secondo le nostre previsioni, a politiche economiche invariate, la fase di rallentamento dell’economia mondialesitradurrà in una crescita del prodotto nazionale di poco superiore al 2% nell’anno in corso, mentre unapossibilefase di espansione potrebbe prendere l’avvio a partire dal 2002.
Per il momento, infatti, a sostenere la crescita di questa prima parte del 2001 sono state sostanzialmenteleesportazioni, mentre la domanda interna ha mostrato decisi segni di rallentamento.
In particolare i consumi delle famiglie sono risultati in termini congiunturali sostanzialmente stagnanti,evoluzioneche ha comportato un ulteriore ridimensionamento del tasso di crescita tendenziale sceso all’1,7% nelprimotrimestre dell’anno in corso.
Le tendenze in atto non appaiono suscettibili nel breve periodo di sensibili modificazioni, situazione chedovrebbeportare nei prossimi mesi ad un ulteriore rallentamento del tasso di sviluppo italiano.
I Paesi europei verso i quali si orientano principalmente le esportazioni italiane evidenziano segnali di debolezzaedanche le indicazioni provenienti dagli USA e dal Giappone lasciano presupporre un esaurimento dellaspintaproveniente dall’export, la cui dinamicità non potrà essere adeguatamente sostenuta dalla domanda provenientedaalcune economie emergenti dell’area asiatica.
Relativamente alla domanda interna, allo stato attuale, non sembrano sussistere le condizioni perprofondemodificazioni nei comportamenti di consumo delle famiglie e di investimento delle imprese.
Tab. 1 – Quadro Macroeconomico
variazioni % e assolute
1998 | 1999 | 2000 | 2001 | 2002 | |
---|---|---|---|---|---|
PIL | 1,8 | 1,6 | 2,9 | 2,2 | 2,5 |
Importazioni di beni e servizi | 9,0 | 5,1 | 8,3 | 6,8 | 7,0 |
Consumi finali interni | 2,5 | 2,1 | 2,6 | 1,9 | 2,1 |
- Spesa delle famiglie residenti | 3,1 | 2,3 | 2,9 | 2,1 | 2,4 |
- Spesa delle A.P. e delle ISP | 0,4 | 1,6 | 1,7 | 1,1 | 1,2 |
Investimenti fissi lordi | 4,3 | 4,6 | 6,1 | 3,1 | 4,3 |
Esportazioni di beni e servizi | 3,6 | 0,0 | 10,2 | 5,4 | 5,1 |
INFLAZIONE | 2,0 | 1,7 | 2,5 | 2,8 | 2,1 |
OCCUPATI (Migliaia) | 228 | 257 | 388 | 211 | 192 |
Dal lato dei consumi il permanere di difficoltà dal punto di vista produttivo, l’accentuarsi del climadiincertezza riguardo all’entità e la durata del rallentamento economico, dovrebbero spingere le famiglieamantenere atteggiamenti molto prudenti.
Relativamente agli investimenti, alle incertezze derivanti dall’andamento economico interno, chespingonocomportamenti molti attenti da parte degli imprenditori, si aggiunge la tendenza ad indirizzare icapitali versoaree più remunerative ed in particolare verso i Paesi dell’Europa dell’est dove i costi diproduzione sono piùcontenuti e dove, in vista del prossimo allargamento della UE, le aziende cercano diconquistare prima di altriconcorrenti posizioni sul mercato.
Su entrambe le componenti della domanda interna un ruolo non secondario potrebbe essere svolto dalladinamicainflazionistica.
Il permanere di tensioni sui prezzi (nei primi sei mesi l’inflazione si è attestata sul 3%) potrebbecontribuirein una fase di evoluzione contenuta dei redditi da lavoro e da capitale a mantenere basse le spesedellefamiglie, anche in considerazione degli elevati livelli raggiunti dalla propensione al consumo, nonostanteilpositivo andamento dell’occupazione.
Analogamente una discesa più lenta dell’inflazione all’interno della UEM potrebbe contribuire ad una politicadeitassi da parte della Banca Centrale Europea molto prudente, con un costo del denaro attestato sulivellisostanzialmente analoghi a quelli attuali. Politica volta anche a cercare di invertire la tendenzaaldeprezzamento dell’euro.
Sulla base dell’esperienza recente questo atteggiamento non sembra in ogni caso sufficiente acontrastareefficacemente sia le tendenze inflazionistiche, sia la debolezza della moneta unica. Nonostante ledifficoltàdell’economia americana e la tendenza al ribasso dei tassi, il dollaro continua ad essere percepitocome monetarifugio con una conseguente forte attrattività nei confronti dei capitali internazionali.
Questa situazione rischia inoltre di amplificare i problemi già emersi dal lato della finanza pubblica, inquantonegli ultimi anni una buona parte del risanamento italiano è stato conseguito sulla base di unfavorevoleandamento della spesa per interessi, situazione che alla luce delle dinamiche attuali del costo deldenaro nonappare replicabile.
Commercio, turismo, servizi, trasporti
Confcommercio rappresenta gli interessi diffusi di imprese che operano in molti comparti importanti e vitalideiservizi di mercato.
Si spazia dal settore della distribuzione e del turismo, a quello dei trasporti, dei servizi professionalialleimprese e dei servizi alle famiglie.
Nel complesso si tratta di oltre 2 milioni e 400 mila imprese, pari a poco meno del 50% del totale,distribuiteper il 28% nel comparto della distribuzione commerciale e per l’8% in quello dei servizi alleimprese, mentre ilrestante 13% circa opera nel turismo, nei trasporti e nei servizi alle famiglie.
Che si tratti di settori trainanti per l’economia del Paese è dimostrato dal fatto che la quota delleimpreseterziarie è da anni più che doppia rispetto a quella delle imprese industriali.
Quasi il 55% del prodotto nazionale deriva dai comparti del terziario di mercato, con un ruoloparticolarmentesignificativo dei servizi alle imprese, che producono quasi il 20% del PIL.
Naturalmente questa capacità di produrre valore aggiunto è supportata da una forza occupazionale che è ormaiparia quasi il 56% del totale, vale a dire oltre 13 milioni di occupati, distribuiti per oltre il 15% nelcommercioe per quasi il 30% nei servizi alle imprese ed alle famiglie, mentre il restante 11% si ripartisce inmodosimile nei comparti del turismo e dei trasporti.
Tab. 2a – VALORE AGGIUNTO
Peso % su intera economia
2000 | |
---|---|
Commercio all'ingrosso, al dettaglio e riparazioni | 13,1 |
Turismo | 3,6 |
Trasporti | 5,2 |
Servizi alle imprese | 19,5 |
Servizi alle persone ed altre attività di servizi | 13,4 |
TOTALE SETTORI | 54,7 |
Tab. 2b – VALORE AGGIUNTO
Composizione %
1998 | 1999 | 2000 | |
---|---|---|---|
Agricoltura | 3,2 | 3,2 | 3,0 |
Industria | 28,6 | 28,3 | 28,4 |
Terziario (1) | 68,2 | 68,5 | 68,7 |
Totale | 100,0 | 100,0 | 100,0 |
Tab. 3a – IMPRESE ATTIVE
Peso % su intera economia e valori assoluti
2000 | ||
---|---|---|
peso% | val. ass. | |
Commercio all'ingrosso, al dettaglio e riparazioni | 28,0 | 1.354.998 |
Turismo | 4,7 | 226.964 |
Trasporti | 3,8 | 183.856 |
Servizi alle imprese | 8,3 | 404.147 |
Servizi alle persone ed altre attività di servizi | 4,8 | 232.489 |
TOTALE SETTORI | 49,6 | 2.402.454 |
Tab. 3b – IMPRESE ATTIVE
Composizione %
1998 | 1999 | 2000 | |
---|---|---|---|
Agricoltura,caccia e silvicoltura | 22,9 | 22,4 | 21,7 |
Industria | 25,0 | 25,3 | 25,5 |
Terziario (1) | 52,1 | 52,3 | 52,8 |
Totale | 100,0 | 100,0 | 100,0 |
Tab. 4a – UNITÀ DI LAVORO TOTALI
Peso % su intera economia e valori assoluti in migliaia
2000 | ||
---|---|---|
peso % | val. ass. | |
Commercio all'ingrosso, al dettaglio e riparazioni | 15,2 | 3.559 |
Turismo | 5,6 | 1.315 |
Trasporti | 5,1 | 1.196 |
Servizi alle imprese | 10,2 | 2.388 |
Servizi alle persone ed altre attività di servizi | 19,6 | 4.602 |
TOTALE SETTORI | 55,7 | 13.060 |
Tab. 4b – UNITÀ DI LAVORO TOTALI
Composizione %
1998 | 1999 | 2000 | |
---|---|---|---|
Agricoltura | 6,3 | 5,9 | 5,7 |
Industria | 29,6 | 29,3 | 29,0 |
Terziario (1) | 64,1 | 64,8 | 65,3 |
Totale | 100,0 | 100,0 | 100,0 |