Le "spine" Grecia e Cipro all'esame dell'Eurogruppo

Le "spine" Grecia e Cipro all'esame dell'Eurogruppo

Oggi a Bruxelles la prima riunione dell'anno: sul tavolo la nomina del nuovo presidente, le preoccupazioni sulla Grecia e le nuove paure che arrivano da Cipro.

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21 gennaio 2013

Sarà la prima riunione dell'anno, ma l'agenda si presenta già molto fitta. Oltre alla nomina del nuovo presidente, l'Eurogruppo in programma oggi a Bruxelles dovrà affrontare la questione Grecia e fare i conti con le nuove paure che arrivano da Cipro, con il Governo ormai a corto di liquidità. Senza dimenticare la definizione del meccanismo di ricapitalizzazione delle banche, attraverso il Fondo Salva Stati permanente, il cosiddetto Esm. Sulla nomina del successore di Juncker, che lascerà come da programma e senza aspettare che i 17 trovino un ampio accordo sul suo sostituto, la Germania spinge per il favorito, nonché unico candidato ufficiale: il ministro delle Finanze olandese, Jeroen Dijssembloem. ''E' un buon candidato'', ha dichiarato lo stesso Juncker venerdì scorso, dopo un colloquio con l'olandese, mentre rimane decisamente scettica la Francia, che avrebbe voluto altri nomi, e che considera la nomina di Dijsselbloem come l'ennesima imposizione tedesca sostenuta da altri falchi del Nord come la Finlandia. E teme che con un candidato così apertamente schierato sulla linea rigorista sarà difficile rendere più 'flessibili' gli obiettivi di risanamento, scenario al quale punta Parigi ma anche la Spagna e quei Paesi che hanno aggravato la recessione per rispettare gli impegni con l'Europa. Altro capitolo che non è ancora definitivamente chiuso è la Grecia: dopo l'allarme del Fondo Monetario Internazionale, che aveva parlato di un debito ''non sostenibile'' senza ''trasferimenti da parte della Ue'', il direttore generale, Christine Lagarde, ha alleggerito la posizione, sostenendo che Atene non avrà bisogno di altri tagli
se riuscirà a tener fede agli impegni sul fronte delle riforme: ''il futuro della Grecia è nelle sue mani'', ha ammonito. Al momento, però, i maggiori timori arrivano da Cipro, che con un debito ormai peggiore di quello di Atene ha già chiesto aiuti che la Ue però ancora non sblocca. Un po' perché aspetta ancora di vedere il piano di privatizzazioni che ha chiesto invano e un po' per i timori che i suoi aiuti finirebbero nelle banche cipriote fortemente sospettate di coprire loschi affari di capitali russi. Anche qui la Germania è in forte pressing avendo chiesto proprio alla Russia di condonare parte del suo debito verso l'isola. Infine, l'Esm: la Ue aveva promesso il via libera alla ricapitalizzazione diretta, senza passare per gli Stati e quindi pesare sul debito pubblico, ma ancora una volta la Germania, insieme a Olanda e Finlandia, tiene duro e punta a rinviare tutto al 2014, con l'arrivo della supervisione bancaria unica.

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