Letta "rilancia" il suo governo

Letta "rilancia" il suo governo

Il premier reagisce alla fibrillazioni della maggioranza. "Vedo che c'e' la volontà di usare il governo come una specie di punching ball, ma noi continuiamo a lavorare". Su Berlusconi: "In Italia c'è lo Stato di diritto e nessuno è perseguitato".

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20 settembre 2013

 

"Non sono un punching ball ne' mi chiamo Jo Condor". Enrico Letta non ci sta a farsi dipingere come il capo di un Esecutivo perennemente sballottato e ignaro del suo
destino e, mentre ancora deve arrivare il sostegno esplicito di Silvio Berlusconi, mentre ancora nel Pd si mastica amaro per le parole del Cavaliere e si infiamma la contesa congressuale, il presidente del Consiglio mostra i muscoli e manda a dire  ai partner di maggioranza che "al momento opportuno giocheremo all'attacco". L'occasione e' la presentazione del Provvedimento Destinazione Italia per attrarre investimenti stranieri: il premier sottolinea che, dopo l'ennesimo botta e risposta tra Pdl e Pd l'Esecutivo continua a lavorare: "Come vedete stiamo lavorando. Non abbiamo nessuna intenzione che si creino cortocircuiti su questi temi". Uno schema di gioco che, si spiega a Palazzo Chigi, vedra' nella Legge di Stabilita' il terreno su cui lanciare la nuova fase dell'Esecutivo. Una volta superate, con il videomessaggio di mercoledì, le "forche caudine" del tema della decadenza di Berlusconi, Letta vuole giocarsela sul tema che ritiene gli sia piu' congeniale, ossia i provvedimenti. Nessuna nuova richiesta di
fiducia, nessun passaggio parlamentare per rinsaldare il patto di maggioranza, ma la prova del fuoco della legge di stabilita'. "Gia' nella prossima settimana, sull'Iva, capiremo se i partiti di maggioranza hanno intenzione di risolvere i problemi o di crearne", spiega un deputato lettiano. E in effetti la Legge di Stabilita' sara' un terreno impervio, stretta tra la necessita' della crescita, le richieste dei diversi partiti e la fermissima volonta' del premier di non sforare i vincoli comunitari. Un impegno sul quale il premier intende misurare il rapporto con il Pdl, ma anche con il Pd. Alla vigilia dell'assemblea nazionale del partito ha fatto sapere che non sara' presente e che non
parteggera' per nessun segretario, mettendo cosi' fine "a gossip e a retroscena piu' o meno maliziosi". Dunque, assicura al suo partito, nessun coinvolgimento "sotto traccia, nascosto, ipocrita", ai suoi Letta ha dato totale liberta' di scelta. Ora preferisce concentrarsi sull'attivita' di Governo e si dice certo che col futuro segretario riuscira' a relazionarsi "con rispetto e unita' di intenti, chiunque sia". E, dopo aver dato una stoccata a destra, rispondendo a Berlusconi che in Italia "c'e' lo stato di diritto e nessuno e' perseguitato, la magistratura va rispettata", ricorda in serata al Pd e a quanti nel suo partito scalpitano per le elezioni anticipate che "se il Governo non ce la fara'" sara' piu' difficile approdare a un sistema politico normale "e quindi a un Governo di legislatura con un programma da applicare". 
 

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