Legalità e modernità "chiavi" dello sviluppo

Legalità e modernità "chiavi" dello sviluppo

A Roma convegno Confcommercio-John Cabot University sull'importanza della legalità e della modernità per nuovi modelli di sviluppo sostenibile. Il procuratore antimafia Grasso: "Tutte le componenti della società devono impegnarsi sul tema della legalità".

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26 novembre 2012

"L'importanza della legalità e della modernità per i nuovi modelli di sviluppo sostenibile". Questo è stato il tema del convegno organizzato a Roma da Confcommercio e dalla John Cabot University per il quarantesimo anniversario della sua fondazione, che ha affrontato molti dei temi correlati alla legalità e alla modernità e al loro impatto sull'economia, l'ambiente, la società, le imprese. Ad aprile i lavori, ai quali è intervenuto il procuratore nazionale Antimafia, Pietro Grasso, è stato il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli. "Con grande piacere ho partecipato a questo incontro in occasione dell'anniversario della John Cabot University. Desidero rivolgere un particolare saluto al procuratore Grasso. I fenomeni criminali rappresentano un danno e un costo economico minano alle radici la democrazia. Legalità e sicurezza sono prerequisiti di una democrazia moderna, se mancano non ci può essere crescita né tantomeno sviluppo. Legalità e sviluppo non sembrano ancora del tutto radicati nei nostri territori, ognuno deve fare la sua parte fino in fondo. Vorrei ricordare la grande attività di Confcommercio contro il racket e la criminalità. Serve una nuova stagione per il nostro Paese perché sicurezza e legalità non sono più differibile. Abbiamo il dovere di garantire alle nuove generazioni un futuro migliore". Ha preso poi la parola il presidente della John Cabot University, Franco Pavoncello: "La John Cabot - ha detto Pavoncello - è un vero e proprio ponte culturale tra Italia e Stati Uniti. Non è scontata l'integrazione tra legalità e modernità, dove non c'è legalità la modernità rischia di favorire declino e sviluppo". Alberto La Volpe, ex direttore del Tg2 e ex sottosegretario al Ministero degli Interni, ha sottolineato il ruolo fondamentale del giornalismo come parte importante nella lotta alla legalità. "L'Italia non è solo fatta di criminali e delinquenti, c'è un Italia che sa combattere la criminalità. Abbiamo un grande testimone della lotta alla criminalità in questo sala come Pietro Grasso". Proprio il procuratore nazionale antimafia ha preso la parola dopo l'intervento di La Volpe: "Legalità e democrazia sono centrali ancora di più in un momento di crisi come questo. Ormai Cosa Nostra, Camorra e N'drangheta si espandono sempre di più su tutto il territorio nazionale. Sciascia aveva previsto questo evento già nel 1970. Il problema della criminalità organizzata che prima era ghettizzato solo in una parte del Paese e diventato un problema nazionale e nonostante i grandi risultati nella lotta all'illegalità raggiunti in questi anni rimane una zavorra pesante sul nostro Paese". Grasso ha poi parlato della lotta all'economia sommersa che in Italia è stimata tra i 300 e 400 miliardi di euro. "Sono dati pesanti - ha osservato Grasso - per un Paese in difficoltà come il nostro. Anche la corruzione ci costa qualcosa come 50-60 miliardi di euro. In questa speciale classifica siamo quart'ultimi in Europa solo davanti a Grecia, Bulgaria e Romania. Il tema dell'illegalità ha un risvolto etico, giuridico e sociale. Ma ha anche un profilo economico alterando le regole di funzionamento del mercato provocando distorsioni nella concorrenza tra le imprese, con estesi fenomeni di lavoro nero e poca attenzione al tema della sicurezza del lavoro". "L'economia reale - ha quindi aggiunto Grasso - è dunque molto vulnerabile. Tutelare la legalità significa anche rendere il nostro Paese più attrattivo per gli investimenti. Tutte le componenti della società devono contribuire alla lotta per la legalità che rappresenta un valore da difendere e da promuovere. Ci vuole una rivolta morale contro una classe dirigente che si è servita delle istituzioni per guadagno o ambizione''. "Ci vuole - ha detto ancora Grasso - un vento di cambiamento attraverso il soffio di ognuno di noi. Per spalancare le porte dei palazzi di Roma e entrare nelle banche di Milano, che distrugga schiere di venduti, riciclatori, corrotti, evasori. Che scuota l'Italia e faccia emergere la voglia di legalita': non si può far finta di non sapere". Il presidente della Commissione Sicurezza e Legalità di Confcommercio, Luca Squeri, ha evidenziato come la criminalità sia una patologia "che indebolisce e inquina fortemente il già provato sistema economico italiano". "Confcommercio- ha aggiunto Squeri - monitora costantemente ed analizza i fenomeni criminali che incidono direttamente o indirettamente sulla competitività delle imprese, attraverso sondaggi e indagini mirate. I dati che abbiamo confermano quanto sia determinante contrastare la criminalità, perchè senza legalità non può esserci sviluppo". Imporre la cultura della legalità però, secondo Squeri, è un percorso difficile: "Il primato della cultura della legalità sulla cultura dell'illegalità deve essere supportato da fatti concreti. L'imprenditore per denunciare deve essere convinto che forze dell'ordine, magistratura, istituzioni tutte sono al suo fianco, in grado di difenderlo dall'aggressione mafiosa".

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