Legalità mi piace: le iniziative dal territorio

Legalità mi piace: le iniziative dal territorio

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21 novembre 2017

Milano – In occasione della quinta edizione della giornata nazionale Confcommercio "Legalità, Mi Piace!", Confcommercio Milano ha presentato "Il rapporto mafia e impresa: il caso della ‘ndrangheta nell'economia lombarda" in collaborazione con Cross (Osservatorio sulla Criminalità Organizzata dell'Università degli Studi di Milano), che mette a sistema dati da fonti ufficiali, inchieste e fatti avvenuti, aiutando a meglio comprendere il meccanismo d'infiltrazione del fenomeno mafioso nel nostro territorio. Un indicatore è certamente quello delle aziende che sono state confiscate. Poi, vi sono i cosiddetti "reati spia" per i quali non vi è la certezza assoluta della presenza mafiosa, ma che costituiscono un campanello d'allarme e possono essere ricollegati alla criminalità organizzata. L'indagine prende in esame l'estorsione, l'usura, i reati ambientali come gli incendi.  "L'appuntamento che abbiamo promosso oggi, con il contributo di analisti e magistrati e la testimonianza diretta di imprenditrici e imprenditori che hanno avuto il coraggio di opporsi ai mafiosi  – ricorda Mario Peserico, vicepresidente di Confcommercio Milano per legalità e sicurezza – ha il significato di lanciare un messaggio preciso alle imprese: mai scendere a patti con il crimine organizzato che, in maniera anche insospettabile, si può avvicinare all'impresa. Accettare servizi e offerte che, a prima vista, possono apparire convenienti, è un errore gravissimo. Bisogna sempre tenere alta la guardia e denunciare". Le "locali" della ‘ndrangheta ("locale" è la struttura organizzativa degli affiliati) sono concentrate in particolare nella zona ovest della Lombardia: Pavia, Milano, Monza Brianza, Varese, Como e Lecco, ma questo non significa che nelle altre province non vi sia la ‘ndrangheta. E' numerosa, nei comuni di Milano Città Metropolitana e Monza Brianza la presenza di famiglie della ‘ndrangheta   In particolare nei territori di Milano Città Metropolitana e Monza Brianza, vi sono le condizioni ideali per l'utilizzo e il reimpiego di capitali d'origine illecita. L'economia mafiosa presidia di norma imprese in mercati legali in cui sono richieste una tecnologia non elevata e competenze fondamentalmente esecutive; imprese di media-piccola dimensione che si caratterizzano per una bassa difficoltà gestionale e finanziaria (più sfuggevoli agli organi di controllo). Imprese che applicano le norme e dialogano con la pubblica amministrazione accettando in apparenza la concorrenza.

Optime – L'Osservatorio Permanente per la Tutela in Italia del Mercato dell'Elettronica, nato per volontà delle principali aziende del retail di prodotti elettronici, sotto l'egida della Associazione di categoria Aires e di Confcommercio-Imprese per l'Italia (socio d'onore dell'Osservatorio) ha debuttato sul palcoscenico di "Legalità mi piace" mostrando un video che è il Dna dell'ente: la clip è infatti l'illustrazione delle molteplici attività messe in campo per  garantire il rispetto delle norme che disciplinano il settore a tutela dei consumatori, degli operatori e dell'economia nazionale. L'osservatorio monitora e studia il mercato, rileva e segnala agli organi competenti eventuali comportamenti ritenuti sospetti. Tutto nel nome della legalità. Davide Rossi, presidente di Optime, commenta: "ringraziamo Confcommercio - Imprese per l'Italia, socio d'onore della Federazione, per il forte sostegno offerto a questa virtuosa iniziativa. Optime è una struttura trasparente, inclusiva e anche operativa: non ci limitiamo a monitorare e studiare i fenomeni illegali, ma lavoriamo quotidianamente a fianco degli organismi di controllo per fornire supporto tecnico e informativo. Collaboriamo inoltre con la Siae, con i consorzi per il trattamento ecologico dei rifiuti elettronici, con la federazione anti-pirateria audiovisiva e con le Camere di Commercio per individuare tutte quelle irregolarità che possono essere indicative di più gravi fenomeni sottostanti quali il riciclaggio, la contraffazione e la ricettazione".

Reggio Emilia – In occasione della quinta Giornata di mobilitazione nazionale per la legalità organizzata da Confcommercio-Imprese per l'Italia ha attribuito a Giovanni Crivellaro, per la sua tesi dal titolo "Reponsabilità sociale ed etica d'impresa nella pratica aziendale e nella percezione dei consumatori: l'influenza della dimensione culturale", il premio di laurea #Legalitàmipiace, che verrà consegnato martedì 12 dicembre, presso l'Aula Magna dell'Università di Modena e Reggio Emilia, in occasione della cerimonia di consegna dei diplomi di laurea triennale conseguiti nella sessione di dicembre dell'anno accademico 2016-2017. "La cultura della legalità – ha detto Donatella Prampolini Manzini, presidente di Confcommercio-Imprese per l'Italia Reggio Emilia - va coltivata e promossa a partire dalle scuole. Creare un tessuto sociale in grado di comprendere il valore dei piccoli gesti, che partono dal non acquistare prodotti contraffatti per interrompere la catena dell'illegalità è uno degli impegni che la nostra associazione ha preso. Siamo molto felici che l'Università abbia accolto il nostro appello in questa sfida". Il premio di laurea, del valore di duemilacinquecento euro, è stato istituito grazie al contributo delle imprese associate a Confcommercio Reggio Emilia che hanno sostenuto questa iniziativa per sensibilizzare sui fenomeni criminali che riducono la competitività del nostro sistema produttivo, alterano le regole del mercato e danneggiano le imprese del terziario di mercato, oltre che per avvicinare il mondo della formazione a quello delle imprese.

Firenze – Gli imprenditori toscani si sentono più insicuri dei loro colleghi del resto d'Italia: il 60% di loro, contro il 30% registrato a livello nazionale, lamenta rispetto al passato un peggioramento nel livello di sicurezza percepita. E, forse proprio per questo, è più propenso ad adottare forme di tutela, assicurazioni e vigilanza privata in particolare. Tra le minacce più sentite ci sono abusivismo e furti, questa volta in linea con la tendenza nazionale. A renderlo noto è stata Confcommercio Firenze, che nell'ambito della giornata "Legalità mi piace" ha pubblicato i dati dell'indagine condotta a livello regionale fra gli imprenditori di commercio, turismo e servizi. Fra i reati considerati in aumento dagli imprenditori toscani del terziario, dopo abusivismo e furti vengono contraffazione, rapine, usura e, all'ultimo punto, estorsione. La percezione dell'aumento, anche in questi casi, risulta significativamente superiore alla media nazionale. "L'educazione alla legalità deve partire dai più giovani, ecco perché cerchiamo di coinvolgerli. Il 23 ottobre scorso  - precisa la presidente di Confcommercio Toscana, Anna Lapini - abbiamo portato proprio a Firenze, nell'auditorium Al Duomo, un'iniziativa sulla contraffazione che sta facendo il giro d'Italia per sensibilizzare gli studenti delle scuole superiori ad acquistare solo legalmente. La gente comune ancora non percepisce la gravità di acquistare merce contraffatta da venditori abusivi, ma se sapesse che così facendo alimenta una catena criminosa terribile forse si ricrederebbe".

Veneto – In Veneto l'incidenza di chi percepisce un peggioramento dei livelli di sicurezza è significativamente più bassa della media nazionale. Come nel resto d'Italia però abusivismo e furti sono i fenomeni maggiormente percepiti in aumento, seguono contraffazione e rapine. Il 4% degli imprenditori dichiara di possedere un'arma, contro il 96% che non la possiede. Il 15% ha intenzione di dotarsene in futuro, mentre il 58% non ha alcuna intenzione di farlo. Sono i risultati dell'indagine condotta da Gfk su 4.500 imprenditori del Veneto per la giornata della Legalità, "Legalità, mi piace", indetta da Confcommercio in tutta Italia. A Padova invece è in corso l'iniziativa della Confcommercio provinciale, con la conferenza stampa congiunta con il sindaco Giordani nella sede del municipio. Dalla microcriminalità ai grandi fenomeni di corruzione, la nostra società sta vivendo un periodo di cambiamento sia quantitativo che qualitativo dei fenomeni di violazione delle regole - ha sottolineato Massimo Zanon - Potremmo parlare della contraffazione e dell'abusivismo che affliggono le nostre città, Venezia in testa, a partire dal commercio 'on the road' per continuare con ciò che sta accadendo nel settore ricettivo, da Venezia a Verona in particolare, instaurando un regime di concorrenza sleale con le attività regolari. Per non parlare dei problemi di sicurezza che questo dilagare incontrollato porta con sé. Tranquillizza il fatto che chi detiene un'arma di difesa è ancora in assoluta minoranza, mentre sconforta il fatto che, una volta scoperto un reato, anche in flagranza, la certezza della pena non sempre c'è". Proprio sulla certezza della pena gli imprenditori veneti interpellati dall'istituto Gfk premono di più: l'87% di loro la ritiene l'iniziativa ampiamente più efficace rispetto alle altre, contro una media nazionale del 73%. Diminuisce invece la fiducia nell'efficacia dei cosiddetti poliziotti di quartiere: ci crede il 7% contro il 14% della media nazionale. Tra gli imprenditori veneti, sempre rispetto alla media nazionale, è significativamente più alta la quota (76% contro il 67% nazionale) di chi è fortemente favorevole all'inasprimento delle pene per i reati commessi contro le imprese. Buona parte degli imprenditori della nostra regione ha un'opinione negativa circa l'efficacia delle leggi che contrastano i fenomeni criminali, con una accentuazione della quota di chi le ritiene per niente efficaci (54% su una media nazionale del 47%).

Cosenza – "I ragazzi di oggi hanno bisogno di essere accompagnati. Purtroppo, veniamo da un periodo in cui sono stati lasciati soli, in balia di loro stessi, invece hanno bisogno di essere accompagnati, di testimonianze autentiche. I ragazzi vogliono dagli adulti serietà e trasparenza, vogliono modelli positivi e la lotta alle mafie in particolare, è un modus vivendi, che richiede impegno quotidiano". Lo ha detto don Pino De Masi, referente di Libera per la Piana di Gioia Tauro, ospite a Cosenza dell'iniziativa "Legalità Mi Piace, l'appuntamento annuale di Confcommercio "contro ogni forma di illegalità e contro tutti i fenomeni criminali che rappresentano un grave danno per l'economia reale, per le imprese del commercio, del turismo, dei servizi e dei trasporti, per il Paese". "La lotta alle mafie - ha aggiunto don Pino - per chi come noi vive in territori particolari, inizia al mattino con la scelta di dove andare a prendere il caffè, con la scelta del compagno di strada e i ragazzi hanno bisogno di stimoli continui. Giornate come questa organizzate da Confcommercio, sono importanti perché ogni iniziativa è utile per combattere la cultura dell'illegalità".

Pescara – In Abruzzo il 32% delle imprese percepisce un peggioramento dei livelli di sicurezza i linea con il trend nazionale; nell'ambito dei crimini percepiti abusivismo (60%) furti (59%) e contraffazione (48%) sono fenomeni avvertiti in forte aumento anche al di sopra del trend nazionale; il 76% delle imprese ha approntato misure per la sicurezza: in tale ambito il 38% ha installato telecamere/allarmi, il 29% ha fatto ricorso alla vigilanza privata, il 20% si è rivolto alle associazioni di categoria e il 19% ha chiesto protezione informale alle forze di polizia, mentre ancora pochi si rivolgono alle assicurazioni (17% venti punti sotto il dato nazionale); il 67% delle imprese ritiene fondamentale una maggiore certezza della pena come deterrente al dilagare del crimine e evidenzia il ruolo decisivo delle forze dell'ordine nel presidio del territorio e nella collaborazione preventiva; l'88% delle imprese ritiene poco efficaci le leggi che contrastano i fenomeni criminali e il 93% si dice favorevole ad un inasprimento delle pene; l'81% ha subito almeno una volta un taccheggio (furto di merce esposta nell'attività) e questo è un dato al di sopra del trend nazionale di venti punti percentuali; infine il 96% non possiede un arma e tra questi il 70% non pensa di dotarsene in futuro. Secondo il presidente Confcommercio Pescara Franco Danelli: "I dati che emergono dall'indagine della Confcommercio relativi all'Abruzzo sono in linea con quanto si riscontra anche nella nostra provincia. La sensazione delle imprese è quella di una maggiore insicurezza dovuta a tanti fattori fra cui sicuramente hanno un ruolo la crisi economica e il conseguente  degrado urbano. Ecco perché occorre un patto con le istituzioni per rigenerare i centri cittadini e supportare le attività economiche che sono baluardi fondamentali per la sicurezza con il loro presidio costante e le loro insegne che danno luce alle vie. "Il mercato ha bisogno urgente di vedere applicate le regole, senza alcuna differenza di sorta, a tutti i livelli: sia nei confronti di coloro che svolgono senza alcuna autorizzazione o senza alcun requisito professionale attività di commercio e di servizi (ad es. ambulanti e fioristi abusivi), sia nei confronti di quelle forme mascherate che si "spacciano" sotto altre vesti (come falsi circoli, falsi agriturismi, ecc.) e che svolgono invece in realtà attività di vero e proprio pubblico esercizio. "In tale contesto, la nostra associazione è a disposizione con i propri corsi di formazione e con la propria assistenza tecnica affinchè tutti coloro che dovessero momentaneamente trovarsi in una situazione di irregolarità possano adeguarsi alle normative sia nel settore alimentare che in quello non alimentare, al fine di evitare le pesanti sanzioni previste in caso di controlli".

Parma – All'appuntamento nazionale ha partecipato anche Parma anticipando, con una conferenza stampa, i lavori in diretta streaming da Roma. "Questo nostro appuntamento annuale,  – ha commentato Vittorio Dall'Aglio, presidente di Ascom Parma – nasce con lo scopo di tenere alto l'interesse e l'attenzione sulle problematiche legate alla legalità. Nonostante la situazione a Parma possa essere considerata meno critica rispetto ad altri territori, è altrettanto vero che il contesto generale di forte preoccupazione in cui viviamo, ha di fatto incrementato, anche a livello locale, il senso di insicurezza non solo fra i cittadini ma anche fra gli imprenditori". "È un percezione non solo locale – ha aggiunto Claudio Franchini, direttore Ascom Parma -  secondo i dati raccolti da Confcommercio nazionale infatti, a livello regionale, l'incidenza dei commercianti che percepiscono un peggioramento del livello di sicurezza è pari al 31%; sono aumentate inoltre le segnalazioni di episodi di illegalità degli stessi commercianti e l'abusivismo rimane uno dei fenomeni criminali più sentiti, con il 52% dei commercianti che ritiene la situazione peggiorata rispetto all'anno scorso". "Le percentuali in aumento delle segnalazioni – ha proseguito Dall'Aglio - dimostrano altresì la fiducia e la collaborazione diretta tra commercianti e forze dell'ordine che anche a Parma è cresciuta negli ultimi anni e che ha consentito di ottenere importanti risultati grazie ad un maggior coordinamento tra tutte le forze in campo migliorando cosi anche l'immagine della città, con l'obiettivo di aumentarne l'attrattività nei confronti di possibili visitatori".  "Si tratta di un'iniziativa interessante  - ha concluso Giuseppe Forlani, prefetto di Parma - che non solo rafforza la collaborazione tra l'Associazione di Categoria ed il sistema della sicurezza pubblica, ma diventa occasione importante per condividere insieme le valutazioni sui fenomeni di criminalità con particolare riferimento sia agli episodi più diffusi, come  furti o rapine, sia a quelli più sensibili di usura ed estorsione".

Friuli Venezia Giulia - In Friuli Venezia Giulia sei attività del terziario su dieci hanno subito taccheggi nel corso dell'anno, ben oltre la media nazionale (43%). In una regione in cui un'azienda su quattro percepisce un peggioramento dei livelli di sicurezza, il 22% degli imprenditori (il doppio della media nazionale) pensa di dotarsi in futuro di un'arma per la difesa personale. Una sintesi preoccupante, per quanto le cose vadano meglio che nel resto d'Italia, quella che emerge dall'indagine Confcommercio-Gfk Italia sui fenomeni criminali, presentata in occasione di "Legalità, mi piace!", la giornata nazionale che ha visto mobilitarsi il sistema confederale. Un appuntamento, ha spiegato introducendo l'evento regionale il presidente di Confcommercio Udine Giovanni Da Pozzo, che "serve a promuovere e rafforzare, come testimonia la storia di Confcommercio, la cultura della legalità, prerequisito fondamentale per la crescita e lo sviluppo. La concorrenza sleale, che deriva dalla criminalità, dalla contraffazione, dall'abusivismo commerciale e, più in generale, da tutte le forme di illegalità, altera infatti il mercato danneggiando profondamente le imprese corrette e continuando ad alimentare l'economia sommersa". Stando al focus sul Fvg, realizzato con le risposte degli imprenditori del terziario al questionario pubblicato nel sito di Confcommercio e illustrato dal direttore di Confcommercio Pordenone Massimo Giordano, a risultare più aumentati sono abusivismo (per il 39% degli intervistati), furti (37%), contraffazione (36%) e rapine (30%). In Fvg, altra informazione, tra le misure di prevenzione c'è comunque un maggiore ricorso alle denunce. Confcommercio Fvg ha commissionato un'ulteriore indagine a Format Research, "Contraffazione e abusivismo in Fvg". Quello che emerge è che il 20% dei consumatori della regione dichiara di aver acquistato almeno una volta nel corso del 2017 prodotti illegali (contraffatti) o di aver utilizzato un qualche genere di servizio offerto da un soggetto che non era autorizzato a erogarlo. Il profilo del consumatore che "acquista illegalmente" coincide spesso con quello di una donna, con un'età compresa tra i 35 ed i 54 anni. Gli acquisti contraffatti si concentrano molto spesso su prodotti di abbigliamento (58%), scarpe/calzature (30%), prodotti di pelletteria (30%). 

Campania – Il 32% degli imprenditori campani del commercio, dei servizi, dei trasporti e del turismo ha avuto un'esperienza diretta di rapporto con la criminalità, mentre il dato nazionale è del 22%. Una pressione che evidentemente funziona perché in Campania il 39% degli imprenditori si sottomette alle richieste estorsive, rispetto a una media nazionale del 31%.  In Campania i dati indicano che, rispetto al resto del Paese, la percezione di un peggioramento della situazione è inferiore rispetto alla media nazionale (23 contro 30 per cento, addirittura con il 12 per cento che indica un miglioramento) mentre alcuni reati come l'estorsione appaiono aumentati nella regione (e aumentano anche coloro che accettano le richieste estorsive con il 39 per cento rispetto al 31 italiano) mentre nella media nazionale si indicano soprattutto i furti e la contraffazione. Molti di più campani che hanno avuto una esperienza diretta (32 contro 23 per cento) di criminalità, mentre forti appaiono le intimidazioni di natura psicologica, inferiori quelli di violenza alle persone e danneggiamenti alle cose. "Un'indagine in chiaroscuro, dunque, che richiede approfondimenti per quanto riguarda la collaborazione tra imprese e istituzioni in questo periodo in maniera particolare per quanto riguarda il fenomeno del racket", ha detto il direttore generale di Confcommercio, Pasquale Russo, mentre il commissario di Confcommercio, Giacomo Errico, ha aperto l'incontro in collegamento streaming con Confcommercio nazionale invitando "tutti a lavorare concretamente e uniti insieme alle forze dell'ordine che fanno un lavoro eccezionale e con noi hanno una forte intesa".

Umbria – Terni è stata il palcoscenico di una grande giornata dedicata alla legalità, promossa da Confcommercio Umbria e Confcommercio Mandamento Terni, in collaborazione con l'Istituto Scolastico regionale, in occasione della quinta edizione della giornata nazionale Legalità mi piace. Due i momenti clou della giornata, che si è svolta presso Palazzo Gazzoli: la presentazione dei dati riferiti all'Umbria dell'indagine Confcommercio-GfK Italia sui fenomeni criminali, e dei lavori proposti da 16 classi di 7 istituti superiori di Terni, Narni e Orvieto – presenti tutti in platea - a cui era stato chiesto di rappresentare con diversi supporti – soprattutto video – la loro idea della legalità. Dopo la lettura di un messaggio di apprezzamento del ministro della Giustizia Andrea Orlando a Confcommercio Umbria e di saluto agli studenti umbri, la giornata è stata introdotta dall'intervento del presidente di Confcommercio Terni ,Stefano Lupi: "la scelta di celebrare non in modo formale ma sostanziale, con i giovani, questa giornata della legalità – ha sottolineato – è  simbolicamente per Confcommercio un modo di celebrare il futuro, perché anche il futuro delle imprese passa attraverso le nuove generazioni". Sono seguiti gli interventi del presidente di Confcommercio Umbria Giorgio Mencaroni, del sindaco di Terni Leopoldo Di Girolamo, del prefetto di Terni Paolo De Biagi, del rappresentante dell'Ufficio Scolastico regionale Mauro Esposito. Stefano Lupi ha quindi presentato l'esito dell'indagine condotta nel mese di ottobre tra un campione di imprenditori umbri circa la loro percezione sull'andamento della criminalità (con particolare riferimento a estorsioni, usura, furti, rapine, contraffazione e abusivismo). I ragazzi sono stati poi protagonisti di un dialogo aperto con i rappresentanti delle forze dell'ordine presenti: il questore di Terni Antonino Messineo, il comandante provinciale della Guardia di Finanza colonnello Massimiliano Giua, il comandante della Compagnia Carabinieri di Terni capitano Alessio Perlonca, il comandante della Polizia Municipale di Terni Federico Boccolini. Tanti e tutti d'attualità i temi su cui gli studenti hanno centrato l'attenzione: dall'abuso di alcol e droga all'abusivismo, dai crimini informatici alla pirateria e al taccheggio.  

Reggio Calabria – È scesa in piazza la Confcommercio reggina per la quinta giornata di mobilitazione nazionale sulla Legalità. Un appuntamento annuale, targato Confcommercio nazionale e svoltosi in contemporanea anche nelle altre città d'Italia, contro ogni forma di illegalità e contro tutti i fenomeni criminali che rappresentano un grave danno per l'economia reale, per le imprese del commercio, del turismo, dei servizi e dei trasporti per il Paese. Quest'anno l'Associazione datoriale di via Castello ha scelto Piazza del Popolo, in questi giorni oggetto di diversi blitz interforze, con un gazebo informativo per denunciare e far conoscere le diverse forme di illegalità diffuse nel sistema produttivo a testimonianza del fatto che, in una fase in cui la crisi non accenna ad allentare la morsa sulla nostra economia e continua a colpire indistintamente tutti i territori e tutti i settori produttivi, "le imprese dei nostri settori di rappresentanza, già messe a dura prova dal crollo dei consumi, da una pressione fiscale insostenibile e da una carenza cronica di liquidità, risultano ulteriormente indebolite anche per effetto dei fenomeni legati alla criminalità, alla contraffazione e all'abusivismo – ha spiegato il Presidente della Confcommercio reggina Giovanni Santoro affiancato dal Direttore provinciale Marisa Lanucara nell'aprire la Giornata - . E piazza del Popolo è l'emblema della città, negli ultimi cinque anni dei 120 venditori ambulanti autorizzanti oggi siamo ridotti soltanto a 10 autorizzati tutto il resto della piazza, e zone limitrofe, agiscono nell'illegalità". Confcommercio, in collaborazione con il Censis, fotografa in un'indagine socio-economica due macro fenomeni, abusivismo e contraffazione raccontandoli in tutti le loro declinazioni (ne esistono oltre 30 forme). I numeri sono in aumento basti pensare che, su scala regionale, la contraffazione registra un 44% contro la media nazionale del 40% e l'abusivismo il 53% contro il 52%. Questi ultimi fenomeni percepiti in aumento, seguono usura (37% con la media nazionale del 18%) e furti (36%). Decisamente sopra la media nazionale l'esperienza diretta e indiretta di criminalità (44% a livello nazionale si attesta al 23%). Tra le misure di prevenzione e tutela adottate dagli associati risulta sopra la media il ricorso a telecamere e allarmi (56% in Calabria, 48% a livello nazionale). 

Livorno – In occasione della Giornata della Legalità indetta dalla confederazione nazionale Confcommercio, la Confcommercio della Provincia di Livorno ha convocato un consiglio straordinario presso la sede di via Serristori, alla presenza dei vertici delle forze dell'ordine e delle autorità cittadine, per un confronto aperto sulla criminalità, sui fenomeni di contraffazione e abusivismo e sulla collaborazione tra imprenditori e autorità. Presenti il comandante provinciale dei Carabinieri Alessandro Magro, l'assessore Paola Baldari, e il consiglio Confcommercio-Imprese per l'Italia della Provincia di Livorno. Hanno fatto gli onori di casa il presidente Alessio Carraresi e il direttore Federico Pieragnoli. Un centro vivibile, accessibile, decoroso; una città vivace e vissuta nell'interesse di chi fa impresa e come benvenuto ai visitatori, e tranquilla nel rispetto dei residenti. Questa la prima preoccupazione degli imprenditori, non solo in città ma anche in provincia. E per questo abbiamo bisogno della presenza delle forze dell'ordine e di un coordinamento costante tra chi la città la vive, tra chi lavora e produce e chi la città la difende. Ma abbiamo bisogno anche di un cambiamento culturale per la comprensione che la legalità e la correttezza sono un bene per tutti. Oltre a quello della microcriminalità, un fenomeno che gli imprenditori si trovano a combattere quotidianamente è quello della concorrenza sleale: abusivismo, contraffazione e ristorazione parallela. Da alcuni anni Confcommercio-Imprese per l'Italia realizza, con il supporto di GfK Italia, un'indagine sulla criminalità che colpisce le imprese del commercio, del turismo, dei servizi e dei trasporti. Secondo l'indagine, in Toscana la percezione del peggioramento del livello di sicurezza risulta significativamente superiore alla media nazionale. Il 60% degli imprenditori toscani pensa che la sicurezza sia peggiorata, contro il 30% della media nazionale. Solo 6 imprenditori su 100 ritengono che la sicurezza sia migliorata. Tra i reati sono peggiorati i furti per il 75%, l'abusivismo (72%), la contraffazione (54%), le rapine (53%), l'usura (27%), le estorsioni (26%). Risulta significativamente più alta rispetto alla media nazionale l'incidenza di chi ha subito taccheggi negli ultimi 12 mesi (57%), in particolare di chi li ha subiti in maniera ricorrente (39%). Tra coloro che hanno ricevuto minacce, la quota di chi ha reagito alla richiesta estorsiva rifiutandola è molto superiore alla media nazionale. L'82% ha rifiutato, e solo il 18% ha accettato. Certezza della pena e maggiore protezione da parte delle forze dell'ordine sono ai primi posti tra le iniziative ritenute più efficaci per la sicurezza della propria attività. Sensibilmente più alta rispetto alla media nazionale la quota di chi indica la collaborazione con le forze dell'ordine: il 50% degli intervistati chiede maggior protezione sul territorio da parte delle forze dell'ordine, mentre il 32% propone maggior collaborazione con le stesse. Il 91% degli imprenditori toscani, come a livello nazionale, ritiene poco o per niente efficaci le leggi che contrastano i fenomeni criminali e il 94% chiede un inasprimento delle pene.

Bergamo – Nella giornata nazionale "Legalità, mi piace!"promossa per il quinto anno da Confcommercio a contrasto dei fenomeni criminali che danneggiano le imprese del terziario, Ascom ha lanciato questa mattina alle 11 un flash mob per dire no all'illegalità. Autorità, imprenditori e cittadini hanno indossato la t-shirt gialla con tanto di hashtag #legalitàmipiace. Nel corso della giornata Ascom ha distribuito fino alle 16 materiale informativo e il vademecum anti-contraffazione, e ha donato i semi della legalità per coltivare ogni giorno semplici regole e vedere fiorire d'estate dei girasoli. Anche i commercianti del centro hanno dimostrato la condivisione dei principi che guidano un'economia sana e libera prestandosi ad uno scatto fotografico nei loro negozi. La giornata è proseguita con il consiglio direttivo e delle categorie alle 15 nella sede dell'associazione. Ascom ha messo a disposizione delle imprese un glossario dei principali fenomeni che alterano il mercato e alimentano l'economia sommersa. "Il tema della sicurezza è il presupposto fondamentale per fare impresa- ha sottolineato Paolo Malvestiti, presidente Ascom e Camera di Commercio -. Con la crisi il rispetto e la tutela delle imprese in regola è fondamentale, mentre abusivismo e contraffazione alterano la concorrenza e impoveriscono la nostra economia, a danno di tutti". "Nonostante i dati evidenzino che la percezione della sicurezza sia leggermente migliorata in provincia, dobbiamo continuare a seminare legalità- commenta Oscar Fusini, direttore Ascom-. Il 72% degli italiani pensa che sia normale acquistare falso o che sia al massimo un peccato veniale e i 27% ha acquistato un prodotto contraffatto nell'ultimo anno. Chi acquista merce taroccata o cerca servizi abusivi, dai trasporti al turismo, danneggia le imprese e i lavoratori in regola e il loro futuro". "Ascom Bergamo è stata tra le prime associazioni a promuovere iniziative a contrasto di contraffazione, che ha un volume d'affari di 350 miliardi di euro, e abusivismo- sottolinea Diego Pedrali, presidente del Gruppo Abbigliamento Ascom e consigliere nazionale di Federazione Moda Italia . L' "industria" del falso italiano purtroppo è la prima in Europa e chi acquista merce contraffatta non è sempre consapevole dei danni che crea per non parlare dei rischi per la sicurezza. La Lombardia occupa il secondo posto in Italia per numero di sequestri effettuati. Oltre a comprare capi firmati nei negozi di fiducia, tutti possono dare il loro contributo segnalando a Federmoda casi di contraffazione". Tra le misure di prevenzione e tutela adottate, in Lombardia si accentuano più che altrove le assicurazioni e le vetrine corazzate: il 43 % degli imprenditori (contro il 36% della media nazionale) ha optato per una maggiore copertura assicurativa e il 16% (contro il 12% della media nazionale) ha scelto di dotarsi di vetrine "anti-spaccata". Tra le iniziative ritenute più efficaci per la sicurezza della propria impresa, la Lombardia presenta un'accentuazione sulla certezza della pena (con il 79% delle indicazioni degli imprenditori) e sui poliziotti di quartiere, fondamentali per il 19% delle aziende coinvolte. Più che a livello nazionale la grande maggioranza delle imprese si dichiara "molto favorevole" ad un inasprimento delle pene ( il 76% contro il 67% nazionale) per furti, rapine, abusivismo, contraffazione, usura ed estorsioni. Il 40% degli imprenditori è fermamente convinto che i condannati non scontino realmente le pene. Il 92% degli intervistati non si è dotato di un'arma per la difesa personale e il 57% non pensa nemmeno di farlo in futuro. Il taccheggio in Lombardia è poco più presente rispetto alla media nazionale- il 46% degli imprenditori ne ha avuto esperienza contro il 43% della media nazionale- ma sembra essere subito in maniera meno ricorrente (il 23% ha subito più taccheggi, contro il 25% della media nazionale). In Lombardia l'incidenza di chi percepisce un peggioramento dei livelli di sicurezza è leggermente inferiore alla media nazionale (il 26% contro il 30%). Come nel resto d'Italia i fenomeni maggiormente percepiti in aumento rispetto allo scorso anno sono abusivismo (+51%), furti (+47%) e contraffazione (+40%). L'esperienza di criminalità è sensibilmente inferiore rispetto alla media nazionale, sia per quanto riguarda l'esperienza indiretta (il 12% contro il 22% del resto d'Italia) che quella diretta (il 3% contro il 9% a livello nazionale).

Piemonte – Un commerciante su quattro, in Piemonte, ritiene che ci sia stato un peggioramento dei livelli di sicurezza rispetto al 2016, mentre il 69% giudica invariata la situazione. E' quanto risulta da una indagine di Confcommercio - Gfk Italia, secondo cui in fenomeni illegali incidono sul corretto funzionamento del mercato, falsando la concorrenza e determinando una perdita fiducia da parte degli
operatori, con conseguente diminuzione degli investimenti. "Come i recenti fatti di cronaca dimostrano - dichiara Maria Luisa Coppa, presidente di Confcommercio Piemonte e vicepresidente nazionale - i nostri operatori rischiano ancora, anche solo per un centinaio di euro, di divenire obiettivo concreto di aggressioni da parte di malviventi senza scrupoli. E' fondamentale liberare le imprese del commercio, del turismo, dei servizi e dei trasporti dai fenomeni criminali che, anche in Piemonte, impattano pesantemente sul sistema economico-sociale". Tra le misure ritenute più efficaci per la sicurezza, nella indagine Confcommercio viene dichiarata la certezza della pena (74%), la maggior protezione da parte delle forze dell'ordine (58%) ed una maggior collaborazione con le forze dell'ordine (23%). 

Sardegna – Il volume dei consumi finali delle famiglie in Sardegna, secondo gli ultimi dati Istat, è quantificato in circa 22 miliardi di euro. Nelle economie meridionali il fatturato dell'abusivismo nelle attività commerciali, turistiche e dei servizi (esclusa l'evasione fiscale) è stimabile dal 15 al 22%: questo significa che importi dai 3,1 ai 4,4 miliardi di euro vengono sottratti al mercato regolare ogni anno. Lo rileva un'indagine di Confcommercio Sardegna, nella Giornata nazionale di mobilitazione contro l'abusivismo e la contraffazione "Legalità, mi piace!". Secondo l'indagine realizzata con il supporto di GfK Italia, su un campione di circa 4.500 imprese dell'Isola, la percezione sull'andamento della criminalità è meno sentita che nel resto d'Italia (15% rispetto al 30% di media nazionale), ma molti esercenti rilevano che sono aumentati l'abusivismo (64%), furti (44%) e la contraffazione /44%). Il 30% dichiara anche un aumento delle rapine. Se poi si va a vedere l'esperienza di taccheggio la Sardegna è in linea rispetto alla media nazionale (39% rispetto al 43% nazionale). Complessivamente però nell'Isola l'incidenza di chi considera invariati i livelli di sicurezza è superiore alla media nazionale con l'85% degli intervistati. Per difendersi gli imprenditori fanno soprattutto "da soli" (85% rispetto all'81% in Italia): le misure di prevenzione e tutela adottate riguardano essenzialmente la videosorveglianza, gli allarmi e assicurazioni. Piuttosto chiedono maggiore certezza della pena per chi commette reati (67%), più protezione da parte delle forze dell'ordine (51%). "I fenomeni illegali - sostiene il presidente regionale dell'associazione, Alberto Bertolotti - incidono sul corretto funzionamento del mercato in quanto falsano il gioco della concorrenza, comportano la perdita di fiducia degli operatori e la diminuzione degli investimenti". In particolare Confcommercio Sardegna chiede "una più incisiva e capillare vigilanza sulla regolarità delle attività economiche nonché una maggiore celerità nella realizzazione del sistema pubblico di videosorveglianza nei Comuni dell'Isola".

Genova – Celebrata oggi la 'Giornata della legalità, appuntamento annuale di Confcommercio  contro ogni forma di illegalità e contro tutti i fenomeni criminali che rappresentano, si legge in una nota di Confcommercio "un grave danno per l'economia reale, per le imprese del commercio, del turismo, dei servizi e dei trasporti, per il Paese". Ascom Confcommercio Genova ha voluto "dedicare la giornata di quest'anno ai temi della vendita abusiva di alcoolici, dell'abusivismo nel settore del commercio ambulante e dell'abbigliamento, nella ristorazione e nel settore alberghiero insieme a un approfondimento e un aggiornamento sulle proposte in termini di sicurezza degli operatori delle gioiellerie". Attenzione puntata anche su due ambiti specifici: l'estetica e l'autotrasporto "oltreché approfondire la situazione di Sampierdarena e del degrado che portano certe attività sul territorio". Alla giornata hanno preso parte rappresentanti degli assessorati al Commercio, Turismo, Sicurezza, la Prefettura e le forze dell'ordine. "Abbiamo chiesto a istituzioni e forze dell'ordine di lavorare in stretta sinergia e implementare il canale di dialogo con le nostre categorie - ha detto Alessandro Cavo, vicepresidente vicario Ascom Confcommercio -. Siamo sempre più convinti che i nostri associati e le nostre strutture sappiano offrire un contributo prezioso sia sulla individuazione e segnalazione di fenomeni definiti che sulla capacità dell'illegalità di insinuarsi tra le imprese sane". 

Pistoia e Prato – La lotta all'illegalità e il riuso dei beni confiscati, al centro dell'iniziativa territoriale di Confcommercio Pistoia e Prato per la giornata nazionale "Legalità mi piace" promossa per il quinto anno consecutivo dalla Confederazione. L'Associazione torna anche quest'anno a coinvolgere gli studenti delle scuole superiori, rendendoli partecipi di un'iniziativa che ha come obiettivo primario quello di promuovere l'educazione alla legalità e costruire una cultura basata sui suoi principi. Tanti gli alunni delle classi quarte e quinte dell'Istituto Professionale Alberghiero e Tecnico Agrario "F. Datini" di Prato che hanno affollato l'Auditorium della propria scuola per ascoltare la testimonianza diretta di chi ogni giorno opera per fronteggiare la criminalità e costruire un nuovo inizio. Ad aprire i lavori, il Vice Preside Mario Battiato e il Direttore di Confcommercio Pistoia e Prato Tiziano Tempestini seguiti dal presidente della Consulta Confcommercio Pistoia e Prato, Tommaso Gei che ha illustrato ai giovani la situazione del territorio di Prato, un territorio che presenta varie sfaccettature sotto il punto di vista della sicurezza, e che non è esente da episodi di microcriminalità che minano la tranquillità d imprese, cittadini e della stessa economia locale. Valore aggiunto di quest'anno è stata la presenza di Alessandro Leo, presidente del Consorzio onlus LIBERA TERRA Mediterraneo – realtà operante nel sud Italia che si occupa di trasformare le materie prime agricole provenienti da terre confiscate, in prodotti finiti – il quale ha raccontato l'importanza dell'attività del Consorzio come simbolo di normalità all'interno dei territori che più di altri sono colpiti dalle azioni delle organizzazioni malavitose, e la necessità di unire le forze fra cittadini, imprese, associazioni, forze dell'ordine e istituzioni, per combattere le mafie di ogni tipo. Particolarmente importante per i ragazzi dell'alberghiero, il riferimento alla necessità di avere una filiera del prodotto "sana" per poter lavorare bene e sviluppare un'attività in grado di guardare ad un futuro di crescita. A chiudere gli interventi istituzionali, il Sindaco di Prato Matteo Biffoni, che ha ricordato l'importanza di conoscere e informarsi per diventare cittadini consapevoli che possono combattere la criminalità e l'illegalità. "Ritengo che parlare ai giovani di temi come sicurezza e legalità sia particolarmente importante per costruire una società sana e favorire lo sviluppo del territorio. – afferma Tommaso Gei, presidente della Consulta di Confcommercio Pistoia e Prato –La piaga della sicurezza resta un'emergenza per Prato, nonostante il lavoro profuso dalle forze dell'ordine. È necessario mantenere alta l'attenzione e lavorare insieme per costruire un futuro più sicuro e un'economia più sana e forte".

Biella – A Palazzo Gromo Losa si è tenuto il convegno Ascom sulla Legalità organizzato in occasione della V giornata nazionale di Confcommercio e coordinato dal direttore di Biellacronaca, Beppe Rasolo. I lavori sono stati aperti dal presidente Ascom che ha ringraziato le autorità presenti e in particolare le classi IV dell'istituto superiore Eugenio Bona, accompagnati dai loro insegnanti e dalla vicepreside. I temi trattati sono stati introdotti da video appositamente realizzati da Confcommercio e hanno riguardato i diversi fenomeni criminali, quali contraffazione, abusivismo, usura e pizzo. Hanno portato il loro contributo l'assessore al Commercio della città di Biell,a Stefano La Malfa, e l'avvocato Fabrizio Ponzana, consulente Ascom. Importante il contributo portato dal rappresentante regionale di Avviso Pubblico, Diego Sarno che ha ricordato come le associazioni criminali si siano ramificate in tutta Italia, abbiano esteso i loro traffici anche all'estero tanto che ormai si parla della necessità di un coordinamento europeo per contrastare il fenomeno mafioso e ndranghetista, partendo dai flussi economici, il cosiddetto follow the money. La mattinata è proseguita con il collegamento via streaming con la sede nazionale di Confcommercio a Roma per seguire  l'intervento del ministro Minniti. L'incontro si è concluso l'incontro con la presentazione dell'indagine regionale che ha evidenziato come ben il 20% dei questionari raccolti in Piemonte siano partiti dalla provincia di Biella, a segnalare una sensibilità del tessuto imprenditoriale biellese verso i temi della legalità.

Emilia-Romagna – Confcommercio e le Ascom dell'Emilia Romagna hanno aderite alla Giornata di mobilitazione di Confcommercio-Imprese per l'Italia "Legalità, mi piace!" attraverso numerose iniziative organizzate su tutto il territorio regionale – dalle conferenze stampa alle tavole rotonde, dai gazebo in piazza agli incontri con il prefetto e le autorità, dalle campagne social ai momenti di confronto con le Istituzioni – per sensibilizzare l'opinione pubblica, le amministrazioni locali, la politica e le forze dell'ordine, ed in generale l'intera cittadinanza, sulla necessità di contrastare con fermezza i fenomeni dell'abusivismo e della contraffazione, che alimentano criminalità ed illegalità e danneggiano il tessuto economico. "Iniziative come quella del 21 novembre – commenta Enrico Postacchini, presidente di Confcommercio Emilia Romagna – devono far comprendere all'opinione pubblica l'impatto devastante dell'abusivismo sulle imprese del Terziario, non solo per il danno economico che provoca, ma anche e soprattutto per il danno ai consumatori finali, esposti a rischi per la salute e la sicurezza, e all'intero tessuto sociale delle nostre Città e di tutto il Paese. Per questo è importante, come Associazione, denunciare ogni fenomeno illegale, ed essere al fianco delle nostre imprese e degli imprenditori nell'affermare con forza la cultura della legalità, a partire dalle scelte quotidiane". In base ai dati regionali, in Emilia Romagna la percezione del peggioramento dei livelli di sicurezza è in linea con la media nazionale; i fenomeni criminali rispetto ai quali si percepisce un maggior aumento sono l'abusivismo (52% in linea con il dato medio nazionale) e i furti (49% contro il 47% della media nazionale), seguiti dalla contraffazione, per cui il dato risulta tuttavia inferiore alla media nazionale (32% contro il 37%). In Emilia Romagna il dato relativo all'esperienza diretta ed indiretta di criminalità da parte delle imprese è tuttavia significativamente inferiore alla media nazionale (15% a fronte del 23% della media nazionale). In linea con quello nazionale il dato relativo all'adozione di misure cautelative per proteggersi dai fenomeni criminali, che vedono al primo posto le telecamere/impianti di allarme, seguiti dalla sottoscrizione di assicurazioni (47%) e dal ricorso alla denuncia (35%). Certezza della pena e maggiore protezione da parte delle forze dell'ordine sono le iniziative ritenute più efficaci per la sicurezza dell'impresa, con valori al di sopra della media nazionale, mentre poca fiducia viene riservata alle leggi di contrasto ai fenomeni criminali, che sono ritenute per nulla efficaci dal 54% degli intervistati (a fronte del 47% della media nazionale). Contestualmente, il focus regionale dell'indagine mostra un'incidenza molto elevata nella nostra Regione (84% contro il 67% nazionale) di chi si dice favorevole all'inasprimento delle pene per i reati contro le imprese, pene che in gran parte si ritiene non vengano oggi realmente scontate. "Le imprese del Commercio, del Turismo e dei Servizi – aggiunge il presidente Postacchini - sono un presidio sociale ed economico irrinunciabile per il territorio e, purtroppo, sono anche le più esposte a fenomeni di micro-criminalità. Per questo è indispensabile continuare a lavorare per una piena e migliore collaborazione tra Imprese, Forze dell'Ordine e Istituzioni del territorio, per garantire un maggiore contrasto ai fenomeni illegali che colpiscono i nostri settori, e continuare a diffondere un importante messaggio, prima di tutto culturale ed educativo, a sostegno della legalità e della sicurezza".

Grosseto – Circa duecento studenti delle scuole superiori hanno partecipato all'edizione numero cinque di "Legalità mi piace!". A Grosseto l'associazione di categoria provinciale che rappresenta le imprese del terziario ha coinvolto i giovani in una sorta di talk show che si è svolto sul palco della Sala Friuli della Chiesa di San Francesco, in cui i fatti di cronaca sono diventati spunti di dibattito a 360 gradi. Sullo stesso piano dell'importanza della prevenzione, del controllo, del contrasto e della repressione, è stato infatti messo l'uomo, ovvero la responsabilità sociale ed il consumo critico. "Oggi rifletteremo sugli aspetti sociali legali all'illegalità e anche sull'importanza dell'autodeterminazione. Ragazzi, quello che vi vogliamo dire oggi, a voi che sarete gli autori del vostro futuro e del futuro di questo Paese: abbiamo tutti una grande fortuna, nella nostra vita, ovvero abbiamo non solo la libertà di pensiero ma anche la libertà di scelta. Ricordatevi sempre che dietro ogni nostra azione, c'è sempre una responsabilità dalla quale non ci possiamo sottrarre", ha spiegato, nei saluti di apertura, il presidente di Confcommercio Grosseto Carla Palmieri. I lavori sono stati aperti dal prefetto di Grosseto, Cinzia Torraco: "per sconfiggere questo fenomeno – ha detto - ritengo che sia fondamentale, accanto ad un'efficace azione di contrasto della criminalità, la diffusione della cultura della legalità. Vogliamo scuotere le vostre coscienze, per farvi capire cosa succede quando si acquista, ad esempio, merce contraffatta o comunque proveniente da venditori abusivi e cosa si rischia, anche a livello di salute". Di primo piano, durante i lavori, è stata la proiezione in anteprima assoluta di un reportage realizzato per l'occasione sul territorio da Tv9. Sull'illegalità è intervenuto Luciano Bartoli, comandante della polizia municipale di Follonica. A seguire, Damiano Sbaraglia,  referente per Grosseto della Rete interdiocesana "Nuovi stili di vita", intervistato sul tema "responsabilità".Il Questore di Grosseto Domenico Ponziani ha posto poi l'attenzione sulla legalità come "valore che  non si può imporre ma che deve coinvolgere ognuno di noi". Per il sindaco di Grosseto Antonfrancesco Vivarelli Colonna: "ognuno di noi, nel suo piccolo, dal proprio ambiente familiare delle mura domestiche fino ad arrivare al contesto scolastico, può fare molto. Può rendersi protagonista di comportamenti virtuosi, che non significa essere artefici di scoperte scientifiche del secolo. Significa rispettare le regole! E se non piacciono le regole, adoperarsi per cambiarle; non certo trasgredirle. Significa non cercare scorciatoie nel percorso di vita". Ma il vero cuore della giornata è stato il confronto aperto con le autorità civili, militari e religiose animato dalle domande di Emilio Guariglia, capo servizio del quotidiano Il Tirreno e da Luca Mantiglioni, capo servizio de La Nazione, mentre il direttore di Tv9 Angela D'Errico ha moderato i lavori. Accanto al direttore Ascom Gabriella Orlando e al presidente Palmieri, hanno preso parte al "talk show" il Tenente Colonnello Francesco Tocci, il Comandante Reparto Operativo Carabinieri di Grosseto, il Tenente Colonnello Alessio Sgamma, il Comandante Nucleo Polizia Tributaria Guardia di Finanza di Grosseto, il Primo Dirigente Claudio Martini, Questura di Grosseto, Mirella Milli, Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Grosseto ed il Commissario Francesco Bettazzi, della Polizia Municipale di Grosseto. 

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